A Pietralata uno stadio monumento
Un’opera che sfiorerà il miliardo di euro di costi. Il costo quasi raddoppiato: garantisce il gruppo Friedkin
Un affare da oltre 900 milioni di euro. Lo stadio di cui la Roma ha presentato ieri il primo rendering video si rivela l’investimento più grande nella storia del club. E quello che in molti sperano possa divenire il trampolino per il definitivo salto tra i grandi d’Europa. E in effetti l’ambizione sembra essere proprio quella: un impianto avveniristico, con la “curva” più grande del vecchio continente, capace di ospitare, nel suo sviluppo verticale da vertigini, circa un terzo dei 60.000 tifosi che occuperanno l’impianto. Il lavoro dello studio Populous (già progettista degli stadi del Tottenham, dell’Arsenal, del nuovo Wembley, dello Yankee Stadium a New York, e del Wimbledon Centre Court, tanto per fare degli esempi) è stato incredibile, con richiami alle icone della romanità, dal Colosseo ai marmi che saranno parte integrante della nuova struttura. Un gioco di chiari e scuri che rimanda all’architettura classica e di cui lo studio pare essere particolarmente fiero. Come dimostrato dal tweet dell’azienda con sede a Kansas City.
«Populous è orgoglioso di lavorare con AS Roma – recita infatti il testo pubblicato sul social network – su questo incredibile stadio, che diventerà un’icona globale per il club, per la città e per il calcio in tutto il mondo». Un’icona quindi che renderà più ricca la città, ed ovviamente la Roma. A garantire finanziariamente l’opera è ancora la famiglia Friedkin, che così conferma (se mai ve ne fosse stato bisogno) il proprio impegno nella Roma, ed anzi rilancia, accrescendo l’esborso di oltre 400 milioni di euro rispetto a quanto inizialmente previsto. Una crescita determinata dall’aumento dei prezzi delle materie prime e del costo del lavoro (schizzati negli ultimi anni), ma anche dalla necessità di far fronte alle richieste che la pubblica amministrazione ha fatto negli ultimi mesi al club. Soprattutto per quel che riguarda i parcheggi, che verranno portati ad un totale di 6.600 unità (a fronte delle 4.400 inizialmente previste).
C’è poi da far fronte ai ritardi accumulati in questi mesi a causa dei tanti ricorsi presentati da alcuni residenti dell’area, e che probabilmente troveranno soluzione solo dopo il prossimo mese di novembre. Anche perché l’obiettivo resta sempre quello di inaugurare l’impianto nell’anno del centenario. Fatto confermato anche ieri nel corso dell’incontro in Campidoglio da entrambe le parti, ma che appare se non irrealizzabile, quantomeno ardito. Perché si possa arrivare a dama nei tempi prefigurati da ora in poi tutto deve procedere senza alcun intoppo.
Le tempistiche
Anche per questo ieri si è delineato un cronoprogramma dettagliato che permetta ai tecnici incaricati di consegnare il Progetto Definitivo, completo in ogni sua parte, dagli aspetti tecnici a quelli archeologici, senza dimenticare il piano finanziario dettagliato dell’opera, entro la fine dell’anno. Da settembre riprenderanno i tavoli tecnici che si dovranno occupare di risolvere ogni questione ancora aperta. Dai flussi relativi alla mobilità, ai problemi di inquinamento acustico, passando per la necessario convivenza con l’Ospedale Pertini. Si procederà a ritmo serrato, consapevoli che i margini di manovra sono ristretti, e che le incognite sono sempre dietro l’angolo. Un’accelerata che ha lasciato soddisfatti sia il Sindaco Roberto Gualtieri (accompagnato dall’Assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia che ha parlato di incontro «molto costruttivo» e che ha confermato come il lavoro prosegua «positivamente») che i rappresentanti della Roma.
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