Stadio della Roma, si riparte: a giorni un nuovo incontro tra Comune e privati
Il club è fiducioso che l'amministrazione accetti l'ultima proposta formulata dai proponenti. Il nodo è la tempistica sulle opere pubbliche
La prossima settimana torneranno a incontrarsi privati e Comune per discutere della Convenzione per il nuovo Stadio della Roma. Un appuntamento che arriva a pochi giorni dal confronto (in parte pubblico) tra Virginia Raggi e gli investitori proponenti del progetto sulla modalità di realizzazione delle opere pubbliche, oggetto ancora del contendere. Sede del vertice sarà ancora l'Eur, più precisamente via del Turismo, all'interno degli uffici della Direzione del Dipartimento Urbanistica, guidato dall'architetto Esposito. La Roma attende fiduciosa che il Comune accetti l'ultima proposta avanzata, o che rilanci non di molto, e che si possa superare così l'impasse che nelle ultime settimane è stata registrata sull'iter.
A tenere banco resta sempre il nodo della tempistica per la realizzazione delle opere pubbliche. Virginia Raggi e la Giunta capitolina infatti vorrebbero subordinare l'apertura al pubblico dell'impianto alla realizzazione di tutte le infrastrutture, soprattutto quelle relative alla viabilità e alla mobilità. Il Comune ad oggi, nonostante i 2,5 miliardi previsti dal DL Crescita per la Capitale, ha problemi di liquidità che al momento gli impediscono di portare a casa la costruzione del famoso Ponte dei Congressi, quello che a detta degli uffici dell'assessore Luca Montuori sarebbe sufficiente per la viabilità del quadrante, e che però è fuori dalla delibera della Conferenza dei Servizi dello scorso anno. Inoltre il parere del Politecnico di Torino, cui nessuno era obbligato a ricorrere, ha sostanzialmente costretto la città a farsi in qualche modo carico del potenziamento della Roma-Lido, altro progetto fuori dalla Conferenza dei Servizi ed in capo alla Regione Lazio. Regione che ha già avviato le procedure per utilizzare i 180 milioni stanziati (cui si aggiungerebbero circa 40 dei privati), ma che prevede di ultimare le opere non prima del 2023.
Tutti aspetti, sia chiaro, che sicuramente migliorerebbero la qualità della vita dei cittadini della Capitale, ma che non possono competere ad un privato che negli anni si è visto ridurre la cubatura a compensazione delle opere pubbliche di oltre il 50%, cosa di cui peraltro la Raggi e tutto il Movimento 5 Stelle sono sempre andati fieri. Insomma non appare quantomeno coerente che chi ha chiesto il taglio delle cubature a febbraio del 2017, rischiando in quell'occasione di far saltare il tavolo della trattativa, ora chieda un impegno extra proprio a chi ha subito quel taglio. Impegno, finanziario sia chiaro, che sarebbe l'unico modo per i privati per garantirsi la realizzazione delle opere pubbliche non di propria competenza entro tempi compatibili con l'investimento per lo stadio. Come detto, i privati sono fiduciosi che si possa arrivare velocemente ad un accordo che sblocchi la situazione.
E non preoccupa in tal senso nemmeno la decisione del Gup (Giudice per l'udienza preliminare, ndr) Costantino De Robbio di rimandare gli atti del fascicolo relativo al procedimento contro Luca Parnasi ed altri 14 imputati al presidente del Tribunale di Roma. Un fatto che farà ripartire il processo (solo il processo, non le indagini o altro) da zero, riportando le lancette indietro di un paio di mesi. I legali del costruttore romano hanno infatti presentato un'istanza di ricusazione del giudice che durante la fase d'indagine, aveva firmato alcuni decreti di intercettazioni di Parnasi e di altri indagati. Un conflitto di interesse che ha costretto De Robbio, dopo una breve camera di consiglio, a dichiararsi incompetente e quindi rinviare gli atti affinché venga nominato un nuovo giudice.
Una mossa, quella della difesa, che farà slittare la decisione sul rinvio a giudizio degli imputati (tra i quali oltre a Parnasi ed ai suoi più stretti collaboratori, figurano anche Adriano Palozzi, ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio di Forza Italia, Michele Civita, consigliere regionale del Pd ed ex assessore, il soprintendente ai beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti e Davide Bordoni e consigliere comunale di Forza Italia) a non prima della fine dell'estate. Boccata d'ossigeno quindi per Parnasi, ma che non interessa alla Roma. Il processo infatti non la vede minimamente coinvolta, come pure non è stata mai coinvolta nella fase di indagine.
E risulta estranea ai fatti anche la società Eurnova, che dopo l'arresto del proprio management di è dotata di una nuova dirigenza e di un nuovo amministratore. Estraneità queste (soprattutto quella del club giallorosso e dei suoi dipendenti) ribadite più volta dagli stessi titolari dell'inchiesta Rinascimento. A Trigoria (e a Boston) non interessa quindi cosa accade dalle parti di piazzale Clodio, gli occhi oggi sono puntati sull'Eur e su via del Turismo, con la speranza di dover spostare lo sguardo quanto prima verso il Campidoglio per l'approvazione della Variante e della Convenzione. Ultimi tasselli per la costruzione del nuovo stadio.
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