Stadio della Roma: il sindaco di Fiumicino fa sul serio
Montino vuole convincere il club a spostare il progetto e le polemiche dei suoi oppositori ne sono una conferma. I giallorossi aspettano un segnale dal Campidoglio
Il fronte che porta verso il litorale romano, sarà per le temperature di questi tempi, ma diventa sempre più caldo ogni giorno che passa. Questo ovviamente non vuol dire nel modo più assoluto che la Roma abbia già deciso di spostare il proprio progetto da Tor di Valle a Fiumicino, ma più semplicemente che stia prendendo atto di una possibilità concreta. E a riprova di questa concretezza arrivano paradossalmente le prime polemiche nei confronti del sindaco della città aeroportuale Esterino Montino. Perché nella politica niente appare di più vero e concreto delle polemiche. Ed allora ecco Anselmo Tomaino, dirigente di Fratelli d'Italia (che per inciso è contraria anche al progetto di Tor di Valle), che accusa Montino di cercare solo visibilità personale, e che critica fortemente la scelta dell'area. Un'area, lo ricordiamo di circa 350 ettari, a ridosso del centro commerciale Da Vinci, tra le autostrade Roma-Fiumicino e Roma-Civitavecchia. Che però, denuncia Tomaino, sarebbe di più titolari e non nella disponibilità del Comune.
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Mario Baccini, storico esponente della Democrazia Cristiana prima, poi Ministro della Funzione Pubblica dal 2004 al 2006 (con Silvio Berlusconi alla Presidenza del Consiglio), candidato sindaco di Roma nel 2008, ed ora consigliere di opposizione a Fiumicino. «Come già dichiarato e con la mozione depositata insieme ai consiglieri Severini e Coronas - ha scritto Baccini in una nota - siamo d'accordo che il comune di Fiumicino ospiti uno stadio di calcio di livello internazionale che sia per la Roma o per la Lazio». «Ci sorprende però che il sindaco si adoperi per questo scopo operando come un lobbista – continua – e non come un primo cittadino, favorendo incontri ed accordi senza, però, informare i cittadini». Stoccate che danno il senso di un movimento in essere, e non più solo di un modo per esercitare una qualche pressione nei confronti dell'amministrazione capitolina. Che pare proprio, almeno questo filtra da ambienti molto vicini alla sindaca Virginia Raggi, stia realmente riflettendo sull'opportunità di portare a compimento l'iter fatto ripartire dopo un difficile accordo nel 2017, e sospeso a causa delle vicende giudiziarie del costruttore Luca Parnasi esattamente un anno fa.
Un'opportunità che mette la Raggi, dopo il caso della rinuncia della Capitale alle Olimpiadi del 2024, ancora una volto di fronte al Presidente del Coni Giovanni Malagò. Il numero uno dello sport italiano ha dichiarato infatti ieri in un'intervista rilasciata a Tuttosport: «Io, come Presidente del Coni - che a sua volta è proprietario dell'Olimpico - dovrei essere contrario alla realizzazione dell'impianto di Tor di Valle per non perdere un cliente da 4 milioni di euro all'anno. Invece no. Ho detto mille volte che sono favorevole: mi auguro che la Roma, così come la Lazio, abbia il suo stadio. Mi sembra che il problema non sia tanto politico quanto nelle procedure». Procedure come detto ferme ormai da un anno però, e che solo una forte e chiara volontà politica possono far riprendere. In tal senso non trova conferma l'indiscrezione secondo cui la prima cittadina della capitale avrebbe incontrato in segreto il vicepresidente giallorosso Mauro Baldissoni. Il club da parte sua attende fiducioso il prossimo incontro con i tecnici del Dipartimento Urbanistica mercoledì della prossima settimana.
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