Roma squadra eterna, da 57 anni di seguito in gol almeno un prodotto del vivaio

Grazie a Niccolò Pisilli prosegue il sogno romanista di un calciatore proveniente dal settore giovanile che va in rete con la prima squadra. Il classe 2004 grazie a prestazioni di alto livello ha convinto sia Daniele De Rossi che Ivan Juric a concedergli spazio da titolare al suo primo anno tra i professionisti, e a coronamento del suo grande momento, è arrivata anche la convocazione in Nazionale da parte del ct Spalletti. Ancora una volta è un ragazzo arrivato dalle giovanili, romano e romanista, a regalare un’altra pagina di un legame la cui importanza non è mai un dettaglio e concerne il rapporto tra la Roma, la città, i suoi colori e i suoi figli. Con il gol al Venezia di Pisilli prosegue un’incredibile tradizione che dura ininterrottamente da ben 57 anni e che evidenzia e sottolinea come lo scorrere del tempo non cambia il sentimento, non spezza il legame ferreo, indissolubile, tra la Roma e i romanisti: è infatti dalla stagione 1967-1968 che un calciatore cresciuto nel settore giovanile giallorosso segna almeno un gol in una partita ufficiale in prima squadra.

Capitani, bandiere e non solo

Un dato statistico rappresenta un dato di fatto, ma è necessario analizzarlo e scegliere in quale prospettiva osservarlo e giudicarlo: si può affermare che questo dato è banale e ovvio visto che i grandi capitani della storia della Roma sono rimasti per la maggior parte o per l’intera carriera con la maglia giallorossa, per cui è naturale che ci sia continuità, ma in realtà tutto questo racchiude ciò che di straordinario e unico rappresenta l’essere romanisti e portare avanti il sogno di lottare per questi colori e diffondere e tramandare alle nuove generazioni il significato di ciò che rappresentano nella storia. I grandi capitani sono l’emblema, i profeti in patria, coloro che più di ogni altro hanno portato sulle spalle la responsabilità del romanismo, ma fermarci a loro significherebbe non dare la giusta importanza anche ad altri che non hanno dato alla Roma la loro intera carriera, ma hanno cullato il sogno di essere protagonisti con la prima squadra, ma che poi per motivi diversi hanno dovuto lasciare la Roma. Sono 52 i marcatori diversi e consecutivi dal ’67-’68 a oggi provenienti (o come Spinosi e Sadiq passati) dal vivaio. Da Milanese a Scardina, goleador in Europa League, al tacco di Okaka in Roma-Siena, al piazzato di Aquilani nel derby delle 11 vittorie di fila, al tap-in di Edoardo Bove che ci porta in finale di Europa League, a Desideri che segna nella vittoriosa finale di Coppa Italia 85-86, alla corsa sotto la Sud di Daniele Conti, al Cobra Sandro Tovalieri, a Muzzi e Romagnoli, a segno con entrambe la squadre della Capitale ma cresciuti nella Roma, fino a colui che ha iniziato questa incredibile storia: Francesco Scaratti, giocatore di estrema duttilità, che Helenio Herrera e Oronzo Pugliese riportarono a casa nel 1967 dopo dieci anni passati in altre squadre. È indicativo citare la stagione 1985-1986 in cui sono andati a segno ben sette giocatori provenienti dal settore giovanile (Giannini, Conti, Baldieri, Desideri, Tovalieri, Di Carlo, Righetti), il che sottolinea il filo diretto che lega i giovani alla prima squadra, una costante in tutte le epoche per la Roma, visto che sia nel 1977-1978 che nel 2006-2007 sono sei i giocatori scuola Roma in rete, mentre in anni recentissimi (21-22 e 22-23) sono andati in rete quattro giocatori. 57 anni sono più di un’eternità nel calcio, i giocatori passati in un’epoca calcistica così lunga sono tanti, ma è il concetto che rimane scolpito e incancellabile nella storia della Roma, quel sogno di fare la differenza con indosso la maglia giallorossa, di far prevalere le ragioni del cuore. La storia continua.

L'elenco dei marcatori dal 1967-68 ad oggi