Nuovo Stadio

Roma, prova di forza

Il Tribunale Civile impone lo stop ai rilievi che porteranno al progetto definitivo. Ma per il Comune non c’è alcun freno all’iter: anzi, il provvedimento può accelerare il processo

Il progetto del nuovo stadio della Roma a Pietralata

Il progetto del nuovo stadio della Roma a Pietralata

PUBBLICATO DA Andrea De Angelis
14 Giugno 2024 - 07:51

Una giornata, quella di ieri, iniziata all’insegna di quella che poteva (e nelle intenzioni doveva) essere una brutta notizia per la Roma. E per il suo stadio. Infatti il Tribunale Civile di Roma ha accolta la richiesta di uno dei residenti nell’area dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto giallorosso, e disposto in via cautelare il divieto di accesso per il Comune e per la Roma, e di conseguenza l’impossibilità di procedere ai rilievi utili al completamento del progetto definitivo. A motivare la sentenza un ulteriore ricorso pendente relativo ad una richiesta di “usocapione” presentata dai residenti e su cui ancora si attende un pronunciamento. 

Per fare chiarezza e rassicurare la Roma e i suoi tifosi è dovuta intervenire l’amministrazione di Roma Capitale, attraverso l’Assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia, che evidenziato come l’ordinanza abbia solo «natura cautelare» e si riferisca «esclusivamente alla tutela del possesso dell’area da parte dei ricorrenti, senza minimamente esprimersi sulla questione della proprietà», lasciando così «del tutto impregiudicata ogni ulteriore azione da parte di Roma Capitale che potrà adottare tutti i successivi atti necessari per portare avanti il procedimento».

Più o meno quanto già chiaramente espresso da altri tribunali, su tutti quello Amministrativo Regionale (il Tar), due «cause promosse per usucapione con due ordinanze di rigetto delle richieste istruttorie». Veloccia, citando l’ordinanza del Tribunale, ha anche rassicurato sul fatto che «questo giudizio presenta una specificità di oggetto e di natura giuridica che non produce implicazioni ostative al di fuori del suo perimetro». La decisione del Tribunale di vietare l’accesso all’area non preoccupa il Comune ed anzi per certi versi rischia di velocizzare le procedure. Infatti la soluzione (involontariamente forse) l’ha indicata lo stesso provvedimento emesso che spinge l’Amministrazione cittadina al «recupero del possesso delle aree detenute dai ricorrenti, già avviato negli scorsi mesi nella forma di intimazione e messa in mora al rilascio volontario delle stesse, che potrà concludersi con l’emissione di un provvedimento di acquisizione forzosa dell’area». In altre parole si procederà allo sgombero dell’area. Parallelamente «le attività di sondaggi proseguono senza interruzione, in altre aree che non sono interessate dai provvedimenti in questione».

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