Lo stadio di Tor di Valle, un progetto inseguito per nove anni
L’ex Ippodromo a lungo è stato vicino a diventare la casa della Roma di Pallotta. L'Iter estenuante, un anno fa c'è stato lo stop definitivo
C’era una volta Tor di Valle. Mai come oggi il progetto targato James Pallotta e Luca Parnasi appare un lontano ricordo, eppure la Roma è stata veramente vicina alla realizzazione del suo impianto proprio nell’area dove ancora sorge l’Ippodromo reso famoso da Mandrake e dai suoi sodali. Una storia nata nel febbraio del 2012, quando vennero completate le relazioni relative alle analisi dei siti da parte di Cushman & Wakefield, leader nel settore immobiliare in Italia e nel mondo, società individuata dalla Roma e dal Presidente Pallotta per quella prima fase. Cushman & Wakefield passarono al vaglio nei mesi successivi 80 possibili siti, dai quali emerse proprio l’area di Tor di Valle solo nel dicembre dello stesso anno. Un fatto che, come vi abbiamo raccontato proprio da queste colonne si deve anche alla perseveranza di quello che era il proprietario dell’ex ippodromo, Gaetano Papalia, che sottopose l’idea direttamente a Cushman & Wakefield.
L’iter poi ha visto l’ingaggio dell’architetto Dan Meis e dell’ingegnere Scott Ferebee (e con loro oltre 500 professionisti di fama mondiale sono stati coinvolti) per la progettazione dello stadio nel gennaio del 2013. E poi ancora la presentazione del primo progetto nella primavera del 2014, l’approvazione della delibera di pubblico interesse targata Ignazio Marino nel dicembre del 2014, la prima Conferenza dei Servizi quando si era già insediata Virginia Raggi a giugno del 2016 (anche per il ritardo nella presentazione del progetto definitivo da parte dei proponenti). E poi la crisi della fine del 2016, la novazione del progetto nel febbraio del 2017, con il taglio delle torri di Libeskind, l’approvazione di una seconda delibera di pubblico interesse nel giugno dello stesso e la seconda Conferenza, che ha approvato in via definitiva il progetto ormai a gennaio del 2018. Un progetto che da allora sembrava destinato finalmente ad un percorso agevolato, ma che è stato bruscamente interrotto dalle presunte (perché tali restano fino al pronunciamento di un giudice) manovre spericolate di Luca Parnasi, che nel giugno del 2018 davvero hanno rischiato di far saltare tutto. Un tutto che è incredibilmente andato avanti sino allo scorso anno, tra perizie e studi affidati ai più disparati istituti, in mezzo a una pandemia che ha costretto il mondo intero a ripensare a se stesso e alle proprie esigenze, e soprattutto in mezzo a un cambio di proprietà che ha cambiato anche le strategie del club.
L’impianto di Tor di Valle non era purtroppo più finanziariamente sostenibile. E per questo nel febbraio dello scorso anno la Roma ha deciso di rinunciare alla realizzazione dello stadio in quell’area, ed il Comune non ha potuto fare altro che assecondare la decisione del club ritirando il pubblico interesse giusto un anno fa, il 5 luglio. Ora però siamo pronti a ricominciare.
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