Le pagelle di Tottenham-Roma 2-2: il Cappellaio Mats
Hummels croce e delizia: disfa in avvio, ma rifà e si rifà col pari. Koné è un motorino instancabile, Paredes lo affianca con una regia d’autore. Saele rientra bene
Segnali di vita. La Roma torna finalmente a fare la Roma: tosta, reattiva, spavalda più del previsto, coglie un meritatissimo punto a Londra e riporta la barra in direzione di speranza e fiducia. Su questa strada rinascere si può.
IL MIGLIORE - 7,5 KONÉ. Nella fase iniziale intercetta un pallone cadendo male e sulle schiene di chiunque partono i brividi. Si riprende presto, concedendo un respiro di sollievo a tutti e l’ennesima prestazione maiuscola, fra l’infinità di palloni recuperati, la qualità con cui li tratta e i continui cambi di marcia.
IL TECNICO - 7 RANIERI Restituisce coraggio alla squadra e voglia di crederci ai tifosi, giocandosela a viso aperto contro l’attacco più forte della Premier. Il punto può essere un nuovo inizio.
6,5 SVILAR. Pronti via, si trova già a fronteggiare Son dagli 11 metri. Il contraccolpo lo porta a sbagliare qualche rinvio coi piedi e un’uscita, ma è reattivo su Solanke e si distende alla stragrande a fine primo tempo sempre sul coreano.
6 MANCINI. Deve vedersela con Son, compito arduo per chiunque. Per un po’ se la cava come può, poi è costretto a ricorrere alle cattive per fermare il numero 7 in bianco. Sfiora il 2-2 poco prima che arrivi.
6,5 HUMMELS. Il debutto da titolare inizia come peggio non potrebbe, causando il rigore che mette la gara in salita. In bilico fra eleganti anticipi e figuracce, si prende una piccola rivincita col salvataggio su Kulusevski. E una enorme col pari all’ultimo respiro. Croce e delizia.
6,5 NDICKA. Torna al ruolo originario e all’inizio appare un po’ titubante. Quando però si spinge in area inglese trova la zuccata che vale il momentaneo pari. Poi riprende anche la consueta sicurezza.
6 CELIK. La posizione di partenza spiazza ogni previsione: forse mai aveva avuto licenza di alzarsi tanto negli anni in giallorosso. Lo spunto migliore arriva dopo un’ora col cross che origina la traversa.
7 PAREDES. Impiega meno di quanto sarebbe lecito attendere a scrollarsi di dosso la polvere accumulata nella gestione Juric. Regia di personalità, che rischia di essere macchiata da uno scellerato disimpegno orizzontale. Poco comprensibile il giallo per storie tese con un avversario. Ma nella ripresa compie uno strepitoso salvataggio e sale ancora di tono.
6,5 ANGELIÑO. Al costante proporsi nella trequarti avversaria non fa sempre seguito quella precisione sui cross che pure è nelle sue corde. Dietro è protagonista in positivo quando salva la porta a Svilar battuto. Sfortunato quando centra la traversa, si riprende il maltolto con l’assist decisivo.
6,5 DYBALA. Per mezz’ora sembra la sua serata: sventagliate ad aprire il campo e dribbling a creare superiorità sono gli aperitivi alla pennellata che trova la testa di Ndicka e l’1-1. Più delizioso ancora il tocco che varrebbe l’assist del 2-1, se Elsha non fosse di un piede in offside. Poi trova Forster sulla sua strada, ma un suo passaggio corto innesca il contropiede che ci rimanda sotto. Fuori nell’intervallo.
6 EL SHAARAWY. Il Var gli cancella una piccola-grande prodezza. Al di là dell’episodio, si muove tanto e senza eccessivi compiti difensivi ne guadagna in lucidità davanti.
5,5 DOVBYK. Fatica a entrare in partita per tutto il primo tempo. Dopo l’intervallo trova la porta ma in fuorigioco, situazione in cui si fa pescare fin troppo spesso.
6 SOULÉ. Entra a inizio ripresa senza fornire contributi rilevanti, ma è meno fumoso rispetto alle apparizioni dei primi mesi e cresce col passare dei minuti.
6 ZALEWSKI. Si sistema largo a destra e partecipa al forcing finale senza timidezza, con lo spirito adeguato.
6,5 SAELEMAEKERS. Ritorna in campo dopo quasi tre mesi e rischia di farsi di nuovo male in pochi istanti per un’entrata killer di Bentancur. Passato lo spavento però comincia a macinare a sinistra, prendendosi responsabilità in possesso palla. Rientro più che incoraggiante.
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