Pagelle

Le pagelle di Roma-Atalanta 0-2: Hummels torna argine

Mats cancella Retegui ed è decisivo in almeno due occasioni, poi alza bandiera bianca. Paredes offre un'altra prestazione di grande personalità, Koné ancora sugli scudi. Ma Dovbyk sparisce

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
03 Dicembre 2024 - 06:30

Ferita ma ancora viva. La Roma segue per un’ora abbondante la scia di Londra, imbrigliando la squadra più in forma del campionato e meritando almeno un punto, ma due deviazioni sfortunate la puniscono oltre misura. Da qui bisogna ripartire, ma d’ora in poi muovendo a ogni costo una classifica sempre più inguardabile.

IL MIGLIORE - 6,5 HUMMELS. Inizia con un tentativo di anticipo a vuoto, ma se Retegui è un fantasma, gran parte del merito è delle sue attenzioni speciali. Decisivo lo schermo sul nazionale azzurro a fine primo tempo, perentorio in almeno altre due occasioni nella seconda parte. Poi deve alzare bandiera bianca.

IL TECNICO - RANIERI 6 Torna da padrone di casa all’Olimpico dopo cinque anni e mezzo, accolto da un tripudio. Prova a ricambiare impostando bene il match, ma gli episodi non lo premiano.

6 SVILAR. Il primo pallone con le mani lo tocca dopo mezz’ora senza nemmeno impegnarsi troppo. Il resto della gara prosegue su quei binari, sintomo della buona tenuta. Tradito da due deviazioni.

6,5 MANCINI. Cancella lo spauracchio Lookman con una marcatura puntuale, attenta e per certi versi prepotente. Poco dopo lo 0-1, ha la palla buona per pareggiarla ma impatta in equilibrio precario.

6 NDICKA. L’inerzia del match gli concede una certa libertà e se la prende tutta, supportando la manovra a sinistra. Dietro tiene senza subire particolari scossoni.

5,5 CELIK. Tanta buona volontà, poco supportata dalla precisione. In avvio di ripresa riesce a mettere in fila una serie poco invidiabile di passaggi sbagliati, poi è anche sfortunato a deviare nella propria porta il tiro di De Roon.

6 CRISTANTE. Rinfoltisce la mediana e il suo contributo è fondamentale soprattutto in fase di contenimento. Una distorsione lo costringe a chiedere il cambio nell’ultima parte

6,5 PAREDES. Riconfermato titolare dopo la convincente prestazione di Londra, impiega 4’ a prendere la mira e scaldare i guanti di Carnesecchi. È solo il preludio a una prova d’intensità e personalità.

6,5 KONÉ. Inizia sul centro-sinistra, poi scambia posizione con Bryan: su entrambi i versanti garantisce dinamismo e qualità, anche se dosa male un suggerimento che meriterebbe miglior sorte poco prima dell’intervallo. Ma è l’unico neo di un’altra gara in cui conferma di appartenere a una categoria superiore. Anche quando cerca di far capire all’ex di turno che non bisogna mai allargarsi troppo.

6 ANGELIÑO. Torna a tutta fascia senza avere compagni avanti a sé sul proprio versante ed è subito aggressivo. Col passare dei minuti resta però più guardingo.

6 DYBALA. Nella prima parte si accende a intermittenza. Ma di ritorno dagli spogliatoi offre una delizia ad Artem, che l’ucraino rende un inno allo spreco. Il giallo che gli sventola Guida ha del surreale, ma lì siamo alle solite.

5 DOVBYK. Fatica a trovare la porta e quando potrebbe pungere scivola sul più bello. Arranca anche quando dovrebbe far salire la squadra, ma il vero peccato è l’occasione d’oro sprecata a inizio ripresa. Il cambio è inevitabile.

5,5 SHOMURODOV. Vorrebbe spaccare il mondo all’ingresso in campo, ma i pressing generosi e solitari restano gli spunti più lucidi.

5,5 SAELEMAEKERS. Rileva Celik: il salto di qualità è subito evidente quando pesca Mancio solo in piena area. Poi però si perde nella confusione collettiva del finale.

5,5 EL SHAARAWY. Si fa trascinare dal disordine e incide poco o nulla.

5,5 SOULÉ. Pochi minuti ma di piena evanescenza. Riesce quantomeno nell’impresa di far ammonire Kolasinac, sia pure con 80 minuti di ritardo rispetto al dovuto.

5,5 ZALEWSKI. Appena entrato sbaglia subito i primi due appoggi: vero che è costretto a fare il terzino, ma un po’ di coraggio non guasterebbe

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