Le pagelle di Fiorentina-Roma 5-1: catastrofe generale, tutti insufficienti
Celik ne combina di tutti i colori. Ndicka fa accomodare Kean, disastro Hermoso. Dovbyk non la vede mai. Mile evita che la disfatta assuma proporzioni peggiori
Disastro. Se non annunciato, poco ci manca. Le fitte nebbie degli ultimi giorni si traducono in clima da tregenda sul campo del Franchi. Laddove la Roma non perviene e si fa travolgere senza alcuna attenuante. La notte è fonda, che qualcuno intervenga.
IL MIGLIORE - 5,5 SVILAR. Sorpreso dal tiro di Kean che vale il vantaggio fiorentino, con la punta delle dita evita almeno che a esultare sia Cataldi. Nella ripresa si oppone a Sottil e Gosens, ma a debacle compiuta. Alla fine evita almeno tre gol, il che la dice lunga sulla serata sciagurata.
IL TECNICO - 3 JURIC Frana insieme alla squadra senza riuscire a porre rimedio agli errori iniziali. Peggiorando anzi la situazione in corso d’opera. L’immobilismo finale è la triste foto del momento.
5 MANCINI. La difesa balla dall’inizio alla fine e anche lui non può essere esente da responsabilità. Prova a creare superiorità in avanti, ma senza costrutto. Le proteste sul terzo gol viola gli costano l’ammonizione e il conseguente cambio nell’intervallo.
3 NDICKA. Spiana la strada a Kean tenendosi inspiegabilmente a distanza nell’azione che indirizza il match. L’errore iniziale è il prologo a una serie infinita di indecisioni. Sbanda come mai gli era successo in un anno e mezzo di Roma.
3 HERMOSO. In netto ritardo nel tentativo di chiusura del pallone messo in mezzo che genera la terza rete dei toscani. Continua su quella falsariga per il resto della gara: imbarazzante in marcatura, deleterio quando prova a inseguire rimediando soltanto il rosso che chiude definitivamente il match.
2 CELIK. Un raptus lo assale quando prova a saltare due avversari al limite della propria area, impattando sul secondo: non sarebbe mai rigore con arbitro e Var meno miopi, ma la scelta scellerata resta. Recrimina anche quando perde il possesso causando l’1-3, ma se svista c’è, è molto meno evidente. Come “ciliegina”, si fa saltare come un birillo da Bove. Poi sbaglia tutto quello che (non si) può sbagliare palla al piede.
4,5 PISILLI. Fa il torello fra i dirimpettai senza mai riuscire a prenderne uno. In cambio rimedia un giallo e rischia più volte il secondo in un pressing solitario quanto sterile.
4 CRISTANTE. Preso in mezzo dagli avversari, appare spaesato e in balia degli eventi a tal punto che Juric lo richiama in panchina dopo appena mezz’ora di gioco.
4,5 ANGELIÑO. Schierato nuovamente da esterno, perde di vista fin troppo spesso Colpani e finisce per essere sacrificato anche lui dopo un solo terzo di partita.
5,5 DYBALA. Prova a sorprendere De Gea da metà campo in avvio e lo sollecita ancora nella ripresa sulla punizione deviata sul palo. In mezzo fa tutto: regista, rifinitore e attaccante, spendendo ancora tanto dal punto di vista fisico. Ma predica nel deserto o quasi e nemmeno la sua vena può bastare.
5 PELLEGRINI. Prova a dare la scossa prima coi piedi, poi richiamando la squadra a inizio ripresa, senza successo in entrambi i casi. Dà tutto quello che ha e lo si nota anche quando torna a chiudere nella propria area a goleada già subita, ma per il resto gira a vuoto.
4 DOVBYK. Servito poco e male, vero, ma Comuzzo - non esattamente Sergio Ramos - gli mangia in testa.
5 KONÉ. Entra alla mezz’ora e sembra poter riaprire la gara, quando trova l’angolo lontano da fuori. L’illusione però dura poco e si smarrisce col resto della truppa.
4 ZALEWSKI. Rileva Angeliño, ma in un’ora in campo lascia zero tracce. Da segnalare a “Chi l’ha visto”.
4,5 BALDANZI. Non è certo colpa sua se è chiamato a fare l’esterno a tutta fascia. Sta di fatto che fa sembrare Sottil la riedizione di Giggs.
5 HUMMELS. Il tanto atteso esordio lo avrebbe meritato diverso: invece entra sull’1-4 e con la squadra in 10, deviando anche nella propria porta il quinto gol. Nel finale prova a chiudere gli ulteriori varchi che rischiano di diventare voragini.
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