Stadio della Roma: zona mercati generali la prima scelta

La favorita delle tre opzioni, prevede la costruzione dell’impianto con i parcheggi in zona Gazometro e la riqualificazione di Campo Testaccio

PUBBLICATO DA Piero Torri
28 Luglio 2021 - 06:00

Lo stadio. Tutti ne parlano, in particolare in questo periodo di campagna elettorale, ma nessuno fa. Promesse, chiacchiere, presunte garanzie, ma fatti zero. A quelli ci sta pensando la Roma. Che, dopo la revoca per l'impianto di Tor di Valle, sta sintetizzando il lavoro che era già stato fatto da quando si era deciso di abbandonare il progetto pallottiano. La sintesi, e lo diciamo con più che ragionevole certezza, è che sono state ormai ridotte a tre le opzioni per lo stadio della Roma. E una è favorita.

Stadio: zona dei mercati generali. Parcheggi: zona del gazometro. Terza volontà: ristrutturazione di Campo Testaccio dove costruire un campo da calciotto, che possa essere anche la sede di una scuola calcio colorata di giallorosso. Se non vi affascina l'idea, è un problema vostro. Perché tutto questo, con i se e i ma che sono d'obbligo in situazioni di questo tipo come peraltro abbiamo toccato con mano per l'impianto abortito di Tor di Valle, vorrà dire riportare la nostra Roma a casa sua, a Testaccio, nel cuore di Roma, nel centro della nostra meravigliosa città. Il tutto è già più di un'idea. La dirigenza ci sta lavorando da parecchie settimane. La famiglia Friedkin ha già visionato mercati generali, gazometro e campo Testaccio votando a favore di un progetto che in un tempo tra i tre e i cinque anni dovrebbe essere completato.

È chiaro che c'è tutta una serie di problematiche che dovranno essere affrontate e risolte. E non sarà semplice. Partiamo dai mercati generali, zona che è già stata studiata a fondo. Ci sono due vincoli per altrettanti edifici, la Roma ha già predisposto la sua soluzione con un progetto che garantirebbe comunque i due edifici, spostati lateralmente, con tutti gli uffici annessi. E' già stata immaginata una piastra-piazza che possa accogliere i tifosi prima dell'ingresso nello stadio in cui, sicuramente, ci sarà un mega Roma-store, il museo giallorosso e una zona dedicata all'Hall of fame. I problemi da risolvere sono essenzialmente due: la viabilità e i parcheggi. Per la prima si sta mettendo nero su bianco una serie di iniziative per convincere i tifosi a usare i mezzi pubblici. Come per esempio uno sconto sui biglietti per la partita; la costruzione di una stazione stadio sulla ferrovia che passa lì a due passi, una fermata che sarebbe attiva nei giorni delle partite con treni dedicati, nel senso che non si fermerebbero nella vicina stazione Piramide, ma avrebbero il loro capolinea davanti all'impianto; una serie di navette che da diversi punti della città garantirebbero afflusso e deflusso.
Per il problema dei parcheggi, passiamo al Gazometro. La zona due del nuovo stadio, è stata individuata, anche per la vicinanza ai mercati generali, come la migliore per la costruzione di una serie di parcheggi. Che si svilupperebbero in altezza e in profondità, nel senso che l'idea è quella di costruire in alto e in basso per garantire più posti possibili. C'è da dire, però, che da quindici anni le amministrazioni comunali non hanno concesso permessi per parcheggi sotterranei, ma la Roma è convinta di poter risolvere il problema.

Infine Campo Testaccio. Basta il nome per far battere il cuore di qualsiasi tifoso giallorosso che si rispetti. La Roma vuole assolutamente riqualificarlo, riconsegnandolo alla città ma soprattutto alla sua gente. Detto tutto questo, è bene chiarire che un conto è pensarlo e, come sappiamo bene, un altro realizzarlo. Anche per questo a viale Tolstoj stanno valutando altre due ipotesi. La prima è relativa alla zona del Velodromo dove per la viabilità ci sarebbero meno problemi come per la costruzione dei parcheggi perché di spazio ce ne sarebbe in abbondanza. È però una scelta periferica, che allontanerebbe dal cuore della città, cosa che invece i Friedkin preferirebbero. E anche per questa ragione per ora hanno messo in un cassetto l'ipotesi del velodromo.
La terza opzione è quella di acquistare l'Olimpico. Ovviamente rifacendolo, ma questa scelta, come si può facilmente capire, non è certo una passeggiata di salute. Intanto, nel momento di un'ipotetica ricostruzione dell'impianto, dove si giocherebbero le partite? Ci sono poi una serie di vincoli interni ed esterni all'Olimpico che costituiscono una problematica di non facile soluzione. Poi, anche se a noi può interessare relativamente, l'altra squadra della nostra città, dove andrebbe a giocare?

Detto tutto questo, c'è da aggiungere che su qualsiasi ipotesi di un nuovo stadio per la Roma, pende il rischio (molto, ma molto concreto) di una denuncia con relativa richiesta danni (tra i settecento milioni e il miliardo) a cui il Comune starebbe lavorando con l'intenzione di citare Eurnova e Roma. Fosse così, non potrebbe partire nessun nuovo iter per lo stadio. La Roma tutto questo lo sa e ha già pronta la soluzione: il progetto stadio sarebbe presentato da una nuova società.

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