Pagelle

Le pagelle di Verona-Roma 3-2: la squadra di Juric si fa male da sola

La squadra si scioglie ancora in trasferta: pesano le leggerezze individuali. Zalewski spiana la strada agli avversari, ElSha e Ndicka tarpano ogni velleità nel finale

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
04 Novembre 2024 - 06:30

Piccola e fragile. La Roma si riscopre fin troppo vulnerabile dopo una sola mezza boccata d’ossigeno. Regala due dei tre gol a un Verona reduce da 6 ko in 7 gare, viene ancora danneggiata da arbitro e Var e lontano da casa si scioglie di nuovo con facilità disarmante. Ora la classifica langue più che mai: fate qualcosa.

IL MIGLIORE - 6 KONÉ. Forza fisica unita a qualità, resta uno dei pochi che sembra non perdere la bussola. Quando si pianta nessuno riesce a portargli via il pallone. Ammonito, viene sostituito prima della fine.

IL TECNICO - 5 JURIC Smarrisce nuovamente la solidità difensiva in trasferta, acquistando poco o nulla davanti. E i deficit caratteriali della squadra  si stanno palesando fin troppo.

6 SVILAR. Sul primo gol subito viene tradito dal disimpegno senza senso di Zale, sul secondo dal blocco di un avversario. Reattivo in uscita, ma subisce ancora gli errori dei suoi nei minuti conclusivi.

5,5 MANCINI. La difesa torna a ballare e anche se non si segnala per colpe specifiche sul tris incassato, non è esente da responsabilità.

5 NDICKA. Colpito da una gomitata in volto nell’azione del secondo gol veronese, ci mette del suo sul terzo, facendosi buggerare da Livramento senza opposizioni.

6 ANGELIÑO. Juric lo vede difensore puro e lì dietro fa quello che deve, dando anche una mano sulla fascia sinistra, soprattutto nel secondo tempo, quando crea superiorità numerica nell’altra metà campo.

5,5 CELIK. Per una volta indovina il tracciante giusto dal fondo che vale l’assist del secondo pareggio. Prima e dopo l’exploit però conferma tutti i propri limiti.

5,5 LE FÉE. In avvio tallona Kastanos limitando il proprio raggio d’azione ma quando riesce a svincolarsi mette in mostra la proverbiale verticalità. Resta però “leggerino” e soffre la fisicità dei dirimpettai.

4,5 ZALEWSKI. Già nei primi minuti la sua gara prende il bivio sbagliato: dal gol (anche bello) annullato per fuorigioco allo scellerato errore che spiana la strada al vantaggio veronese. Poi serve due volte Soulé davanti alla porta: la seconda è quella buona. Ma la macchia rimane e orienta il risultato.

6 SOULÉ. Torna titolare dopo circa un mese e ricomincia da dove aveva lasciato: ancora preda dell’evanescenza. La maledizione sembra proseguire quando si divora un’occasione macroscopica, ma subito dopo si rifà con gli interessi trovando il provvisorio 1-1 di tacco. Da lì trova fiducia, ma senza incidere ancora.

5 PELLEGRINI. Spaesato fin dalle prime battute, fatica a entrare in partita. Pur dettando più volte la profondità, non trova mai lo spunto vincente e finisce inghiottito dalla difesa di casa.

6 DOVBYK. Mezzo allenamento alle spalle, pochi compagni al fianco per almeno mezz’ora. Non può fare altro che dedicarsi alle sponde: una di queste origina l’1-1. Al rientro dagli spogliatoi però il piglio collettivo pare differente e Artem ne giova col tocco che vale il 2-2. Se Zalewski fosse più preciso potrebbe almeno tentare il bis, ma non è al meglio ed esce prima di avere un’altra occasione.

5 EL SHAARAWY. Rileva Zale e perde ingenuamente il possesso che dà il via alla ripartenza decisiva dell’Hellas ai fini del risultato.

6 DYBALA. In campo nell’ultima parte di match, in breve torna a fare il centravanti di manovra. Sfiora l’incrocio su punizione, poi l’angolo basso nel recupero.

6 CRISTANTE. Restituisce un po’ di peso alla mediana nella parte conclusiva di gara.

6 BALDANZI. Dentro nel finale, con uno strappo importante manda in tilt la difesa avversaria. Sintomo che in questa fase a uno nella sua forma non si può rinunciare.

S.V. PAREDES. Ritorna in campo, ma in poco più di 10 minuti non cambia le sorti della sfida.

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