Alla scoperta di Edoardo Bove, la stella della Roma Under 17
Mezzala e goleador. Domenica due reti contro il Pescara. Ora sono 15 in 15 partite: presto il salto con la Primavera di Alberto De Rossi
C'è la firma di Edoardo Bove sulla vittoria 5-1 della Roma Under 17 con il Pescara, domenica. Ma forse è più corretto dire che c'è la sua firma sul primo posto (già aritmetico) dei 2002 nel girone, con tutto che - da Zalewski a Cancellieri, passando per Milanese e Tripi - i giocatori di talento in quel gruppo non mancano di certo. Ma Bove, in questo momento, sembra trasformare in oro tutto quello che tocca: da centrocampista segna come e più di un attaccante, e se non è ancora capocannoniere della squadra, è solo perché un problema fisico - una microfrattura all'anca, ora completamente superata - gli ha fatto saltare cinque partite, uscendo a metà settembre per rientrare ai primi di novembre. Con 17 gol in 18 partite il miglior marcatore della squadra è Matteo Cancellieri, esterno d'attacco che nelle ultime partite la Roma sta centellinando, per dare spazio a Travaglini (che è in bilico, e deve conquistarsi sul campo la conferma in Primavera), a 15 ci sono il centravanti camerunese Daniel Tueto Fotso, che ha raccolto 21 presenze e nelle ultime due partite è sceso a dare una mano all'Under 16, e Bove, che con la doppietta di domenica ha raggiunto la media spaccata di un gol a partita.
Ha sempre avuto il problema del centravanti, il fortissimo gruppo dei 2002: lo scorso anno fu proprio Bove il capocannoniere, con 11 gol in 27 partite: ne fece 2 nello storico 7-2 alla Lazio al Maurizio Melli, nell'andata dei quarti di finale, poi segnò il gol più importante della stagione, infilando già al primo minuto, su cross di Cancellieri, il portiere dell'Inter Filip Stankovic, ovviamente figlio d'arte. Ma quel vantaggio durò poco: al 4' pareggiò su punizione Sebastiano Esposito, il centravanti del 2002 che Spalletti ha fatto debuttare in prima squadra nel tentativo di rimettere in piedi la partita di Europa League con l'Eintracht Francoforte. Era una squadra stellare quell'Inter, che poi trovò il 2-1 che eliminò i giallorossi e vinse lo scudetto rifilando un secco 3-0 alla Juventus in finale: quest'anno la Roma di Fabrizio Piccareta, che ha il miglior attacco di tutti e tre i gironi, cercherà la sua rivincita, provando a confermare lo scudetto (vinto a giugno dai 2001) che porta sulle maglie.
Protagonista in Qatar
Di questa macchina da gol, Bove è quello che spariglia le carte: la sua caratteristica più evidente è l'eccezionale capacità di scegliere il tempo per gli inserimenti offensivi, magari dopo aver recuperato palla in pressing. Domenica, con il Pescara, la palla se l'era presa lui, poi ha lasciato sul posto due uomini in dribbling, e ha messo in rete infilando il portiere in uscita. Completamente diverso il primo gol, di testa, su punizione di Zalewski: non è un caso, anche nel gioco aereo se la cava molto bene. Per velocità e tecnica è uno dei migliori centrocampisti d'Italia, e infatti lo scorso anno era entrato nel giro della nazionale Under 16: l'infortunio di settembre gli ha impedito di confermarsi con l'Italia Under 17, ma non è escluso che possa rientrare nel giro, anche se gli azzurrini hanno passato i primi due gironi, e non sarà facile togliere il posto a qualcuno.
Potrebbe cambiare le gerarchie un eventuale esordio sotto età in Primavera: contro il Milan è andato in panchina, ultimamente è stato chiamato per qualche allenamento, l'infortunio di Sdaigui potrebbe aprirgli qualche spazio in più. Ma per la Primavera è solo questione di tempo: se non sarà in questi mesi, sarà la prossima estate, quando i 2002 faranno il salto. E Bove è uno di quelli su cui la società punta di più: la scorsa estate ha firmato il primo contratto professionistico, un triennale con scadenza 2021, molto utile per evitare tentazioni dall'estero. Che sarebbero potute arrivare, visto che il ragazzo è stato protagonista assoluto all'Alkass Cup, a febbraio in Qatar: due gol all'esordio, contro il Psg, e titolo di MVP, preso di nuovo contro lo Spartak Mosca. Romano dell'Appio-Latino, padre di Napoli e madre italo-tedesca, va al liceo all'Eur, al "Massimo", anche con buon profitto. Sarà il calcio a garantirgli un futuro, ma il ragazzo quando è a scuola cerca di non pensarci.
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