Settore Giovanile

Almaviva show: quanto è cresciuto il bambino di Totti

Francesco, il giorno dell’addio il 28 maggio 2017 in uno Stadio Olimpico stracolmo per il suo saluto, gli mise al braccio la fascia di capitano

PUBBLICATO DA Francesco Oddi
27 Giugno 2022 - 09:30

Il bambino sta diventando uomo: Mattia Almaviva fino a due giorni fa era ancora il giovanissimo calciatore a cui Totti aveva consegnato la sua fascia di capitano, nella toccante cerimonia del suo addio al calcio, il 28 marzo 2017, il giorno dello "Speravo de mori' prima". Cinque anni dopo, ad Ascoli, contro il Milan, quel ragazzino è diventato il numero 10 dell'unica squadra che ha vinto lo scudetto nella stagione 2021-22, con tutto che in semifinale erano arrivate in 6, dall'Under 14 alla Primavera. Totti lo scelse perché voleva simbolicamente lasciare il testimone al più giovane capitano del vivaio, l'onore sarebbe potuto toccare a Di Nunzio, dei Pulcini classe 2007 (in realtà c'era una certa discrezionalità, perché a quell'età la fascia va a rotazione), però erano a Bergamo per un torneo, così toccò ad Almaviva, dei Pulcini classe 2006. E qualcuno disse che forse non era un caso che fosse toccato a lui, che il ragazzo era molto bravo, e che la cosa a Totti era stata riferita: voci che sembrarono trovare una conferma quando il numero 10 ha aperto la sua agenzia di procuratori, ingaggiando proprio Almaviva, tornato sulle prime pagine dei giornali perché la storia era oggettivamente curiosa. Una storia finita: il ragazzo ha poi lasciato l'agenzia di Totti (che invece segue ancora l'altro ragazzo che poteva prendere la fascia quel giorno, il regista e capitano dei 2007 Di Nunzio) per affidarsi a quella di Pastorello (che nel gruppo dei neo campioni d'Italia ha anche il mancino Litti, forse il migliore della rosa).

Il consiglio giusto

E proprio al suo (nuovo) agente Almaviva si era rivolto qualche mese fa, quando aveva deciso di lasciare la Roma, visto che trovava poco spazio, quasi sempre da subentrato, dopo aver giocato da titolare le prime due. A gennaio si sentiva poco valorizzato, il mercato era aperto e le squadre interessate c'erano, gli è stato suggerito di pazientare un altro po': meglio aspettare qualche mese, vedere che succedeva, e cambiare casomai in estate, e non a metà anno. Per anni Almaviva era stato il classico brevilineo molto tecnico che Bruno Conti non si lascia scappare, e che conferma anche se in campo vanno quelli più alti. Negli ultimi mesi ha iniziato a prendere centimetri, ha superato il metro e settanta e non è detto che si fermi, ma il posto non riusciva a conquistarselo. Dopo 4 gare di fila da subentrato, a marzo, in trasferta contro la Salernitana, è partito nuovamente dal primo minuto, e non è più uscito. Falsini, che nella sua prima esperienza in giallorosso aveva fatto lo stesso con Milanese, ha iniziato a schierarlo come falso nueve, allontanando dalla porta Nardozi, quello che, partendo da esterno destro di centrocampo, ha deciso la finale col Milan.

Almaviva, che nasce trequartista (e come tutti i trequartisti, da quando ci è riuscito Pirlo, è stato provato in cabina di regia) si è tenuto la maglia numero 10 anche ora che gioca da numero 9, e si è adattato molto bene: ha forza nelle gambe, un tiro potente e preciso, e ha conservato la sua naturale propensione all'assist. Sabato sera ad Ascoli è stato il migliore: ha servito palloni su palloni a Nardozi e Mannini, che non li hanno sfruttati a dovere (anche se il primo, ai supplementari, si è fatto perdonare con gli interessi). Segnava pochino la squadra di Falsini: Nardozi è arrivato in doppia cifra solo col gol in finale, dietro di lui a quota 7 un terzino sinistro, Litti, un centrocampista che non parte titolare, Della Rocca, e l'ex Napoli Musella, che sarebbe dovuto essere la stella della squadra, ed è stato oscurato dall'esplosione di Almaviva. Che ha segnato 5 gol, distribuiti molto bene: la maggior parte nella fase calda del campionato, segnando all'Inter sia all'andata che al ritorno, prima di decidere la semifinale di andata con la Juventus. Non ha ancora il contratto, prima di arrivare in Primavera ha ancora un anno in U17 e uno in U18, dove magari lo riporteranno a trequarti, o lo proveranno mezzala: con la 10 e lo scudetto in tasca non sarà certo un problema.

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