Le pagelle di Como-Roma 2-0: solo passi indietro
Dal disastro collettivo si salva soltanto Svilar, che regge imbattuto fino al recupero. Hermoso impacciato dall’inizio alla fine. Dovbyk ancora un corpo estraneo. In calo perfino Koné
Ingiustificabile e inquietante. A Como va in scena la riedizione della Roma pre-Ranieri, che rispetto alle ultime uscite sparisce in meno di mezz’ora e riesce nella non facile impresa di farsi abbattere da una squadra imbottita di giocatori provenienti da altre categorie. Così tutto diventa maledettamente complicato. E la classifica torna preoccupante, anche perché indecente è sempre stata.
IL MIGLIORE - 6,5 SVILAR. Sollecitato per la prima volta a fine primo tempo, si rende conto in breve che gli impegni relativi di inizio gara si trasformano in complessi già poco prima dell’intervallo. Deve replicare a inizio ripresa ed è costretto agli straordinari poco dopo dai tentativi di Fadera e Paz. Capitola nel finale, ma non per colpe proprie. Nel nulla cosmico si salva soltanto lui, poi se la prende coi compagni. Giustamente.
IL TECNICO - RANIERI 4,5 Già privo di Paredes, perde anche Hummels per cause di forza maggiore. Azzarda troppo nella formazione e neanche riesce a rimediare, né con la psiche né coi cambi.
4,5 CELIK. Rientra dopo il breve stop, ma qualche metro più indietro del solito, a fare da braccetto destro. Palesa i consueti limiti in possesso, perdendo palloni sanguinosi e andando in crisi nel finale da esterno puro, quando ingigantisce le falle sulla sua fascia.
4,5 NDICKA. Ritrova il centro del reparto con due compagni non abituali ai fianchi. Distante da Hummels per capacità di comando della difesa, più o meno regge fino al disastro sul gol che decide tutto.
4 HERMOSO. Schierato last minute per l’indisponibilità di Mats, si mostra lento, impacciato, perfino deconcentrato: sbaglia ogni scelta in ogni singolo minuto del match.
5 ABDULHAMID. Confermato dopo la bella prova di coppa. A sua volta in cerca di conferme, ne trova ben poche e a stretto giro evapora senza lasciare tracce.
4,5 LE FÉE. Scelto dall’inizio un po’ a sorpresa, comincia con qualche tocco di fino ma a metà primo tempo rischia grosso al limite della propria area. Rimedia anche un giallo nel secondo tempo, poi esce dopo più di un’ora all’insegna dei leziosismi più che dell’utilità.
5,5 KONÉ. Non è al meglio e si vede, anche se è lui a finalizzare l’azione poi vanificata dal fuorigioco. Nella ripresa però si spegne anche lui.
5,5 ANGELIÑO. Il turno di riposo pare giovargli in avvio, quando si mostra più arrembante rispetto alle ultime apparizioni e crea qualche potenziale occasione. Cala alla distanza, proprio quando ci sarebbe bisogno dei cross iniziali.
5 SAELEMAEKERS. Torna titolare e sfiora subito la porta di Reina con una gran volée. Da lì in poi però inizia la lenta e inesorabile eclissi.
5 EL SHAARAWY. Alla prima gara da Capitano designato, nell’attacco che ha già affrontato il Lecce si nota più per la fascia che per spunti degni di nota, tanto che a metà partita resta negli spogliatoi.
5 DYBALA. Ancora centravanti “alla sua maniera”, che per un tempo lo porta però a ricevere più calci dagli avversari che palloni giocabili dai compagni. L’ingresso di una punta di ruolo lo allontana dalla zona calda, eppure l’occasione più ghiotta gli capita giostrando a distanza maggiore dalla porta, quando un suo diagonale sfiora il palo. Subito dopo esce dal campo.
4 DOVBYK. Entra dopo l’intervallo ma in pochi se ne accorgono. Riesce a fallire controlli, appoggi e a non trovare mai la porta comasca.
5,5 MANCINI. Nella difesa che imbarca acqua, è fra i pochi a tappare falle. O quantomeno a provarci.
5 PISILLI. Distante dalle sue versioni più vivaci, resta inghiottito dal disordine di una mediana spaesata
5 PELLEGRINI. Mezz’ora di retromarcia rispetto all’incoraggiante presenza europea. Si vede soltanto quando partecipa al pasticcio dello 0-2.
5 SOULÉ. Un discreto spunto appena entrato. Poi più nulla, ma nel suo caso non è nemmeno una novità.
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