VIDEO - Primavera, Romano: "La Roma è la scelta perfetta per crescere"
Parla il centrocampista di Falsini nel nuovo episodio di 'Dreaming Roma': "La convocazione è stata inaspettata. Prima o poi, con l'impegno, arriverà anche l'esordio"

(GETTY IMAGES)

Nel corso del nuovo episodio del podcast "Dreaming Roma", il centrocampista della Primavera Alessandro Romano ha raccontato la sua storia e i suoi obiettivi con la maglia giallorossa. Ecco le sue dichiarazioni.
Tolta la tecnica, sei un profilo che i tifosi vorrebbero conoscere meglio. Sei riflessivo, non di tante parole. Noi siamo abituati ai ragazzi romani e romanisti. Tu hai un po' la Roma nel cognome, un po' di destino.
"Sembra di sì. In realtà, da quando le persone in Svizzera lo hanno scoperto, mi hanno sempre fatto la stessa battuta. Quindi sì, potrei dire di sì".
C'è un'altra coincidenza: sei nato il 17 giugno del 2006. E il 17 giugno è una data un po' speciale, non so, magari te lo hanno raccontato...
"Esattamente. Il giorno in cui la Roma ha vinto il suo terzo Scudetto. Prima non lo sapevo. Ma il marito di mia cugina è un romanista vero, quindi ho un po' di romanismo in famiglia. Lui mi ha raccontato questa cosa e non solo questo. Ad esempio, quell'anno la Roma ha vinto il Mondiale e i miei genitori si sono sposati il 17 giugno...".
Sei arrivato nel 2022, sei cresciuto nella tua città. Ci racconti la trattativa?
"Da quando ho iniziato, ho sempre giocato al Winterthur, poi ho giocato due anni al Grasshopper per poi tornare al Winterthur. La trattativa è nata perché mi hanno visto in nazionale contro l'Italia. Mi hanno scoperto lì. Poi sono venuti a vedere una gara del Winterthur: non ho giocato bene, ma qualcosa hanno visto... (ride, ndr) Un paio di giorni dopo c'è stata una video-call, ho avuto modo di conoscere la Roma, sono venuto qui e ho visto Trigoria. Mi sono innamorato subito. E dopo aver firmato ho iniziato quest'avventura".
Iniziata alla grande, perché al primo anno hai vinto subito lo Scudetto (in Under 17, ndr). Te lo aspettavi?
"In realtà non ho avvertito difficoltà. Sono venuto qui per migliorare e sono un ragazzo che vuole vincere sempre. Arrivare a fine giugno e vincere lo Scudetto è stato bellissimo".
Guardando qualche allenamento, sei un calciatore che vuole vincere sempre.
"Se perdo, mi innervosisco subito!".
L'anno scorso hai segnato al debutto in Primavera e lo hai fatto anche al derby. Le prime volte non le sbagli quasi mai!
"Sì, ho segnato, è stato molto bello. Ringrazio anche il mister, ho iniziato (nel 2023-24, ndr) la stagione in Under 18, sono salito in Primavera e ho segnato subito. È stato un momento bellissimo. Al derby non so che cosa spiegare, segnare in quella partita è sempre bellissimo".
Meglio un assist o un gol?
"Difficile da centrocampista... Direi assist. Ma basta che aiuto la squadra!".
Quindi è meglio l'assist a Bologna a Graziani piuttosto che il gol col Verona...
"Sì!".
Un'altra curiosità. Perché mostri i muscoli quando esulti?
"Mostro il bicipite, è una cosa tra me e mia mamma. Lei è una delle persone più importanti della mia vita, mi dà tanta forza, tanta energia e dal nulla abbiamo fatto il bicipite. Da lì è nata l'esultanza".
Rapporto con la famiglia: come si rapporta quando cambi così la tua vita?
"All'inizio è stato molto difficile. Sono stato da solo, in un altro Paese, ed è stato difficile anche per loro. Ma alla fine ci sentiamo ogni giorno. Ora stiamo bene. La parte più difficile è passata".
Il cittadino italiano medio, quando pensa alla Svizzera pensa alla tranquillità, all'organizzazione. Tu arrivi a Roma e trovi tanto caos: come è stato?
"È vero, la Svizzera è tranquilla. Ma qui a Roma ho speso tanto tempo in convitto o nell'appartamento. Con i miei genitori ho visto la città, che è bellissima, me ne sono innamorato subito. Ma mi sono ambientato bene, i ragazzi mi hanno accolto alla grande e li ringrazio per questo".
Doppio passaporto grazie ai tuoi nonni, un italiano pressoché perfetto. Ma dicevi che lo hai imparato qui.
"Sì, non parlavo tanto italiano in Svizzera. Ma da quando sono qui ho imparato tanto con gli amici, con gli altri ragazzi".
Parli quattro lingue.
"Italiano, tedesco, francese e inglese".
C'è un'altra lingua che ti piacerebbe parlare in futuro?
"Sì, forse lo spagnolo. Mi piace, è una lingua che dà tanta allegria".
Che rapporto hai con l'Italia?
"Ogni estate vado in vacanza in Puglia, l'unico rapporto che ho sono le origini. Ho pensato alla Nazionale italiana, ci ho parlato, ma per il momento non è la priorità. Sto bene con la Svizzera. Ma nel futuro non si sa mai".
Tecnicamente ti definiresti un regista?
"Sì, mi piace avere la palla, decidere il ritmo".
Vertice basso di un 4-3-3 o uno dei due mediani nel 4-2-3-1?
"Cambia qualcosa. Nel 4-3-3, da regista singolo, non ho tanta libertà e sono più difensivo. Nel 4-2-3-1 ho più libertà, posso sganciarmi di più e sfruttare anche il tiro da fuori. Se devo decidere, dico il 4-2-3-1".
Quindi come sta giocando attualmente la squadra è l'ideale per te, infatti ti stiamo vedendo spesso in zona gol. Quanto ti piace tirare da fuori?
"Tanto, tantissimo! Perché ho il tiro e ci provo quando ne ho la possibilità. Tutti i quattro gol stagionali sono da fuori area".
Quando c'è una punizione sul centro-destra?
"Se posso la prendo sempre, ma ci sono anche altri calciatori con qualità. Ci parliamo sempre".
Dove pensi di dover migliorare?
"Posso farlo in tutti gli aspetti, anche nei punti più forti. Forse direi la fase difensiva, fondamentale per un mediano".
In prima squadra ci sono tanti centrocampisti di altissima qualità. Hai un punto di riferimento?
"Rubo a destra e a sinistra, sono tutti forti. Però il giocatore a cui mi ispiro di più è Paredes, solo allenandomi con lui imparo tanto. Vederlo giocare a calcio è bellissimo".
E ce ne è uno della nazionale svizzera?
"Prima c'era Inler. Ora è Xhaka, giochiamo nello stesso ruolo e siamo mancini. Mi piace la sua mentalità, è un leader. Purtroppo non li ho conosciuti, però chissà... Magari tra un paio di anni giochiamo insieme in nazionale! (ride, ndr)".
Sei molto ambizioso.
"Sì, voglio sempre migliorarmi, finché non arrivo all'obiettivo".
Sei osservatore e riflessivo più che comunicatore. Pensi di poter diventare un leader 'comportamentale'?
"Sì, ma anche con le parole cerco sempre di migliorarmi. Diventa un'abitudine".
Nel tempo libero che cosa ti piace fare?
"Spendere il tempo con la famiglia, ascoltare musica, leggere libri... Ascolto musica italiana, spagnola, inglese, tedesca... Mi piacciono Sfera Ebbasta, Tony Effe, ma anche le canzoni della Roma".
E con i social?
"Un rapporto equilibrato. Quando pubblico qualcosa, è sempre legata al calcio".
Tornando al campo, nel gennaio del 2025 è arrivata la convocazione in prima squadra. Te la aspettavi?
"Non me l'aspettavo. È stata un'emozione indescrivibile, difficile da dire. È stato un sogno".
Ci pensi al debutto?
"Sì, spero il prima possibile ma già poter andare lì a guardare è stato bellissimo. Ora sta a me. Prima o poi arriverà".
Però il 2025 è iniziato abbastanza bene: a gennaio la convocazione, a febbraio il rinnovo... Un punto di partenza.
"È stato un bel giorno, un traguardo che ho raggiunto ma devo continuare ad allenarmi. Poi arriverà il debutto".
Che aspettative hai?
"Voglio vincere titoli, diventare un gran giocatore ed essere un esempio per i prossimi giovani. Per aiutarli".
All'annuncio del tuo contratto, hai dedicato una frase anche alle persone del convitto che ti hanno aiutato.
"Anche per i miei giocatori sono stati importanti i tutor, mi hanno fatto stare bene. Il rapporto con loro è aperto, mi hanno aiutato tantissimo per farmi stare bene dentro e fuori dal campo".
Come se il club ti avesse adottato.
"Sì, la Roma per tanti giovani è la società perfetta per crescere. Il modo in cui lavorano con i giovani è bellissimo. Il posto è bellissimo".
Dunque, c'è un tifoso in più?
"Non solo uno! Tutti i miei famigliari ora tifano Roma. Come si fa a non tifare Roma? Abbiamo uno stadio storico, con tifosi meravigliosi. Direi che c'è un romanista in più!".
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