Settore Giovanile

Il riposo in azzurro di Riccardi dopo l'esordio in Serie A

Oggi in campo contro la Spagna con l'Italia Under 19. In Primavera quest’anno già 7 gol da centrocampista. Lo scorso anno perse l’Europeo Under 17 da capitano

PUBBLICATO DA Francesco Oddi
16 Gennaio 2019 - 08:50

Non è tornato a casa Alessio Riccardi lunedì sera: l'emozione dell'esordio in prima squadra, a 17 anni, è andato a smaltirla al Mancini Park Hotel, a due passi da Trigoria, al ritiro della nazionale Under 19, in stanza con l'amico e coetaneo Nicolò Armini, difensore della Lazio Primavera (che sul debutto lo ha anticipato: a novembre, con l'Apollon).

Ieri la comitiva azzurra è partita per Caserta, dove oggi alle 14 sfiderà la Spagna, amichevole di preparazione alla fase Elite delle qualificazioni all'Europeo, girone a 4 contro Belgio, Ucraina e Serbia che sarà ospitato proprio dall'Italia. Che ha passato il primo girone con tre vittorie contro Estonia, Finlandia e Danimarca: Riccardi le ha giocate tutte, le prime due da titolare (con un gol), la terza da subentrato, ma solo perché i giochi erano già fatti. C'erano i ragazzi del 2000 in campo: Riccardi, nato il 3 aprile 2001, in Under 19 avrebbe dovuto giocare l'anno prossimo, ma il suo talento gli ha sempre fatto bruciare le tappe

Alla Roma lo ha sempre fatto, da quando Alessandro Toti lo ha portato sotto età con gli Allievi Nazionali, nella stagione 2016-17, dopo il triennio coi giovanissimi, agli ordini di Valerio D'Andrea, concluso con lo scudetto perso ai supplementari, con l'Atalanta. Sempre sotto età ha giocato lo scorso campionato Primavera, trovando il primo gol a Vinovo, contro la Juventus, alla terza giornata, e il secondo quello stesso giorno, con una cavalcata con la palla incollata al piede che si può permettere solo un predestinato.

La corsa dei campioni

È la cosa che gli riesce meglio, correre con la palla, ha uno scatto sul breve che gli consente di saltare tutti i difensori che trova nel calcio giovanile: Di Francesco dopo la partita ha detto che ormai può migliorare solamente aumentando il numero degli allenamenti con il gruppo della prima squadra. Con i difensori della Roma dei grandi, più duri da affrontare di quelli del campionato Primavera 1, che pure sono più grandi di uno o due anni, o di quelli trovati lunedì sera con l'Entella, che gioca in C ma è stata costruita per una serie B a salvarsi. Il tiro in porta non lo deve migliorare: è l'altra sua grande arma, per nulla segreta, visto che ormai nell'ambiente tutti sanno che se gli dai la possibilità di caricare il destro, ci sono buone possibilità che l'azione riparta con la battuta da centrocampo.

Non è uno di quei fantasisti che preferisce l'assist al gol, tanto che il fantasista potrebbe non essere il suo ruolo definitivo: Alberto De Rossi lo ha schierato a lungo come interno sinistro di centrocampo, chiedendogli più di inventare che di coprire. Un ruolo alla Pjanic prima maniera, che però ora difficilmente ricopre: nel 4-2-3-1 viene schierato abitualmente come trequartista, ma sempre più spesso si decentra all'ala destra.

Quest'anno, in 19 partite, ha segnato già 7 gol, senza tirare i rigori, che non sono la sua specialità: 2 in campionato, 5 in Youth League. Per passare il turno, nella Champions dei giovani, il ragazzo aveva dovuto rinviare un più che probabile debutto europeo: Di Francesco, che lo aveva chiamato per la prima volta 11 mesi fa, portandolo in panchina contro il Benevento a 16 anni, a dicembre lo aveva precettato per le due gare precedenti, Inter e Cagliari, la convocazione per la terza, l'inutile partita contro il Viktoria Plzen, sarebbe stata nelle cose.

Ma la prima squadra era qualificata e non si giocava nulla, la Primavera no, doveva difendere il secondo posto nel girone: calendario speculare, adulti e ragazzi partono con lo stesso volo per affrontare lo stesso avversario nella stessa giornata, ma Riccardi andò al centro sportivo del Vitkoria Plzen con i coetanei. E li portò al playoff del 20 febbraio, col Midtjylland: propiziò l'autogol del vantaggio, ne fece due tutti suoi, davanti a Monchi e Balzaretti, finale 4-2. Il direttore sportivo giallorosso sta trattando con il suo agente - Michelangelo Minieri, campione d'Italia con la Lazio Primavera del 2000-01, 19 presenze in A con l'Ascoli nel 2006-07 - il prolungamento del contratto: il primo glielo hanno fatto firmare a 16 anni, per evitare scippi da parte di club inglesi, al momento va in scadenza nel 2020, e potrebbe prolungare solamente fino al 2021, perché i minorenni non possono firmare per più di tre anni.

Le parti sono in ottimi rapporti: il ragazzo, nato alla Magliana e arrivato a Trigoria dalla Lazio Calcio a 5, vuole continuare a giocare nella Roma. E magari vincere qualcosa: dopo quella con i Giovanissimi ha perso anche la finale scudetto Under 16. E quando i compagni hanno vinto quella Under 17, a giugno, lui non c'era: aveva finito gli impegni con la Primavera, eliminata nei playoff, e dato la sua disponibilità a tornare con i coetanei, gli hanno fatto capire che lo aspettava il ritiro con la prima squadra, e avrebbe fatto meglio a riposarsi. Anche perché a maggio aveva fatto gli straordinari: era numero 10 e capitano dell'Italia Under 17, che ha trascinato fino alla finale dell'Europeo, persa ai rigori contro l'Olanda (2-2 al fischio finale, suo il primo gol).

Quella rassegna ha aumentato ulteriormente il numero dei suoi estimatori - il Sassuolo, in estate, oltre a Zaniolo, ha provato a prendere anche lui - ma il rinnovo di contratto non viene considerato a rischio. Tutt'al più potrebbe slittare: ad aprile diventerà maggiorenne, e la Roma potrà bilndarlo per 5 anni invece che per tre. E il rinnovo potrebbe convenire anche a lui: se dopo quello di mercoledì in Coppa Italia, dovesse arrivare anche l'esordio in Serie A, e magari un terzo o un quarto spezzone, l'ingaggio salirebbe di conseguenza.

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