Tor di Valle, lo Stadio e la Raggi all'esame in Commissione
Dopo l'approvazione nel IX Municipio della delibera per l'annullamento del pubblico interesse, oggi la proposta verrà votata dalla Commissione Sport del Comune
Sarà una mattinata significativa per la tenuta della maggioranza in Campidoglio quella che vedrà oggi protagonista la Commissione X - Sport, Benessere e Qualità della Vita del Comune di Roma. Appuntamento alle 11 a via del Tritone per un voto sulla delibera presentata da Stefano Fassina e Cristina Grancio per l'annullamento del pubblico interesse sullo stadio della Roma. Dopo il voto della scorsa settimana al IX Municipio, concluso con l'astensione del gruppo dei 5 Stelle, che ha permesso l'approvazione della delibera, si torna quindi a rimettere in discussione l'investimento nell'area di Tor di Valle. Ed ancora una volta per esprimere semplicemente un parere, men che mai vincolante per l'Assemblea, che fino a prova contraria resta sovrana. Della Commissione fanno parte 12 componenti, di cui 7 del Movimento 5 Stelle, compresi però l'ex capogruppo Paolo Ferrara e il nuovo consigliere Carlo Maria Chiossi. Il primo è indagato nell'ambito dell'inchiesta su Luca Parnasi, il secondo ha appena sostituito Marcello De Vito, ed alla prima occasione pubblica ha pensato bene di confessare il proprio disinteresse sull'argomento stadio (abbinandolo alla propria fede calcistica, niente affatto simpatizzante della Roma). Prevedere quindi che anche questa volta possa esserci un voto sfavorevole alle posizioni della sindaca Virginia Raggi non è esercizio di pura fantasia, ma una possibilità concreta. Che ancora una volta darà il destro a chi si oppone al progetto da sempre e che vede in queste occasioni la possibilità di animare una base, quella grillina, in passato fortemente critica sullo stadio.
Voto indicativo, ma politico
Come scritto più volte, si tratta di un voto meramente indicativo, consultivo, non vincolante. Ma che avrà appunto ripercussioni politiche. Per questo le ultime ore sono state di febbrile agitazione all'interno della maggioranza capitolina, con il tentativo (vedremo se riuscito o meno) degli uomini più vicini alla Raggi di ricompattare il gruppo pentastellato e riportarlo alla posizione ufficiale del Movimento. Che è e resta favorevole al progetto. Fortemente favorevole. La sindaca si sta giocando gran parte della propria credibilità, anche contro un pezzo del proprio elettorato. L'investimento per la città è troppo importante per lasciarselo sfuggire.
Le polemiche delle ultime ore, tra l'altro, tra la prima cittadina romana e il vicepremier (leghista) Matteo Salvini, non fanno altro che rafforzare questa posizione. Ora si deve dimostrare di essere capaci di costruire qualcosa. Non si tratta più nemmeno del parere dell'avvocatura di Roma che inchioda i consiglieri alla propria responsabilità, a rischio di risarcimenti milionari verso la Roma e il suo presidente. Si tratta ormai di una vicenda prettamente politica. Di credibilità. E su questo sta facendo leva la sindaca in queste settimane.
La Variante da accelerare
Questo pressing all'interno della giunta si è convinti che stia producendo il risultato sperato, e quindi non si prendono in considerazione al momento scenari diversi dall'approvazione in tempi rapidi della Variante al Piano Regolatore Generale e della Convenzione Urbanistica. In questo senso si sta valutando l'opportunità, per arrivare al voto prima delle elezioni europee del 26 maggio prossimo, di portare in Aula Giulio Cesare i due documenti in momenti diversi, indipendentemente l'uno dall'altro. In questo caso il primo ad arrivare in Assemblea sarebbe la Variante, forse il passaggio più scomodo e delicato. Le prossime ore ci diranno quindi qualcosa di più sulla reale forza della sindaca.
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