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Le pagelle di Roma-Dinamo Kiev 1-0: Baldanzi e Pisilli, trequarti di vivacità

Tommaso si procura il rigore, Niccolò punge senza sosta. Nella stessa zona entrano bene anche Dybala e Pellegrini. Ndicka, gesto da Libro Cuore verso Cristante

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
25 Ottobre 2024 - 06:30

Poco ma buono. La Roma mette quanto può nella sfida contro la Dinamo. Rischi quasi pari a zero, anche se le occasioni create non sono molte di più. Non è tantissimo, ma basta per portare a casa la prima vittoria di questa edizione di coppa. E di questi tempi bisogna prendere e portare a casa. Puntando Firenze.

IL MIGLIORE - 7 BALDANZI. Impiega un po’ per carburare, ma quando si accende è letale: a metà primo tempo trova il fallo da rigore e poco dopo uno spunto personale concluso con un sibilo sul palo lontano. Sprigiona effervescenza da trequarti in su.

IL TECNICO - 6 JURIC Tiene ancora una volta fuori Hummels e Paredes, mette dentro tanta gioventù e le scelte di formazione gli danno ragione. Anche se la Dinamo non sembra insormontabile.

6 SVILAR. Nella prima mezzora può limitarsi a osservare i compagni. Ma presto diventa chiaro che la serata non è di riposo: prima lo grazia Tymchyk, poi un fuorigioco. In mezzo ci mette del suo con un buon intervento su Guerrero. A 15’ dalla fine va a vuoto in uscita aerea. Sì, può capitare perfino a lui.

6 CELIK. Per una sera arretrato a fare il braccetto di destra, presidia la propria metà campo senza avventurarsi troppo dall’altro lato. Scelta che si rivela saggia.

6,5 NDICKA. Statistiche alla mano, a lui Juric non rinuncia mai. Non solo. L’assenza iniziale dei veterani lo rende Capitano di giornata: ne avverte le responsabilità e si muove da leader, sfiorando anche per primo la porta avversaria con un mancino ravvicinato ma morbido.  Di testa le prende tutte, da un’area all’altra. Inamovibile.

6 HERMOSO. L’impegno non è dei più gravosi, ma soffre poco. Qualche sbavatura in più quando imposta.

6 ZALEWSKI. L’errore con l’Inter e i fischi di giornata pesano, anche se la corsia che lo porta più spesso a crossare col piede forte potrebbe aiutarlo. Nemmeno è troppo fortunato: quando trova lo spunto giusto i compagni sono in ritardo.

6 KONÉ. La mediana tutta francese almeno in teoria incarna le idee di dinamismo e intensità del tecnico, ma Manu mette in soffitta il galoppo per il piccolo trotto.

6 LE FÉE. Titolare dopo oltre tre mesi mette in campo discrete idee. Con un disimpegno leggero rischia però di combinarla grossa e deve ringraziare la mira degli avversari. La sua gara dura meno di un’ora, ma la qualità si intravede.

6 ANGELIÑO. La presenza di Hermoso dall’inizio gli permette di avanzare il raggio d’azione e proprio una combinazione fra i due a sinistra crea il primo sprazzo di luce. Gli ardori iniziali trovano un freno nel cartellino prima dell’intervallo.

7 PISILLI. Schierato qualche metro più avanti del solito, può sfruttare freschezza e doti di inserimento per velocizzare gli ultimi tratti di manovra, che in effetti rende più agile. Spende tanto, ma senza mai accendere la spia della riserva.

6,5 DOVBYK. Comincia dedicandosi al consueto lavoro di sportellate, che riserva sporadiche opportunità alla gloria personale. Quando l’arbitro indica il dischetto, si riappropria del tabellino dei marcatori. E il suo timbro è ancora decisivo.

6 CRISTANTE. Entra accolto dai fischi preventivi, ma in suo soccorso corre Ndicka affidandogli la fascia. Gesto che Bryan replica a sua volta con Pelle, prima di rischiare il polpaccio su un intervento ai limiti.

6 SHOMURODOV. Si danna l’anima alla ricerca della porta ucraina, auto-generando qualche occasione anche dove non ci sarebbero le premesse. Ma quando lo specchio gli appare nitido, si divora il 2-0.

6,5 PELLEGRINI. Il Capitano per una volta è il terzo a mettere la fascia, ma la onora: tira più di chiunque, duetta con Paulo, consola Shomu dopo l’errore, torna a coprire.

6,5 DYBALA. Gli bastano poco più di 20 minuti per inventare come (solo?) lui sa fare: l’assist per Eldor è nettare. Anche per gli esteti.

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