Le pagelle di Roma-Torino 1-0: torna almeno una Joya
Dybala si avvicina alla porta, ritrova il gol con una magia e gioca da leader. Ndicka è di nuovo una sicurezza, Koné porta sostanza e qualità in mezzo, Pisilli come un veterano
Niente scherzetti, dopo quello pessimo e mai (più che mal) digerito di Firenze. La Roma offre invece il dolcetto della pace ai propri tifosi. La delizia vera però è griffata Dybala e per qualche ora serve a riconciliare con quella vittoria che mancava da troppo tempo. Ora testa a Verona per non vanificare subito tutto.
IL MIGLIORE 7 DYBALA. Sarà un caso, ma nella sera in cui si avvicina alla porta ritrova anche il gol su azione (l’ultimo fu proprio al Torino). Linetty porge un gentile omaggio che non si può proprio rifiutare, ma Paulo trova l’unico angolo possibile. Alla piccola grande magia ne seguono altre, in una notte da leader tecnico che scaccia i fantasmi e ridà Joya.
IL TECNICO 6 JURIC. Per almeno un tempo la squadra è determinata e attenta, il contrario dello scempio al Franchi. Risultato: sofferenze rare, punti tre. Di questi tempi non poco.
6,5 SVILAR. Nella prima mezz’ora il suo massimo impegno si riduce a un’uscita aerea. Poi blocca una zuccata di Maripan poco prima dell’intervallo. I fastidi finirebbero lì se non dovesse opporsi a Njie nella ripresa. Ha vissuto giornate più complicate, ma se sollecitato risponde sempre presente.
6,5 MANCINI. Il Toro non carica e la serata da Capitano scorre senza grattacapi dalle sue parti. Tanto che si spinge con una certa insistenza in area avversaria, a occupare gli spazi che il centravanti di manovra lascia ai compagni.
6,5 NDICKA. La scarsa vena offensiva del Torino lo aiuta. Sia come sia Evan mette in soffitta la notte da incubo del Franchi e torna a gestire la retroguardia senza affanni e con la sicurezza cui aveva abituato.
6,5 ANGELIÑO. L’alternanza fra linea arretrata e fascia lo riporta dietro, l’inerzia del match lo spinge nella metà campo torinista, dove subito dopo l’1-0 prova la botta, sia pure centrale. Al ritorno dagli spogliatoi rifiata limitando le incursioni in campo avverso e gestendo una fase difensiva priva di patemi.
6 CELIK. Fra i più fischiati in avvio dopo i disastri fiorentini, è il primo ad avvicinarsi alla porta granata di testa. Poi riduce le sortite oltre la metà campo e considerando le recenti esperienze è una saggia decisione.
6,5 KONÉ. Presenza di peso e qualità in mezzo al campo. Senza palla indovina le linee di passaggio dei dirimpettai e limitarne il raggio d’azione, in possesso dimostra di sapere sempre cosa fare. Termina il match addirittura in crescendo.
6 LE FÉE. Ritrova per la seconda volta in una settimana la maglia da titolare, dando la sensazione di compiere un altro passetto verso l’ambientamento. Si piazza in mezzo per cercare di dare ordine alla manovra, alternando discrete giocate a qualche errore di misura.
6 ZALEWSKI. Torna a sinistra, dove si muove senza fare sfracelli né in un senso né nell’altro. Tutto sommato è ordinato, anche se osa poco per la posizione che ricopre. Chiede il cambio nell’ultima parte di gara.
6,5 BALDANZI. Il dialogo calcistico coi partner della zona offensiva è fitto e lo porta a sfiorare due volte la porta. Questione di centesimi e centimetri. Ma anche senza fuochi d’artificio, è sempre attivo.
6,5 PISILLI. Nella trequarti improntata a gioventù e movimento si muove da interprete navigato. Le energie lo assistono e vanno ascritte a suo merito, talento e naturalezza sono doti innate. Destinato a un ruolo da protagonista in questa squadra.
6 PELLEGRINI. L’accoglienza a base di fischi non è più una novità. Cerca di non subirli e si dedica al lavoro oscuro, rimediando pure un giallo.
6 SHOMURODOV. Entra a baricentro già abbassato e trova pochi margini per pungere. Ma l’impegno ancora una volta non manca.
6 CRISTANTE. Rileva Baldanzi e accorcia la squadra, evitando un finale di apprensioni.
S.V. EL SHAARAWY. Lo stop di Zale lo rimanda in campo in fretta e furia dopo quasi un mese di assenza.
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