Le pagelle di Roma-Porto 3-2: Dio disse Dybala
Paulo è ovunque, evita la caccia a uomo dei difensori del Porto e ci porta agli ottavi con una doppia magia. Angeliño in costante crescita, Pisilli decisivo dalla panchina. Male Svilar
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(GETTY IMAGES)
PassaPorto per gli ottavi. La Roma veste i suoi panni migliori, quelli europei, e fa valere la legge dell’Olimpico, vincendo in rimonta per 3 a 2 e buttando fuori la squadra di Anselmi. La magica doppietta di Dybala risponde all’iniziale vantaggio di Aghehowa, poi la chiude Pisilli. Ininfluente, nel recupero, l’autorete di Rensch. Ora ci attendono gli ottavi, con una tra Lazio e Athletic Club. A stabilirlo sarà l’urna di Nyon, alle 13.
IL MIGLIORE - DYBALA 8,5. Evita la caccia all’uomo messa in atto dalla difesa del Porto, danzando per il campo. Con due prodezze ribalta il risultato, nel giro di quattro minuti, poi incanta. L’Olimpico, in piedi, canta il suo nome quando esce nel finale. Dio disse Dybala e Dybala fu.
L'ALLENATORE - RANIERI 7. Domani saranno 100 giorni dal suo ritorno a Roma. Ha ribaltato le prospettive di una stagione. Scelte coraggiose all’inizio, decisive a gara in corso.
5,5. SVILAR. Inizia bene la gara, con un’uscita alta e sicura, poi però commette un errore da matita blu in impostazione, dando il via al vantaggio del Porto. Non ha colpe sull’autogol finale di Rensch. Male più che Mile.
6,5 CELIK. Interpreta con coraggio il ruolo da difensore di destra (per evitare espressioni poco apprezzate da Ranieri). Accompagna spesso e volentieri la manovra, scoprendo troppo talvolta la sua corsia. In crescita.
7 MANCINI. Ingaggia il duello a tutto campo con Aghehowa, che riesce a rendersi pericoloso solo quando è Ndicka ad occuparsi di lui. In una difesa tutt’altro che solida, lui è la fantastica eccezione. Tu che sei diverso.
5,5 NDICKA. Troppo leggero in marcatura su Aghehowa, quando lo spagnolo s’inventa l’uno a zero. Nella ripresa le cose non vanno meglio e una sua indecisione fa presentare il centravanti a tu per tu con Svilar, salvato dal palo nella circostanza. Evan-escente.
6,5 EL SHAARAWY. Con Saelemaekers squalificato e Celik tra i tre difensori, Ranieri lo lancia dal primo minuto largo a destra. Nonostante la naturale propensione offensiva, incide più in fase di copertura, grazie alla solita generosità. Uomo in più.
7 KONÉ. Finalmente. Nella serata dell’Olimpico tornano i suoi strappi e quando parte non ce n’è per nessuno. Mi ritorni in mente.
6 PAREDES. Ha il compito d’amministrare il gioco, come sempre, ma si prende qualche rischio di troppo. Salterà l’andata degli ottavi per un giallo evitabile, che però scatena la reazione, e quindi il rosso, di Eustaquio. Così è se vi Paredes.
7,5 ANGELIÑO. La sua presenza sta diventando ormai vitale per la Roma. Con lui abbiamo una costante spina piantata nel fianco delle difese avversarie. Lucido e prezioso, all’ennesima discesa, nel servire l’assist a Pisilli. La sinistra riparta da Angeliño.
7 PELLEGRINI. In una Roma votata all’attacco, le sue corse garantiscono equilibrio. Va vicino al gol con un colpo di testa, poi serve un assist a Shomurodov, non sfruttato da Eldor. La cura per me.
6 SHOMURODOV. L’impegno è innegabile, ma il suo mestiere sarebbe quello di fare gol e l’unico che non fallisce è quello in fuorigioco. Da evidenziare la sponda che dà il via alla prima perla di Dybala. Si può dare di più.
7 PISILLI. Entra, corre e segna, chiudendo partita e qualificazione. Argento vivo.
6,5 SOULÉ. Entra con entusiasmo. Alba.
6 BALDANZI. Ritmo e fiato dalla panchina. Frizzante.
5,5 RENSCH. Il piglio è quello giusto, ma alla fine si macchia con l’ininfluente autogol. Irruento
SV ABDULHAMID. Torna in campo dopo mesi, ricevendo l’ovazione dell’Olimpico. Sotto la Saud.
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