Pagelle

Le pagelle di Roma-Lazio 2-0: riecco San Pellegrini

Il Capitano si riprende la Roma nel giorno topico: capolavoro tutto romano con Ranieri. Dybala incanta in campo e soprattutto all’uscita. Saele è quasi divino. I tre difensori belli e tracotanti

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
06 Gennaio 2025 - 07:00

Tutto e subito. La Roma mette in scena la partita perfetta e liquida la pratica-derby in 18 minuti. Il resto è pura accademia, con quegli altri annichiliti per un tempo, poi ributtati in avanti nel modo più sterile possibile. Infine colpiti e affondati. E si gode.

L'ALLENATORE 9 RANIERI. Le chiacchiere stanno a zero: indovina tutto, da Pelle in giù. E a pelle sente questa sfida, in cui prosegue il suo en plein. Tanto basta. Solo inchini all’Imperatore Claudio

IL MIGLIORE 9 DYBALA. Conduce entrambe le azioni dei gol. Da metà primo tempo punta chiunque gli capiti a tiro, saltandolo puntualmente e generando più gialli di Agatha Christie. Ma tutti a lieto fine. Compresa quell’uscita dal campo, che è almeno pari alle delizie del campo per piacere estatico. Dalla lettera di Paulo ai romani: toda Joya. 

7,5 SVILAR. Per toccare palla attende 17’. Ma più che per la parata accartocciato, il momento è topico perché da lì fa ripartire i suoi fino al raddoppio.  Il primo tempo lo trascorre in preda alla noia, nella ripresa si fa trovare pronto in più occasioni. Ma non ricorre a miracoli, deve appena sporcarsi le mani.

8 MANCINI. Non bada a fronzoli, come modalità della sfida impone. E in pochi sanno interpretarla meglio di lui. Sul suo versante si preannunciano spauracchi, che in breve diventano ectoplasmi. Se Saele mette in campo sfrontatezza da applausi è anche perché Mancio gli copre le spalle alla grande. Alla festa finale è l’invitato più atteso, ma tutto sommato resta sobrio. Come a dire: «Gnente, due de passaggio». Sempre sia lodato.

8 HUMMELS. Impressiona per calma, personalità, classe. Alterna anticipi imperiosi a filtranti da regista consumato a uscite palla al piede fino all’altra area. Uno e trino.

8 NDICKA. Mette in fila la sfilza di interventi provvidenziali dopo il 2-0, comprendendo prima di chiunque che da quel momento in poi tocca alla difesa. Le prende tutte, di piede e di testa, alzando un muro. Del pianto per chi infrange lì le proprie frustrazioni. Ndiga.

8,5 SAELEMAEKERS. Dal suo spunto sulla destra nasce il vantaggio. Otto minuti dopo fa tutto da solo, incuneandosi in area dal suo lato e usando prima punta e poi piatto. Assist e gol non gli bastano e inizia a farsi beffe di qualsiasi avversario, che costringe al fallo quando non a figure barbine. Il giallo non lo inibisce e continua a macinare, sbagliando qualcosa solo a giochi fatti. Ma tanto per inserire un tocco di umanità in una prestazione divina. E far confondere quel tocco di biondo con l’aureola.

8 KONÉ. Suo il primo squillo dopo 3’. Poi limita le incursioni e si dedica alla battaglia: corre, tampona, riparte, lotta, cade, si rialza e sempre vincerà. Ha il dono dell’ubiquità e glielo sbatte in faccia.

8 PAREDES. Comanda il gioco con la personalità dei forti e l’eleganza dei grandi. Pure troppa per chi ha di fronte e allora quando arriva la corrida si veste da matador. Olé.

8 ANGELIÑO. Su quella fascia asfalta tutto e tutti, con la nonchalance di chi poco si cura del contorno. Si permette colpi di pura classe nel finale da urlo. Angeliño custode

9 DYBALA. Conduce entrambe le azioni dei gol. Da metà primo tempo punta chiunque gli capiti a tiro, saltandolo puntualmente e generando più gialli di Agatha Christie. Ma tutti a lieto fine. Compresa quell’uscita dal campo, che è almeno pari alle delizie del campo per piacere estatico. Dalla lettera di Paulo ai romani: toda Joya. 

8,5 PELLEGRINI. Un attimo che vale una vita. Stop, finta e destro a giro sotto l’incrocio: tre diamanti in sequenza veloce per un capolavoro tutto romano, orchestrato di concerto con Ranieri. Nemesi, punto esclamativo, felicità pura. Capitano, mio Capitano.

7 DOVBYK. Lavora di sponda più che rivolto verso la porta e con una innesca il 2-0. Si vede poco, ma quel poco vale tanto. Etereo.

7 PISILLI. Rileva Pelle e ne eredita lo spirito, lottando da romanista.

7 EL SHAARAWY. Entra e si piazza a destra, più di sciabola che di fioretto riconoscendo il tipo di gara.

7 BALDANZI. Si cala nello spirito del match, infiammandosi nel finale.

7 SHOMURODOV. Si fa valere in quella fase un po’ così, di chi ha visto e soprattutto vinto il derby.

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