Il dolce lo serve Coletta: la Roma Primavera rimonta la Juventus nel finale
Merola, fortunato, apre le marcature. Poi cambia tutto col rosso di Ngana: Misitano e il 18, dopo una prestazione rocciosa dei bianconeri, la ribaltano. Termina 2-1
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(GETTY IMAGES)
La gioia arriva nel finale. È Coletta, nel posto giusto al momento giusto, a segnare il 2-1 in extremis per la Roma Primavera, vittoriosa al Tre Fontane contro la Juventus. Ancora una volta c'è il carattere. La tenacia. Un elemento fondamentale nella stagione dei giallorossi. Stavolta, però, Falsini cambia assetto tattico. Senza Reale e Graziani, squalificati per somma di ammonizioni, il tecnico schiera i suoi in un 4-2-3-1 inedito. Tra i pali c'è De Marzi, schermato in difesa da Sangaré, Mirra, Nardin e Litti; poi, a centrocampo, la coppia Di Nunzio-Romano; e a trequarti, a supporto di Misitano, ci sono Marazzotti, Coletta e Zefi. Una scelta che, almeno inizialmente, non porta ai risultati sperati: i due esterni di attacco sembrano estranei al gioco e i terzini soffrono la spinta costante di Merola (a destra) e Amaradio (sull'altro versante).
Così, dopo un primo quarto d'ora equilibrato, è proprio Merola a fare 0-1. Pugno fa sponda e trova il 36; il tiro viene inizialmente murato da un formidabile De Marzi, ma la fortuna non è dalla parte della Roma e un rimpallo spedisce il pallone in porta. Poi torna l'equilibrio e la gara cambia. Rovescia tutto Ngana: Misitano, involato verso la porta bianconera in contropiede, calcia in area, perdendo però prontezza a causa di una palese spinta del centrocampista della Juve. Per l'arbitro non c'è dubbio: rosso (un altro, per proteste, arriverà a Magnanelli) e rigore, trasformato al 26' dal numero 9 romanista. Un altro timbro. Da qui la gara è un po' più in discesa. C'è più fraseggio a centrocampo tra Romano e Di Nunzio e Zefi si attiva, comandando spesso l'azione offensiva.
Trema la Roma quando nel recupero Pugno segna, ma in fuorigioco. È forse per questo motivo che Falsini sceglie di cambiare all'intervallo: fuori Mirra, in affanno, e Zefi; dentro Mannini (al ritorno in campo dopo settimane) e Levak. Si passa a un 4-5-1 con Di Nunzio in difesa, Marazzotti e Mannini sui lati. Un'idea che non dà i suoi frutti. Ci sono sì due occasioni per Coletta e Levak nel giro di 2', ma poco altro. Anzi, la Juve si mostra mettendo in pericolo De Marzi, bravo a respingere un tiro da fuori al 62'. Falsini capisce le difficoltà e varia ancora: fuori Sangaré, dentro Bah; si passa al 4-3-2-1. Ed è qui che la Roma aumenta la sua pericolosità. Al 67' Misitano gira di testa un cross di Romano e spedisce fuori di pochissimo; poco dopo, al 73', è ancora Levak a colpire col capo e a non centrare lo specchio. Sembra, arrivati a questo punto, impossibile scalfire la difesa avversaria, nonostante il vantaggio numerico. E, in più, l'infortunio di Mannini, tornato dopo uno stop di due mesi, lascia un brutto presagio. Tutto pare scritto quando Misitano, all'88', colpisce un palo clamoroso da fuori area.
Ma così non è. E al 93' i cambi la decidono: Cama cerca Levak, Levak fa la torre e pesca Coletta, lasciato solo dalla dormiente difesa juventina, sulla linea di porta. Basta appoggiarla in rete al 18 per siglare il gol numero 11 della sua stagione e mandare in paradiso la Roma Primavera. Si rischia di tornare sulla terra quando Martinez ha una grande chance in area al 96'. La retroguardia romanista, però, fa muro e assicura il 2-1 e i tre punti. Importantissimi, sia per tenere a bada l'Inter, sia per proiettarsi, almeno momentaneamente, al primo posto a quota 58. In attesa della Fiorentina.
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