Pagelle

Le pagelle di Roma-Inter: Dybala a tutto campo

Gara “totale” di Paulo, che rincorre interisti fino alla propria area e giostra ovunque. Svilar ci tiene in gioco fino alla fine. Ndicka fra gli ultimi a cedere, poco brillanti i subentrati

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
21 Ottobre 2024 - 07:00

Sforzo vanificato. Un’ora di buona opposizione all’Inter, fra occasioni create e pochi rischi subiti, viene frustrata da un errore individuale che costa la partita. Da lì in poi ne comincia un’altra, in balia di scarse idee e molta stanchezza. C’è tanto da lavorare.

IL MIGLIORE 7 DYBALA. Parte largo a destra, rincorrendo Dimarco e Bastoni come si trattasse di un marcatore qualsiasi. Pian piano va a cercarsi gli angoli di campo dove incidere, occupandoli più o meno tutti e conducendo i suoi da regista, da rifinitore, da leader. Abnegazione, umiltà e tanto lavoro oscuro: la gioia non arriva, ma la Joya è totale.

IL TECNICO 6 JURIC. Adotta qualche variazione tattica per contrastare l’Inter e l’accorgimento riesce fino all’errore che costa il match. Poi però la squadra è stremata e i cambi non aiutano.

7 SVILAR. Dopo 6 minuti si oppone alla botta di Thuram. Fino al gol non riceve altre chiamate, ma dopo lo svantaggio compie almeno tre interventi decisivi che tengono in piedi (almeno teoricamente) le speranze di rimonta.

5,5 CELIK. Diligente nel lavoro sulla corsia di competenza, palesa le solite difficoltà quando è chiamato a spingere. Correo nell’azione che porta allo 0-1, ma più per un rimpallo sfortunato che per negligenza. Poi però salva Svilar.

6 MANCINI. Tiene botta sugli attaccanti nerazzurri, tallonandoli senza sosta e annullandoli a lungo. Almeno fin quando le forze lo sostengono: nel finale arranca.

6,5 NDICKA. Dalla parte opposta c’è il capocannoniere del campionato, ma per un’ora si vede pochissimo. Evan rievoca i duelli di Bundesliga e lo fa con stile e tracotanza fisica, mantenendo lucidità anche quando i compagni cedono.

6 ANGELIÑO. Torna a fare il terzino nel senso più pieno del ruolo. Dietro non concede sbavature, ma quando avanza non ha la brillantezza dei giorni migliori, poi ci si mette anche la stanchezza. 

5 KONÉ. Il mediano di lotta e governo ammirato nelle prime apparizioni propone la sua versione sbiadita: confusionario e impreciso, tanto nella corsa senza palla quanto nei disimpegni. Irriconoscibile. 

5,5 CRISTANTE. Ancora titolare per portare esperienza, chili e centimetri in dote alla mediana: per un tempo il suo peso si avverte, poi sbaglia qualche appoggio di troppo rimediando anche un giallo e cala vistosamente, fino al cambio e ai fischi che lo accompagnano.

6 PELLEGRINI. Per un tempo i pericoli per la porta avversaria arrivano tutti da lui. Appena scoccato il primo giro di lancette tenta già la conclusione; poi colpisce il palo inducendo Sommer alla mezza papera dalla linea di fondo; prima dell’intervallo si libera al limite cercando l’angolo lontano e trovando la risposta del portiere. Aiuta in ripiegamento, ma poi diventa l’ennesima vittima della stanchezza.

4,5 ZALEWSKI. Esegue la traccia base sulla sinistra, anche se quasi mai trova il guizzo. Trova invece l’errore da matita blu quando perde il sanguinosissimo pallone che porta allo 0-1 e chiude i giochi.

5,5 DOVBYK. Coi trequartisti chiamati a svolgere entrambe le fasi, il peso dell’attacco grava tutto o quasi su di lui. Fa a sportellate per far salire i compagni e deve sobbarcarsi il lavoro di sponde. Sotto porta si vede dopo mezz’ora con un’incornata che sfiora il palo.

5,5 PISILLI. Costretto al fallo tattico che lo porta al cartellino appena entrato, ne risente fino alla fine.

5,5 BALDANZI. Entra con la consueta voglia, ma questa volta la lucidità non è pari alla buona volontà.

5 SOULÉ. Ancora un’occasione sprecata, nell’ostinata ricerca di orpelli di scarsa utilità.

5,5 LE FÉE. Rientra dopo due mesi e si nota più per la vistosa fasciatura sul ginocchio che per le giocate.

5,5 HERMOSO. Qualche disattenzione di troppo nel finale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI