Il vivaio di Trigoria non si ferma mai. Di Francesco ci punta
Sulle tracce dei Pellegrini e di Riccardi, ora tocca a Cangiano, D’Orazio e Celar
È il primo millennial a esordire in maglia giallorossa Alessio Riccardi, ma prima di lui c'erano stati altri 170 giocatori nati a Roma e provincia. Un filo che non si è mai interrotto: senza risalire ai De Sisti, ai Francesco Rocca e ai Bruno Conti, ma neppure ai quasi 26 anni passati da quel Brescia Roma in cui sorse il sole Totti, il vivaio giallorosso è in salute. E Di Francesco ha dimostrato di non aver paura, quando c'è da pescare qualcosa.
A Mirko Antonucci, che quest'anno si sta giocando il primo campionato di serie B con il Pescara, il tecnico pescarese ha riservato due spezzoni in serie A, e un pezzo di semifinale di Champions League, l'esordio in giallorosso lo ha riservato anche a Elio Capradossi, il difensore classe '96 che la società (ovviamente col suo placet) ha riportato in rosa lo scorso gennaio per tappare il buco lasciato dalla cessione del messicano Hector Moreno. Una scelta non scontata, tenendo conto che il centrale nato a Kampala, in Uganda, ma cresciuto con il padre e i nonni al Tiburtino, e passato per le giovanili azzurre fino all'Under 21, non sempre era stato titolare, nell'anno e mezzo passato al Bari in B. Ora è tornato tra i cadetti, nuovamente in prestito, stavolta allo Spezia: nei primi mesi ha avuto qualche problema fisico, a ottobre si è preso un posto da titolare, senza più saltare un minuto, e ora ha offerte per tonare a giocare in serie A, la prossima estate.
E senza la fiducia che gli ha dato Di Francesco, mettendolo titolare a Cagliari, dopo il forfait di Manolas, non avrebbe ripreso la parabola ascendente della sua adolescenza. Il tecnico abruzzese è stato decisivo per la crescita di Lorenzo Pellegrini: lo ha allenato - tolta la prima, Cesena-Roma 0-1, con Rudi Garcia - in tutte le partite che ha giocato in serie A. E quest'anno ha lanciato anche l'altro Pellegrini, Luca, che la Roma considera il terzino sinistro del futuro: senza un doppio infortunio al ginocchio - prima la rottura del crociato, poi una microfrattura alla rotula - lo avrebbe fatto debuttare già nella scorsa stagione, e le presenze in giallorosso sarebbero più delle 6 raccolte fino a oggi. Si rifarà presto: non ci sono altri terzini sinistri in rosa, per convincerlo a firmare - a meno di sei mesi dalla scadenza, rinunciando alla corte della Juventus, e di vari club esteri - il rinnovo fino al 2022, la Roma gli ha garantito che sarà lui l'erede di un Kolarov, che a novembre ha passato le 33 primavere.
Sarebbe potuto essere del gruppo anche Scamacca, il centravanti che in Under 19 segna un gol a partita e a volte di più, e guiderà gli azzurri al Mondiale Under 20 in Polonia, ma pochi giorni prima di compiere 16 anni si è accordato con il Psv Eindhoven, preferendo andare ad allenarsi con Van Nistelrooy, diventato preparatore degli attaccanti del club olandese, piuttosto che vincere lo scudetto Allievi con i giallossi.
La Primavera attuale
La Roma ha compensato la sua partenza con l'esplosione di Tumminello, ceduto all'Atalanta ma con un diritto di recompra valido fino al 2020, poi, un anno e mezzo fa, lo ha sostituito prendendo un altro centravanti del '99, lo sloveno Zan Celar dal Maribor: dopo un primo anno di ambientamento, in questo campionato ha giocato 11 partite, segnando 18 gol, gli ultimi due sabato a Vinovo contro la Juventus.
Di Francesco lo ha portato in panchina in serie A: non è un predestinato, visto che ha tre mesi in più di Zaniolo, e non ha ancora debuttato, ma sta meritandosi una chance nel calcio dei grandi. Come lui quest'anno sono andati in panchina in serie A il portiere Stefano Greco, il regista Marcucci, gli esterni d'attacco D'Orazio e Cangiano (età decrescenti: due '99, un 2000 e un 2001), ci sarebbe riuscito sicuramente anche Bouah, se non si fosse dovuto fermare il 23 novembre per una lesione al crociato. Ma tra loro il solo Cangiano (16 novembre 2001) potrà esordire da minorenne, come Riccardi con l'Entella: non è un evento storico, ma neppure da sottovalutare, visto a De Rossi, a Florenzi, e ai Pellegrini non è riuscito.
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