Le pagelle di Roma-Genoa 3-1: Dybala dipinge calcio
Paulo festeggia la 100ª da romanista estasiando, con prelibatezze e personalità. Elsha celebra la 300ª cambiando l’inerzia del match. Angeliño da gigante, i tre centrali sicurezze
A tutto tondo Nel giorno della centesima di Dybala e della 300ª di Elsha, la Roma si prende i tre punti proprio a una strepitosa ripresa dei due. Ma non solo. Testa, cuore, grinta sono finalmente tornate a far parte di questa squadra. Vietato fermarsi ora.
IL MIGLIORE 7,5 DYBALA. Raggiunge la tripla cifra in giallorosso e prova a celebrarla già in avvio con una superba punizione che si stampa all’incrocio dei pali. Sta bene e si vede soprattutto nella seconda parte, quando prende in mano la squadra con le solite giocate sopraffine, ma anche con personalità dirompente. Il 3-1 è suo moralmente anche se non sul tabellino. Quando esce la standing ovation è d’obbligo. Tutti in piedi per l’artista che dipinge calcio.
L'ALLENATORE 6,5 RANIERI. Si affida ancora alla sua formazione tipo e dopo un primo tempo in chiaroscuro conquista un’altra vittoria giocandosela a viso aperto. Il male c’era, ma lui è la cura.
6 SVILAR. Due telefonate di Miretti a metà dei due tempi rappresentano il massimo dell’impegno prima e dopo il momentaneo 1-1. Una sera tranquilla la meritava da tempo.
6,5 MANCINI. Bada al sodo, facendo ricorso anche a più irruenza del solito quando il risultato è in bilico. La conseguenza è che dal suo lato non si passa, neanche per sbaglio.
6,5 HUMMELS. Per una volta limita le scorribande da centrocampista aggiunto e si limita a controllare che lì dietro i genoani non procurino affanni. Missione compiuta.
6,5 NDICKA. Chiude ogni varco sul suo versante e anche quando la linea passa a 4, non commette alcuna sbavatura. Attento.
7 SAELEMAEKERS. Ha subito la palla buona per sbloccarla, ma la mira è larga. Col contagiri invece il cross che genera il vantaggio. Abitudine consolidata e delle migliori ormai. Ma è un fattore anche dopo, con la sua corsa continua e una rapidità che gli permette costanti anticipi.
6,5 KONÉ. La gara sottotono a Bologna non gli costa la conferma, come pure si era ventilato. Per un’ora il serbatoio sembra ancora con la spia della riserva accesa, ma poi si ricorda delle turbine, le accende e il suo sprint si rivela decisivo nella confezione del terzo gol. Diesel, ma con lampi di genio.
6,5 PAREDES. Si accomoda in regia dando disposizioni con consumata sicurezza. Prima dell’intervallo azzarda una punizione da distanza siderale, ennesimo sintomo di una ritrovata leadership. Ammonito a inizio ripresa senza commettere fallo, non si scompone e riprende a macinare gioco. Carismatico.
7 ANGELIÑO. Corre senza soste, dal 1’ al 90’ recuperi compresi. E ci mette sempre qualità, come quando a fine primo tempo si esibisce in un’insolita acrobazia dalla linea di fondo. Ma non solo. Punto fermo.
6 PELLEGRINI. Parte largo a sinistra ma appena può si butta negli spazi ad affiancare Artem. Inserimenti che danno origine all’1-0: Lollo costringe Leali a terra, l’ucraino trova la ribattuta vincente. Masini lo brucia sul pari genoano, Sabelli lo abbatte impunito e a metà sfida va ko. Il risultato bilancia le cose.
6,5 DOVBYK. Comincia dal colpo più spesso riuscito del suo repertorio, innescando di tacco la Joya verso la pennellata su punizione. Ma è lui a indirizzare il match, col tap-in giusto. Quando viene lanciato la vede poco, ma mette lo zampino anche nella terza rete.
7,5 EL SHAARAWY. Mr Stephan risolve problemi. Appena entra imprime un altro ritmo alla sfida. Punisce di nuovo la sua ex squadra, facendosi giustizia subito dopo il macroscopico rigore negato. Modo migliore per festeggiare le 300 da romanista non ce n’è.
6 CELIK. Rileva Saele: s’impegna pure ma la differenza è evidente.
6 PISILLI. Dentro nell’ultimo quarto d’ora, cerca il poker ma la foga vince sulla precisione.
S.V. SOULÉ. Toh, chi si rivede.
S.V. SHOMURODOV. Entra a giochi fatti.
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