Le pagelle di Monza-Roma 1-1: Dovbyk non basta
Artem costruisce e finalizza il gol, ma sono decisive le occasioni sprecate. Koné e Pellegrini si muovono ma sprecano sotto porta. Su Angeliño e Zalewski pesa il pareggio
In crescita ma a piccoli passi. La Roma mette buona volontà e intensità differenti dalla gara di coppa, mancando però troppe volte la porta. E alla fine viene beffata dalla clamorosa topica di arbitro e Var. Restano due punti persi.
5,5 SVILAR. Comincia con un gran riflesso di piede sulla botta ravvicinata di Maldini. Appare però tutt’altro che irreprensibile sul cross che causa il pareggio. Perfino lui può avere una (mezza) uscita a vuoto.
6 MANCINI. Nel sistema di marcature a uomo di Juric, è quello che più alla lettera interpreta i dettami. Patisce i duelli in velocità, ma in marcatura si fa sentire. Uno scontro fortuito con Angeliño gli costa una vistosa fasciatura, ma si immola nel recupero rimediando un colpo duro da un avversario.
5,5 NDICKA. Djuric gli mette qualche apprensione di troppo nel gioco aereo: rimedia di posizione come può,ma butta via troppi palloni.
5,5 ANGELIÑO. Non sembra soffrire più di tanto il continuo viavai fra fascia e difesa: anzi, da braccetto ha poche esitazioni. L’unica del suo match però la paga cara, poi viene sostituito ma perché stremato.
6 CELIK. Soulé stringe molto e gli dà modo di attaccare il fondo più del solito, ma i cross non sempre sono ben dosati. Nella fase difensiva non manifesta particolari ansie.
6 KONÉ. Partenza più che veemente, fra i tanti possessi riconquistati e un paio di conclusioni velenose: la prima centra il palo e dà origine al gol annullato. Anche nella seconda parte vince contrasti e si rifà sotto la porta lombarda, senza però centrare lo specchio.
6 CRISTANTE. La cerniera con Koné funziona, soprattutto in fase di contenimento e recupero. Quando verticalizza pesca Dovbyk, che trasforma l’imbucata in oro.
S.V. EL SHAARAWY. La sua gara dura 20’, poi si arrende al polpaccio ko.
5,5 SOULÉ. Alterna sterzate e dribbling a buon fine con leziosismi privi di senso, uno dei quali gli costa il giallo nel tentativo di recupero falloso. Un passetto avanti rispetto alle ultime apparizioni, ma ancora inconcludente e “leggero”.
6 PELLEGRINI. Si fa trovare spesso e volentieri fra le linee, sfiorando per due volte la porta monzese: esterno da fuori, piatto da vicino, anche se la seconda somiglia più a un’occasione sprecata. Il terzo tentativo è un mancino respinto dal portiere. Spende molto e paga la stanchezza nel finale.
6,5 DOVBYK. Il duello con Pablo Mari lo impegna non poco fisicamente: trova pochi spazi, ma è efficace nel gioco di sponde. Sul palo di Koné non ha esitazioni a sparare la bordata che si insacca sotto la traversa, anche se un fuorigioco millimetrico gli strozza l’urlo. Nella ripresa prima apre troppo il piatto a tu per tu col portiere, poi fa centro nel modo più difficile.
5,5 ZALEWSKI. Ritrova il campo dopo oltre un mese per le note vicende, rilevando Elsha. Il suo impatto è incoraggiante e denso di spunti, anche negli uno contro uno, poi una serie di scelte azzardate lo appannano, fino a farsi infilare alle spalle da Mota. Resta nel vivo fino alla fine, ma pesa l’errore.
6 HERMOSO. Mette qualche toppa nel finale, quando la squadra è più sbilanciata e c’è da sudare per frenare le ripartenze biancorosse.
6 PISILLI. Altro ingresso convincente, prima largo a destra e poi in mezzo dove si destreggia sempre con maturità, senza concedersi pause.
S.V. BALDANZI. In pochi minuti trova un rigore solare che “solo” arbitro e Var non vedono. Prova anche il guizzo personale, saltando avversari in serie ma viene fermato sul più bello.
S.V. SHOMURODOV. Negli ultimi minuti appoggia Artem in posizione più defilata, ma non incide.
6 JURIC. Stavolta la squadra crea tanto e subisce poco, ma manca ancora la necessaria cattiveria sotto porta. Rispetto all’ultima in Svezia almeno i ritmi sono in crescita
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