Settore Giovanile

Giovannissimi Regionali, Rubinacci: "Sul piano tecnico questa squadra non avrà rivali"

L'allenatore dei 2005 della Roma non ha dubbi: "Ancora l’anno prossimo soffriremo queste gare, ma dall’U16 in poi questo gruppo non dovrà temere nessuno"

PUBBLICATO DA Francesco Oddi
08 Gennaio 2019 - 10:46

Con faccia serissima, che rendeva lo scherzo ancora più divertente, uno degli osservatori della Roma, dopo la finale persa, ha comunicato l'esonero all'allenatore dei Giovanissimi Regionali, Alessandro Rubinacci. Che, ridendo, con ancora sotto braccio il premio vinto come miglior allenatore del torneo, ha chiesto quanto tempo avesse per svuotare l'armadietto. «Oggi. Vieni a Trigoria, e porta via le tue cose». Atmosfera serena, nonostante la sconfitta, perché (anche) al Memorial Halima Haider i 2005 della Roma hanno fatto vedere di avere mezzi tecnici molto importanti: perdere una finale può anche essere un caso, raggiungerla no.

Un giudizio sulla finale?
«La partita l'abbiamo fatta noi, loro hanno avuto la capacità e la bravura di capitalizzare le uniche due palle gol. Siamo andati a tirare in area di rigore 3-4 volte, ma l'abbiamo appoggiata tra le mani del portiere. Va detto che eravamo partiti con parecchi giocatori malmessi. Marazzotti era infortunato, Touadi non stava bene, Bolzan pure, De Angelis era febbricitante: ci sono venute a mancare le forze. La Lazio è una squadra difficile da affrontare: molto fisici, bravi a chiudere gli spazi, per ripartire con rapide verticalizzazioni. E noi abbiamo sbagliato negli ultimi 30 metri».

Giudizio unanime tra chi ha visto la partita: loro erano più fisici, ma voi molto più tecnici.
«Dal punto di vita tecnico stiamo messi molto bene. Abbiamo tre centrocampisti - quattro con il prestito De Angelis - molto bravi. Nella fase di possesso siamo più bravi noi, ma loro hanno strutture fisiche che compensano le carenze tecniche, nei nostri confronti».

Manca forse un po' di cattiveria, a una Roma così tecnica?
«No, ci è mancata solamente negli ultimi trenta metri: sono bravi, eleganti, ma in certe zone di campo serve più determinazione per saltare l'uomo e puntare la porta. Ma c'era anche un problema di stanchezza. Non abbiamo messo in lista, perché infortunati, Pellegrino e Neri: abbiamo fatto il torneo con soli tre centrocampisti, oltre a De Angelis che era un prestito. E il giorno della finale aveva la febbre, e ha potuto fare solo pochi minuti. Marazzotti, che ci ha dato tante soddisfazioni in questi giorni, aveva problemi alla schiena, non riusciva a fare le torsioni col busto. Ma si è dovuto sacrificare, perché avevamo finito i giocatori. E quando sei meno brillante, non ti riesce bene lo smarcamento».

De Angelis, Colamesta e Brugognone erano in prestito, non sono tesserati per la Roma. Come sono andati?
«Bene. Anche se Brugugnone è molto piccolo fisicamente, per cui nelle ultime tre partite non l'ho utilizzato, perché avrebbe sofferto troppo. Colamesta è andato bene, anche se in finale ha pagato la stanchezza, alla quinta partita in 5 giorni: viene dai dilettanti, non è abituato a questi ritmi. De Angelis ha giocato solo il girone, perché quando c'era la semifinale è dovuto tornare al Grifone Monteverde per la gara di campionato contro la Viterbese, e il giorno della finale aveva la febbre. Ma ha fatto bene».

Giocherà nella Roma l'anno prossimo?
«Credo che l'intenzione sia quella. Lo abbiamo preso per il torneo, già da un po' si allena con noi durante la settimana. A fine stagione le società si incontreranno per cercare un accordo».

A prescindere da lui, la squadra sembra di assoluto valore.
«Questo è un gruppo tra i primissimi in Italia, darà grandi soddisfazioni alla Roma. Magari non subito, ancora l'anno prossimo capiteranno partite come questa, in cui soffriremo contro squadre più strutturate fisicamente. Ma dal punto di vista tecnico questa squadra, a partire dall'Under 16 o dall'Under 17, non dovrà temere nessuno».

Le ultime due annate della Roma arrivate in fondo a questo torneo, i '99 e i 2001, hanno poi vinto lo scudetto, e portato ragazzi in prima squadra.
«Lo dicevo ai ragazzi, negli spogliatoi: quando ho fatto questo torneo con i '98, vincemmo 2-0 in semifinale contro un Barcellona stratosferico. E in finale perdemmo 5-0, senza mai superare la metà campo, contro un'Inter fisicamente enorme, con giocatori che sembravano più grandi di 2 anni rispetto ai nostri. Non solo quando anni dopo li abbiamo ritrovati in semifinale, con gli Allievi, li abbiamo eliminati e abbiamo vinto lo scudetto, ma ora nessuno di loro gioca più, almeno ad alti livelli. Mentre tanti dei nostri sono tra i professionisti».

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