L'eredità di De Sanctis: da Volpato a Ivkovic, ecco la svolta internazionale del settore giovanile
Il club giallorosso si è messo al pari con un cambiamento in atto da tempo, in un ambiente sempre più ricco di stranieri: i risultati si vedono, e i primi frutti sono già arrivati in prima squadra
Si raccolgono dopo molti anni, i frutti del settore giovanile: dieci giorni fa la Roma ha pareggiato una partita grazie al gol di Edoardo Bove, arrivato a Trigoria nel 2012, per merito di Bruno Conti, che nei 10 anni passati tra quella scelta e il primo risultato tangibile della stessa era stato messo ai margini, e poi rimesso con tante scuse al suo posto. Che nel frattempo era stato occupato da Massimo Tarantino, andato via nel settembre 2019: sono passati due anni e mezzo, e alcuni dei ragazzi che ha portato alla Roma, come il centrocampista della Primavera Faticanti, strappato al Frosinone, o il centravanti Voelkerling Persson, pescato nel Trelleborg, devono ancora fare un minuto in prima squadra (e di conseguenza far capire se le cose belle che si dicono sul loro conto avranno un seguito).
Nella settimana della grande sfida con l'Atalanta, tradizionalmente la grande avversaria (come giovani lanciati, più che come finali giocate) del settore giovanile giallorosso, ha lasciato la Roma, risolvendo un contratto che sarebbe scaduto nel 2024, il direttore tecnico di Primavera, Under 18 e Under 17 Morgan De Sanctis, e anche qui molte risposte arriveranno tra qualche anno. Del resto lo ha dichiarato anche Tiago Pinto, lunedì, salutando il dirigente abruzzese: «Sono certo che la Roma continuerà a beneficiare del lavoro impostato da Morgan nei propri ambiti di competenza». Ma qualche risposta, già adesso, è arrivata, ed è decisamente positiva: le tre squadra di cui si occupava l'ex portiere sono tutte prime in classifica (ma non è quello il vero indicatore) e qualcuno dei ragazzi che ha portato a Roma già si è fatto notare in prima squadra, grazie anche alla lungimiranza di Mourinho, un tecnico che ha sempre amato lanciare i giovani migliori dei club in cui ha lavorato.
Una nuova prospettiva
Il modo di fare settore giovanile è cambiato molto negli ultimi anni: è passata un'era geologica da quando il Milan schierava titolari i tre lombardi cresciuti in casa Baresi-Maldini-Costacurta, ma anche da quando, in tempi più recenti, la Juve puntava sui torinesi Marchisio e Giovinco: ora il prodotto migliore della Primavera bianconera – in attesa della definitiva esplosione del vercellese Kean, che potrebbe anche non arrivare mai – è Ciro Immobile da Castellammare di Stabia, acquistato dagli Allievi del Sorrento, mentre quello del Milan, Gigio Donnarumma, arriva dalla stessa città, e fu preso dopo un blitz che spiazzò l'Inter, convinta di averci messo le mani sopra. Il club nerazzurro qualche ragazzo cresciuto in casa ce l'ha - il 24enne Dimarco è arrivato bambino, come Pinamonti, che pure giocava già nelle giovanili di un club professionistico, il Chievo - ma ha sempre guardato con attenzione al mercato straniero, non sempre con risultati all'altezza: il gigante francese classe 2002 Kinkoue, pagato un milione e mezzo, è stato ceduto all'Olympiacos senza fare un minuto in prima squadra, l'uruguagio Martin Satriano, più vecchio di un anno, il debutto lo ha fatto ed è andato via solamente in prestito, ma l'esborso era stato ben maggiore, e non è ancora del tutto certo che l'ottimo inizio col Brest - 3 gol nelle 5 partite di Ligue 1 giocate a febbraio - basterà per garantirgli una carriera ad alto livello. Mentre l'Atalanta, che un tempo per integrare i tanti bravi calciatori che trovava nelle valli bergamasche al massimo arriva nella Marsica per prendere i fratelli Morfeo o Zauri, o in Toscana per un Pazzini, ora ha nella numerazione ufficiale della Primavera un ceco, un iracheno, un norvegese, uno sloveno, uno slovacco e tre svedesi, a cui sommare un portiere polacco preso a gennaio, un attaccante etiope prestato al Verona (Mediero, in campo nel 3-0 alla Roma di domenica scorsa) e un guineano tesserato una settimana fa (Cisse, subito a segno contro il Milan).
Ora è praticamente impossibile fare settore giovanile ad alto livello senza far ricorso ai ragazzi stranieri, in particolare nel campionato Primavera: il Napoli ne ha solamente tre nella formazione titolare - il portiere polacco Idasiak, il mediano francese Saco, scartato dal Milan e preso a parametro zero, e l'albanese Hysaj, cugino di del difensore della Lazio, che peraltro è nato in Italia - la Sampdoria solamente il regista spagnolo Yepes Laut (anche se a gennaio ha preso un 2002 ghanese, Aboosah, dall'EurAfrica, la stessa società da cui era arrivato Felix), ma sono due eccezioni, peraltro lontane dall'alta classifica. La Juve contro la Roma in Coppa Italia aveva 7 stranieri su 11, il Bologna contro l'Inter idem, Sassuolo e Torino arrivano senza problemi a 5.
A Trigoria però in tempi recenti c'era una certa diffidenza verso gli stranieri nel settore giovanile, figlia forse anche di operazioni sbagliate delle passate gestioni, da Besuijen a Masangu, da Diallo Ba a Omic (un '99 austriaco passato senza lasciar traccia: la Roma non ne approfittò per fare un pacchetto con il fratellino del 2003, che ora gioca con la Juventus), fino al fallimento più costoso della storia della Primavera giallorossa, il francese Bianda, 6 milioni di parte fissa versati al Lens, più ricchi bonus che non sono maturati del tutto perché il ragazzo, classe 2000, tra il 2018 e il 2020 non solo non ha fatto un minuto in prima squadra, ma non è mai stato neppure portato in panchina. Gli stranieri arrivati con la nuova gestione - che dal 9 giugno prevede un nuovo responsabile del settore giovanile, l'ex Fiorentina Vincenzo Vergine, mentre un anno prima era arrivato il nuovo capo dell'area scouting, Simone Lo Schiavo, ex direttore sportivo della Vibonese: ora saranno loro a gestire il tutto, con Bruno Conti che cura dall'Under 16 in giù - hanno costi e profili ben diversi.
William Bianda, nel giorno della sua presentazione con la maglia della Roma (foto pubblicata sul sito @asroma.com)
2001
Un solo acquisto, l'esterno Ruben Providence, preso dal Paris Saint-Germain nel 2019 per sostituire Cangiano, talento sicuramente di prospettiva, che però per rinnovare il contratto voleva cifre simili a quelle date qualche tempo prima a Riccardi (decisamente fuori mercato, e infatti il ragazzo, dopo un prestito al Pescara con parte dell'ingaggio pagato dalla Roma, non ha trovato una sistemazione, e si allena con Santon). Difficile valutare oggi la riuscita dell'operazione Providence: dopo una prima stagione di ambientamento nella seconda stava giocando decisamente bene, rompendosi però la caviglia ad aprile, poco prima che Fonseca decidesse di salutare Roma facendo esordire i migliori Primavera, Darboe, Bove e Zielinski. A settembre, appena passato in prestito al Bruges, nuovo gesso al piede, da gennaio è in Portogallo, all'Estoril.
2002
Tre acquisti nel 2020, due dei quali frenati dagli infortuni: lo spagnolo Vicario ha fatto il debutto stagionale con la Primavera solamente a febbraio, mentre lo sloveno Feratovic, difensore pure lui, ma sicuramente più deciso e più "pronto" dell'altro, si è fatto male a settembre, ed è ancora fuori. Il terzo, l'israeliano Podgoreanu, arrivato come centravanti e reinventato laterale destro da De Rossi, è rimasto un solo anno, è andato 9 volte in panchina in serie A, poi è stato venduto allo Spezia (per 300.000 euro, facendone 57.000 di plusvalenza), con cui ha racimolato 5 presenze.
Suf Podgoreanu, passato in estate allo Spezia (Getty Images)
2003
L'anno d'oro, almeno per gli acquisti: del gruppo cresciuto a Trigoria prima delle categorie regionali sta trovando spazio il solo Rocchetti, moltissimi sono andati via, c'era bisogno di inserire dei pezzi da fuori. E sono stati inserimenti ben riusciti: Felix, scovato in Ghana, nell'EurAfrica, è stato acquistato per 550.000 euro tredici mesi fa, il primo febbraio 2021, e il 27 ottobre già ha debuttato in A, categoria in cui ha già 12 presenze e 2 gol, numeri che nessun altro 2003 ha, in questo campionato.
Ne ha solamente 2 di presenze Cristian Volpato, che peraltro è di novembre, invece che di gennaio come il ghanese, e la prima, contro l'Inter, era di pochi secondi: alla seconda il fantasista ha segnato un gol bello e decisivo dopo neppure 5', provando in tutti i modi a farsi trovare smarcato, per farne un altro. Costato in tutto 116.000 euro, sarebbe il miglior talento del settore giovanile, se ne facesse ancora parte: Mourinho non ha ancora ufficializzato la cosa (come fece invece per Felix), ma la parentesi giovanile del fantasista italo-australiano, arrivato in prova nel dicembre del 2019, facendo da subito una grandissima impressione, potrebbe essere finita col sinistro vincente sotto la Sud contro il Verona. E la sua promozione creerà molti problemi alla Primavera, che forse in questi mesi si è appoggiata un po' troppo sul suo sinistro fatato. Il prossimo a prendersi il numero di maglia quasi certamente sarà Tahirovic, centrocampista pescato nella serie C svedese, costato in tutto 303.000 euro, giusto un anno fa: ha fisico, cattiveria, tecnica e un gran bel tiro da fuori, tutte caratteristiche che hanno già incuriosito Mourinho.
Nell'estate del 2020 erano arrivati un po' di stranieri del 2003 per un anno di ambientamento in Under 18 prima di sbarcare in Primavera: lo spagnolo d'origine congolese Patrick Ngingi a gennaio è stato ceduto al Sassuolo, con una piccola minusvalenza (era costato 250.000 euro, veniva dal Cornellà, l'ex squadra di Keita Balde), il terzino destro francese Louakima, ex Paris Saint-Germain, pagato 50.000 euro, è chiuso da Missori, romano doc, cresciuto nella Romulea, più giovane e più bravo. Il bilancio per lui si farà a fine stagione, come per il difensore centrale Zajsek (ex Maribor, costato 223.000 euro): in Primavera stava trovando poco spazio, ne sta approfittando Scurto, visto che lo sloveno, da fuoriquota, in U18 sta facendo la differenza. Per qualche mese ha vestito la maglia giallorossa anche l'estone Jurgens, in prestito dal Verona: ora è il centravanti dell'Inter Primavera, ma non sta ripetendo l'ottima stagione fatta con l'U18 nerazzurra. Alla Roma avevano preferito non riscattarlo, considerandolo bravo, ma non più di Voelkerling e Satriano, già sotto contratto.
2004
L'annata migliore d'Italia, e lo dicono i fatti: due scudetti, con l'Under 15 e con l'Under 17, e magari sarebbero potuti essere tre, se il Covid non avesse fermato la stagione dell'Under 16. Si è lavorato molto bene sin dalle fasce basse, portando avanti un gruppo validissimo, anche grazie al lavoro fatto nella scuola calcio dell'Acqua Acetosa, ma visto che i 2003 non erano altrettanto bravi, e qualche 2004 era destinato a salire sotto età, qualche aggiustamento è stato fatto: serviva un centravanti da affiancare a Padula, ne sono stati presi due, il romeno Gante dall'Oradea (200.000 euro) e l'inglese Alemanji, dal Cambridge United. Il secondo, che fisicamente ricorda più un giocatore di football americano che un calciatore, al momento è lo straniero che ha convinto meno, l'altro, altissimo, slanciato, ma anche dotato di buona tecnica, per mesi è sembrato spento, abulico, fuori dal gioco, ma Scurto ci ha lavorato tanto, e nelle ultime partite sta dando evidenti segnali di miglioramento (e domenica a Bologna ha ritrovato il gol, dopo un paio di assist vincenti, contro Lazio e Atalanta). Punto fermo della squadra U18, che sta facendo benissimo, nonostante il gran numero di giocatori promossi in Primavera, è il regista Vetkal, pescato in Estonia, dove aveva debuttato in serie A a 15 anni: lo scorso anno ha esordito con De Rossi, quest'anno è andato in panchina più volte. Ma tra i 2004 ci sono altri due ragazzi di cui a Trigoria sono entusiasti: l'esterno spagnolo Oliveras e il difensore greco Keramitsis, che Mourinho ha fatto debuttare in serie A a 17 anni, e porta in panchina da tre partite, inclusa l'ultima, nonostante il ritorno di Ibañez e Mancini. La Roma, per sostituire Catena, passato allo Sporting Lisbona, lo ha preso dall'Empoli, che lo aveva aggregato sotto età alla Primavera campione d'Italia, in cambio di tre giocatori che non rientravano più nei piani, i 2003 Evangelisti e Logrieco, e il 2005 Campera, e 30.000 euro: ora vale quantomeno 100 volte tanto. Oliveras invece aveva deciso di lasciare la cantera del Barcellona, e la Roma è stata brava a convincerlo: tecnica e dribbling fuori dal comune, presenza fissa nelle nazionali giovanili spagnole, al momento è infortunato, ma ha già fatto in tempo ad andare due volte in panchina con Mourinho. E la sua storia in prima squadra è appena iniziata.
Keramitsis prova a contrastare Mkhitaryan in allenamento (AsRoma via Getty Images)
2005
Non tutte le annate sono uguali: se i 2004 erano vicini alla perfezione, quelli più giovani di un anno avevano bisogno di parecchi ritocchi, per integrare i vari Marazzotti, Graziani e Ienco. E parecchi sono arrivati la scorsa estate, in condizioni non facili, perché i giocatori bravi a 16 anni sono già sotto contratto, costano cari, e la Roma aveva un budget bassissimo, e tanti ruoli da coprire. E così, rivolgendosi a club non di primo piano, e cercando accordi in cui l'esborso vero ci sarebbe solo in caso di conferma, sono arrivati giocatori a prezzo di saldo, come i centrocampisti svedesi Vranjes e Wiklund, che giocano poco, i portieri Razumejevs e Brøndbo, un lettone e un norvegese (ex Bodø), che si alternano con il romano Mengucci, il difensore cipriota Karagiorgis, titolare, e già convocato sotto età. Gli inserimenti di questa estate andranno valutati più avanti, a parte quello per João Gabriel e Costa Cesco, attaccante esterno brasiliano che il Corinthians ha lasciato partire in cambio di una percentuale sulla futura cessione: ottimo impatto, tanto che è già stato promosso sotto età, con l'Under 18.
2006
Su quest'annata ha lavorato moltissimo Bruno Conti, un anno e mezzo fa, con 9 acquisti - gli ex Spezia Mannini e Plaia, rispettivamente una doppietta sotto età e uno stage in azzurro nello scorso fine settimana, possono già essere archiviati come colpi ben riusciti - ma anche dall'alto hanno fatto qualcosa: nell'ultima fase della gestione De Sanctis, quella dopo l'arrivo di Vincenzo Vergine, è stato preso un talento che piaceva a mezza Europa, seguito da più di un anno, il centrocampista croato Ivkovic, dall'Hajduk Spalato. Che rischia di far passare in secondo piano un altro centrocampista preso a gennaio, Surricchio del Teramo, (qui potete leggere la sua scheda) pure lui subito aggregato sotto età all'Under 17: un rischio che a Trigoria sono ben disposti a correre, visto che peraltro l'abruzzese è arrivato in prestito. E in estate arriverà l'attaccante polacco Mikolajewski, dal Jaguar Gdansk: in prova aveva convinto tutti, l'operazione è stata definita già a gennaio, rimandata di qualche mese per dargli il tempo di risolvere dei problemi fisici.
Jacopo Surricchio nel giorno dell'ufficialità alla Roma (foto pubblicata sul sito asroma.com)
I rimpianti
Per chiudere Ivkovic è saltato fuori un extra budget, che in estate non era previsto, altrimenti la Roma avrebbe chiuso per uno dei 2005 più forti d'Europa, il centravanti delle giovanili del Barcellona Iker Bravo, che piaceva anche alla Juventus, e alla fine ha risposto alla chiamata di Rudi Voeller, passando al Bayer Leverkusen, con cui ha già debuttato in Bundesliga. Ma il rimpianto maggiore, probabilmente, non è legato a un singolo calciatore, ma a un progetto, quello della squadra Under 23 iscritta alla serie C, che la Roma aveva valutato a lungo, senza però presentare domanda per averla, visti i costi elevati, tra tassa d'iscrizione, contratti e cartellini dei fuoriquota (indispensabili per non retrocedere), e spese per impianti e trasferte. L'U23 sarebbe particolarmente utile quando lascerà il settore giovanile l'annata d'oro dei 2004, forse ancor più ricca di talento di quella dei 2002, che stanno emergendo lo stesso, grazie alla personalità di Mourinho. Ma nessun pasto è gratis: ogni presenza che toccherà ai vari Bove, Zalewski e Felix, farà scendere la valutazione dei vari Diawara, Perez e Shomourodov, scalzati da dei ragazzini.
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