Nuovo Stadio, Veloccia: "L'obiettivo è il 2027 ma ci sono tanti step da superare"
L'Assessore all'Urbanistica a Radio Romanista: "Quando si poserà la prima pietra potremo fare una stima ragionevole dei lavori. Passo dopo passo arriveremo alla meta"
L'assessore all'Urbanistica di Roma, Maurizio Veloccia, è intervenuto a Radio Romanista per discutere gli aggiornamenti sullo Stadio della Roma. Di seguito le sue dichiarazioni.
Qual è il punto generale sulla situazione? Sembra che si stia andando abbastanza spediti, ci sono alcune curiosità rispetto alle opere che devono essere realizzate: si rischia di avere un periodo con lo stadio aperto e alcune opere ancora da terminare? Quali sono le costruzioni previste a corredo dello stadio?
"Per quanto riguarda le opere stradali - e quindi l'accessibilità allo stadio - in delibera è scritto che non ci può essere un avvio dello stadio senza che siano garantite tutte le opere direttamente connesse a un'accessibilità in sicurezza e a una fluidità regolare del traffico attorno all'impianto. È chiaro che lo stadio per poter entrare in funzione deve garantire che tutti gli spettatori possano arrivare con dei mezzi in sicurezza e almeno il 50% di essi con i mezzi pubblici. Questa è la soglia inderogabile che anche la Roma deve garantire. Poi c'è stato un grande dibattito per quanto riguarda la necessità della metro B, noi abbiamo detto una cosa molto chiara, che il potenziamento della metro B è qualcosa che riguarda la città. Noi dobbiamo lavorare con quello che abbiamo oggi in termini di capienza, di treni, di mobilità e capire, con quello che abbiamo, come raggiungere questo 50%. Questo è un tema che la Roma deve svolgere e che già in parte ha svolto: anche nella fase preliminare ha fatto dei calcoli. Il 50% è possibile ottenerlo già oggi, è evidente che nel progetto definitivo questo dovrà essere aggiornato, ma credo che non ci sia alcun dubbio: dobbiamo garantire a tutti di arrivare in sicurezza allo stadio e la Roma deve farsi carico di garantire la sicurezza dove le strutture sociali non possono farlo. È chiaro che una metro B che fosse totalmente modernata con una frequenza europea sarebbe più facile. Non possiamo incaricare questo tema alla Roma, ma il tema generale di garantire quella percentuale e l'accessibilità in sicurezza di tutti i tifosi è un tema che la Roma deve svolgere per aprire lo stadio. Non c'è possibilità che lo stadio apra senza che ci sia certezza sull'accessibilità in sicurezza degli spettatori, ovvviamente considerando che nel 90% dei casi noi siamo in condizioni standard. Nel caso in cui si giocasse la finale di Champions l'evento sarebbe speciale e ci sarebbero delle misure speciali. Il 50% di coloro che vanno allo stadio devono essere nelle condizioni di andarci in sicurezza e con i mezzi pubblici. Questo la Roma lo sa, lo ha dichiarato nella fase del progetto preliminare e siamo convinti che sia un obiettivo raggiungibili. Roma Capitale sta facendo degli investmenti, non solo sulla metro B ma anche su altri mezzi di trasporto. Questa è una politica che si sarebbe fatta a prescindere, perché agevolerà lo stadio".
Intorno allo stadio cosa si dovrebbe costruire oltre al parcheggio per gli spettatori?
"Lo stadio è la struttura fondamentale, poi ci sarà una piccola parte allegata a utilità interne che potranno essere legate a attività ristorative, creative. Stiamo parlando di attività accessorie. Altra cosa è ciò che il Comune sta immaginando che possa nascere attorno al quadrante di Pietralata, ci sono delle progettualità in essere come lo studentato della Sapienza e in alcuni casi in progettazione definitiva - come la nuova sede dell'Istat. Poi si dovrebbe completare il quadrante con questa vocazione sportiva e di ricerca scientifica. Questa è la nuova idea che abbiamo con Pietralata".
Per quanto riguarda l'addio della procedura di identificazione del coordinatore per il dibattito pubblico, introdotta nel 2018 per le opere che comportino investimenti importanti, come si sta strutturando? Avete iniziato a cercare questo coordinatore? A chi vi state rivolgendo e che tempi prevedete per l'individuazione di questa figura?
"Noi stiamo facendo una ricerca di mercato, stiamo seguendo gli uffici e ci sono dei vincoli di legge che prevedono che il coordinatore non possa essere residente nel Comune in cui viene realizzata l'opera. Sarà un processo molto breve, che durerà un paio di settimane. Confidiamo che nei primi di luglio si possa avere l'individuazione del coordinatore e che si possa cominciare a costruire il dossier per arrivare al controllo del territorio".
Quindi sarà un'assegnazione, non un bando pubblico.
"Non è una gara vera e propria ma è ad inviti, quindi l'amministrazione invita alcune società a fare una proposta che dovrà essere valutata".
Individuata la figura partirà la vera fase, con la pubblicazione del dossier e poi il dibattito che per legge non può andare oltre i 4 mesi. È una scadenza che pensate di prendere pienamente o si può velocizzare il momento?
"Vogliamo rispettare i tempi. Dobbiamo predisporre il dibattito pubblico attraverso questo dossier, attraverso un programma delle attività e una serie di incontri. Ovviamente c'è l'estate di mezzo, però immaginiamo di utilizzare queste settimane per disporre tutto e realizzare il dibattito a settembre. I tempi sono serrati, noi siamo confidenti che si possa agire contestualmente al lavoro della Roma".
L'ultima volta che ci siamo sentiti qui a Radio Romanista, lei ci aveva confidato di avere la speranza che la Roma potesse presentare il progetto definitivo entro quest'anno. È plausibile immaginare che si possa arrivare entro quest'anno all'invio della documentazione alla Regione per la conferenza decisoria e la verifica in assemblea comunale?
"Nel momento stesso in cui abbiamo un progetto definitivo che risponde a tutti i requisiti e vincoli che sono stati posti dagli uffici e dall'assemblea capitolina, noi siamo nelle condizioni di poter tornare in assemblea e delegare il sindaco a esprimersi in conferenza dei servizi. Sono fiducioso che se il progetto sarà completo e solido rispetto a criteri e a questi elementi, non ci saranno problemi. Noi vogliamo, come ho detto in altre occasioni, lavorare da un lato sulla partecipazione pubblica e dall'altro sullo sciogliere i nodi che devono essere sciolti nel progetto definitivo. Fatto questo, la Roma consegnerà il progetto nel momento stesso in cui l'assemblea delegherà il sindaco quando si sarà verificato che il progetto sia conforme e siamo assolutamente convinti che si possa andare avanti. Siamo convinti anche che le condizioni continuino a persistere, dobbiamo capire nel dibattito pubblico gli eventuali suggerimenti che emergeranno, ma anche su questo sono abbstanza convinto che si possa solamente migliorare il progetto e non metterlo in discussione".
Quali sono i soggetti che possono partecipare al dibattito pubblico? Può partecipare chiunque o bisogna avere qualche titolo?
"No, è un dibattito aperto. Noi lo abbiamo sperimentato già su altre grandi opere che stiamo facendo a Roma come la chiusura dell'anello ferroviario. Ci sono degli incontri di presentazione del progetto, di approfondimento di alcune tematiche: dall'accessibilità al tema di come si inserisce lo stadio nel quadrante di Pietralata. Poi ci sarà la possibilità di fare delle osservazioni che riguardano il territorio: penso per esempio che uno dei temi a non essere stato sciolto in questi mesi riguardi tutta l'attrezzatura del parco esterno a quello dello stadio".
Ancora non ha visto il progetto completo?
"Lo stadio non l'ho visto, sono anche io curioso come voi. Lavoriamo sulle cose meno affascinanti, su quelle più affascinanti siamo ancora in attesa".
Ha un'idea del grado di difficoltà che può aver riscontrato la Roma in base alle prescrizioni date dal Comune per la realizzazione dell'opera?
"Ci stiamo confrontando con la Roma e mi pare che i consulenti che stanno lavorando al progetto non abbiano trovato situazioni insormontabili. Ovviamente stanno lavorando con grandi società che si occupano di mobilità, di trasporto, però c'è un tavolo aperto stabile con le ferrovie dello Stato per quanto riguarda il trasporto su ferro e l'accessibilità alla stazione Tiburtina. Diciamo che si sta instaurando anche su questo punto di vista quello che avevamo auspicato da tempo: un tavolo di lavoro aperto su più fronti a seconda dei vari soggetti interessati. Ovviamente poi c'è un tavolo tecnico centrale che deve coordinare tutto ma siamo confidenti che questo lavoro possa sciogliere i nodi evidenziati nei mesi scorsi. La Roma sta lavorando su questo: il piano dei parcheggi, nuovi parcheggi aggiuntivi rispetto a quelli che sono stati immaginati nella fase preliminare, una valutazione dell'utilizzazione attuale dei parcheggi. C'è un lavoro che si sta giustamente affinando in questi ultimi mesi".
Possiamo ipotizzare una data ragionevole in cui questo stadio sarà completato?
"La data che la Roma ha dato come obiettivo, che è nel 2027, è una data realistica ma ci sono tanti step da superare. Io vorrei dare una data chiara quando si poserà la prima pietra. Lì potremo fare una stima ragionevole dei lavori, oggi è più complessa perché ci sono tanti punti da affrontare. Una volta c'era chi diceva che non avremmo mai votato la delibera, chi diceva che sarebbe stato impossibile andare a Pietralata. Piano piano io credo che si possa invece arivare alla meta".
L'area di Tor di Valle che fine farà?
"L'area di Tor di Valle non è un'area degradata. È un'area meravigliosa di verde privato e agro. A me piacerebbe che le parti di agro così pregiato di questa area potessero svolgere delle funzioni, soprattutto quella agricola. Io sono in attesa anche da parte della proprietà di fare un progetto, diverso da quello che riguardava lo stadio".
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