Nuovo stadio, oggi l'ennesimo incontro: il nodo resta la Roma-Lido

Ieri con Acea il 112° tavolo operativo da quando è partito il progetto. Si ha la netta sensazione di essere sempre più vicini alla conclusione della vicenda

PUBBLICATO DA Andrea De Angelis
02 Luglio 2019 - 11:58

Pomeriggio di lavoro ieri per i tecnici che stanno lavorando sul progetto stadio. Ed oggi ci sarà il bis in Comune, presso gli ormai famosi uffici della Direzione del Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma, guidato dall'architetto Esposito, in via del Turismo all'Eur, a pochi passi dalla nuova sede sociale giallorossa.

L'incontro di ieri invece vedeva protagonisti i tecnici di Acea, l'azienda municipalizzata attiva nella gestione e nello sviluppo di reti e servizi nei settori dell'acqua, dell'energia e dell'ambiente. E soprattutto l'azienda proprietaria dell'impianto di depurazione Acea Ato 2, il più grande impianto d'Europa, su cui tanto si è discusso in sede di Conferenza dei Servizi. Il problema era quello delle emissioni odorigene dell'impianto di depurazione, che da decenni affliggono i residenti della zona e che avrebbero reso la vita difficile anche agli utenti dello stadio. Questione risolta grazie alla realizzazione di una parete arborea, un vero e proprio muro fatto di alberi che separerà l'impianto di depurazione dall'area del futuro stadio giallorosso, e che in più proteggerà anche i residenti del quartiere, che così potranno letteralmente tirare un sospiro di sollievo. 

Si è discusso degli oneri a carico dei proponenti anche in previsione del futuro ampliamento dell'impianto di depurazione già inserito nel Programma degli Interventi con inizio lavori previsto dopo il 2019, così come richiesto da mesi in particolare dalla Città Metropolitana. Si è anche parlato delle due grandi centrali operative elettriche che verranno realizzate, una accanto allo stadio, e l'altra ai margini del business park, e che vedranno la collaborazione proprio con Acea. Incontro proficuo, ma sul cui esito nessuno aveva mai nutrito alcun dubbio, al punto da permettere al vicepresidente giallorosso Mauro Baldissoni di andare a Milano in Lega, senza preoccuparsi (troppo) una volta tanto dello stadio.

Oggi l'ennesimo incontro

Oggi invece andrà in scena con il Comune il numero 112 se non vogliamo contare quello di ieri con Acea in questo novero, il numero 113 in caso contrario. Poco importa, fatto sta che si ha la netta sensazione di essere sempre più vicini alla conclusione di questa estenuante telenovela, in un senso o nell'altro. Le parti sono tornate ad avvicinarsi, risolvendo molte delle questioni ancora in ballo. Al punto che ormai da alcuni giorni si è deciso di lasciare momentaneamente da parte la vicenda più spinosa, quella della Roma-Lido, ed affidare ai legali di entrambe le parti il compito di redigere il testo della Convenzione Urbanistica.

E di farlo a prova di ricorso. Entrambi gli attori hanno infatti l'interesse legittimo a non prestare il fianco alle critiche che pure arriveranno. Critiche che a sentire, o leggere, le parole dell'ex ministro Luca Lotti, nelle intercettazioni con l'ex membro del Csm Luca Palamara, e pubblicate ieri da La Verità, avrebbero un mandante preciso. Il braccio destro di Renzi ha infatti confidato all'amico magistrato come non se la sentisse di garantire sulla realizzazione dello stadio. «Non siamo in grado di garantire lo stadio... il problema dello stadio si chiama Francesco Caltagirone che è contro questa operazione».

Questo il virgolettato attribuito a Lotti, che avrebbe anche confidato un intervento dell'allora premier Matteo Renzi per favorire la cessione della Roma agli emiri del Qatar. Va ricordato in questo senso come Luca Lotti, in qualità di Ministro dello sport, si spese in favore del progetto Tor di Valle in sede di Conferenza dei Servizi, risultando determinante ai fini del buon esito di quel tavolo di lavoro. Tornando però alla Convenzione, come scritto, resta da risolvere la questione Roma-Lido. Al momento si starebbero vagliando più soluzioni, ma quello che appare evidente a tutti (compresi i diretti interessati) è che a questo punto solo un intervento politico può sbloccare la situazione. Intervento che per ora non appare affatto scontato. Staremo a vedere.

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