Stadio della Roma, ecco cosa prevede il piano B
A Fiumicino anche il centro sportivo e il museo, ma niente business park. Ma occhio ai rischi: terreni non comunali e incognita Prg. I giallorossi credono in Tor di Valle
Otto mesi ha detto a noi la scorsa settimana. Quattordici mesi ha ribadito due giorni fa a Tele Radio Stereo. Insomma forse le idee non sono proprio ancora chiarissime, ma Esterino Montino, sindaco di Fiumicino, è davvero convinto che nel giro di pochi mesi possa far partire i cantieri per il nuovo stadio della Roma all'interno del proprio Comune. Altro che i 7 anni fin qui impiegati dalla Capitale per una fumata che ancora è totalmente grigia, quindi senza un esito certo, né nei tempi, né nelle sue conclusioni. Se fosse realmente come dice il primo cittadino della città aeroportuale perché allora la Roma ci starebbe ancora pensando e non si sarebbe lanciata in questa avventura? Semplice. Perché le cose sono un po' più complicate di come vengano descritte. Partiamo da un paio di certezze.
La prima: la Roma ed il suo vicepresidente Mauro Baldissoni sono ancora convinti di poter convincere la Raggi ed la sua Giunta ad accettare le proposte di Convenzione formulate dai proponenti già dal prossimo incontro, previsto per mercoledì, o al massimo entro la fine del mese. E quindi non ci sarebbe la necessità di muoversi altrimenti.
Seconda ragione: non è assolutamente detto che tutto fili liscio come ipotizzato da Montino. E questo per una serie di ragioni che ora proveremo a spiegarvi. Innanzitutto perché i terreni offerti da Montino non sarebbero nella disponibilità diretta del Comune, ma apparterebbero a più società, alcune delle quali potrebbero essere difficili da convincere, o troppo onerose. In secondo luogo non sarebbe così scontata la non necessità di ricorrere a Varianti del Piano Regolatore.
I tempi potrebbero quindi essere anche raddoppiati rispetto alle ipotesi ventilate. La proposta di Montino, poi, sarebbe (così filtra da ambienti vicini all'amministrazione comunale) difficile da coniugare con il progetto attuale studiato per Tor di Valle. E allora vediamo come potrebbe essere riformulato il progetto. Sembra probabile la rinuncia al famoso Business Park, tanto caro alla famiglia Parnasi e ad Eurnova, utile a finanziare le tante opere pubbliche richieste ai privati dal Comune di Roma, ma che poco ha sempre interessato alla proprietà americana del club.
Certamente invece resterebbe tutto il parco di intrattenimento (commerciale e non solo) denominato Convivium, progettato dalla canadese Forrec e dallo Studio Altieri S.p.A. Certa anche la presenza del Village, l'area che ospiterà un centro diagnostico polifunzionale, un grande hotel e la Hall of Fame, il museo della AS Roma. Ovviamente ci saranno l'impianto vero e proprio e la Nuova Trigoria. In particolare l'impianto necessiterebbe di una collocazione particolare (come il centro sportivo infatti non potrà, a meno di Variante, essere edificato in un'area prevista come ad uso commerciale), difficile da identificare al momento.
Area che poi andrebbe verificata anche dal punto di vista della tenuta del terreno. Un impianto di quelle dimensioni infatti pesa molto ed il terreno offerto è pur sempre vicino al litorale. Difficile anche che possa sorgere il parco verde attualmente previsto nel progetto di Tor di Valle. A conti fatti l'investimento complessivo si ridurrebbe di circa la metà, rispetto al miliardo ora ipotizzato. Conviene davvero alla Capitale e ai suoi cittadini farsi scappare questa opportunità? Crediamo che molto presto avremo finalmente una risposta.
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