Le pagelle di Roma-Lecce 4-1: nei giardini di Mats
Hummels domina nella propria metà campo: puntuale negli anticipi, elegante in uscita. Koné parte diesel ma poi accende il turbo. El Shaarawy pennella assist, Pisilli decisivo nel cambio di marcia
Trentasette giorni dopo, si torna a respirare. La Roma vince e convince, anche se deve aspettare la ripresa per piegare la resistenza di un Lecce già messo alle corde nella prima parte. La strada è ancora lunga e tortuosa, ma che questo sia il primo passo nella giusta direzione. Avanti.
IL MIGLIORE 7,5 HUMMELS. Cresce di pari passo coi minuti che accumula: sempre più puntuale, sicuro, imperioso, perfino elegante. Non fosse per il rigore, Krstovic non toccherebbe palla. La tracotanza verso il leccese diventa bullismo quando lo mura al limite dell’area di Svilar sul 3-1. Quando esce la standing ovation arriva fino alle orecchie di Juric.
L'ALLENATORE RANIERI 6,5. Deve fare di necessità virtù con Dybala centravanti: la squadra risponde creando occasioni a ripetizione. E l’ingresso di Pisilli si rivela vincente. In ogni senso.
S.V. SVILAR. Non fosse per il rigore che si trova costretto a fronteggiare, nessuno noterebbe la sua presenza. In fondo una serata (quasi) tranquilla la meritava.
6,5 MANCINI. Gli avversari pungono poco, ma resta concentrato e appena può si sgancia per aggiungere superiorità numerica alla manovra. Il tuffo di testa è al cuore di tutti, che libera dal male. L’inchino alla Curva è d’ordinanza, il bacio riconcilia. Baciala ancora.
6 NDICKA. Non deve dannarsi l’anima, ma semplicemente limitarsi a controllare. Lo fa senza affanni.
S.V. CELIK. Ranieri gli affida ancora la licenza di offendere e stavolta la fiducia sembra generare buoni effetti con un cross al bacio per la testa di Dybala. L’incanto però dura poco: già a metà primo tempo è costretto a chiedere il cambio.
7,5 KONÉ. Per una volta la partenza è diesel: ha abituato talmente bene che nel primo tempo sorprende vedergli fare qualche errore. Poi scalda i motori e sale di livello, fino ad accendere il turbo nel pallone strappato in mezzo al campo che origina il 3-1 e nella firma sul poker. E il rombo lascia l’eco.
7 PAREDES. L’investitura di Ranieri gli dà ulteriore carica: tocca una quantità infinita di palloni, mostrando qualità e personalità tali da chiedersi perché fosse sparito. Ma forse non ce n’è bisogno.
6 ANGELIÑO. Limita le scorribande nella metà campo leccese, tenendo la posizione con diligenza.
6,5 SAELEMAEKERS. Titolare dopo quasi 3 mesi e per la prima volta in casa, lo tradisce l’emozione a partita appena iniziata e Chiffi poco dopo con un giallo che grida vendetta. Se la prende subito con gli interessi sbloccando il match con un tocco beffardo, ma fallisce il bis due volte da ottima posizione.
7 EL SHAARAWY. Disegna il corridoio per Saele che genera il vantaggio. Prova a riproporre la combinazione vincente altre due volte almeno, poi si riveste da assist-man vincente con la pennellata che trova la testa di Mancini. Un solo neo quando perde un possesso in zona rossa, ma San Mats veglia su di lui (e noi).
6,5 DYBALA. Non c’è Dovbyk e gli tocca fare il “9”. Più vero che finto quando stacca da bomber e induce Falcone prima alla mezza papera, poi al mezzo miracolo. L’istinto lo richiama lontano dall’area, ma innesca le reti della ripresa.
6 ABDULHAMID. Rileva Celik: nel primo intervento cicca il pallone, col secondo causa il rigore del pari. Sembra un disastro annunciato, ma Saud capovolge i pregiudizi firmando anche un assist.
7 PISILLI. Appena mette piede in campo ha l’occasione buona per ristabilire il vantaggio, ma centra Falcone. Non deve attendere molto per rifarsi e se possibile la prodezza vale anche di più, perché il 3-1 alleggerisce la tensione e lo fa volare sotto la Sud. Da lì in poi vola ovunque e propizia anche il 4-1.
S.V. ZALEWSKI. Entra sotto una selva di fischi preventivi e mai come stavolta stonati, a giochi ormai fatti.
S.V. HERMOSO. Ritrova il campo dopo oltre un mese di assenza forzata.
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