Svilar non ci salva
Mile fa ancora tutto il possibile, ma non basta a evitare il disastro collettivo in Svezia. Pellegrini negli ultimi 20’ crea più di tutti negli altri 70’. Soulé delude ancora, Shomu impalpabile
Cala il gelo sulla Roma. Ben oltre le temperature svedesi. Col modesto Elfsborg arriva il primo ko della gestione Juric: il turnover non funziona, le poche occasioni arrivano solo nell’ultima fase, ma stavolta nemmeno la sorte guarda dal lato giusto. Imperativo rimboccarsi le maniche. Subito.
5,5 JURIC. Diventa l’ennesima vittima del ricorso eccessivo alle rotazioni in coppa. Ma al di là degli interpreti, la manovra gira lentamente e l’attacco si conferma sterile.
IL MIGLIORE: 6,5 PELLEGRINI.
6,5. SVILAR. Sventa il primo pericolo su sviluppi da corner. Neutralizza anche il secondo tentativo con un gran riflesso a terra, un attimo prima che il Var torni indietro e assegni il rigore. Nella ripresa non viene più sollecitato, ma dopo aver fatto ancora una volta il suo.
6 CELIK. Le rotazioni lo portano a fare il braccetto di destra, dove nemmeno si districa male. E quando avanza lo fa con lucidità.
5,5 NDICKA. Il “superstite” del terzetto titolare fatica accanto ai compagni di giornata, soprattutto quando gli avversari ripartono in velocità.
5,5 HERMOSO. Propone ancora una versione lontana dal centrale rapido e rognoso visto in Spagna, anche se prova a farsi valere nei contrasti. Di fisico e di mestiere.
5,5 ABDULHAMID. Schierato dall’inizio a sorpresa dopo i 20’ un po’ così con l’Athletic. Di cross ne indovina pochi, quando prova il tiro scaglia il pallone oltre il tetto dello stadio e per il resto pare catapultato in Svezia da un’altra dimensione. Come effettivamente è. Eppure trova qualche guizzo dopo l’intervallo.
6 PISILLI. Le copertine degli ultimi giorni non intorpidiscono la sua voglia. Si muove molto, anche vagando un po’, ma sempre provando a lanciarsi negli spazi e firmando la doppia occasione della ripresa, stavolta senza fortuna.
5 PAREDES. La prima volta con la fascia al braccio fin da inizio gara non sarà una di quelle da tramandare ai posteri. Cerca di far girare la squadra, ma a ritmi fin troppo blandi. Compassato.
5 ANGELIÑO. Torna a coprire l’intera fascia, ma raramente trova lo spunto giusto: cross sbilenchi, scelte raramente adeguate.
4,5 SOULÉ. Disintegra con una scelta incomprensibile un ghiottissimo 5 contro 2, poi prova la conclusione personale a più riprese senza mai dare una parvenza di pericolosità. E le cose non vanno meglio quando cerca altre soluzioni. Nella scia di quanto (non) visto nell’ultima.
5,5 BALDANZI. Nella prima parte dà la sensazione di poter prendere possesso della trequarti con tanta vitalità. Poi l’episodio del rigore lo punisce e ne spegne gli ardori.
5 SHOMURODOV. Incomprensibilmente cercato più con i cross che in profondità, nell’unica mezza occasione che gli capita spara alto da posizione defilata. Impalpabile.
5 EL SHAARAWY. Entra con gli altri big nell’ultima mezz’ora, si sistema a destra ma un tackle difensivo lo intimidisce e alla fine fa anche meno di Saud.
5 DYBALA. Il suo ingresso coincide con un diverso passo collettivo nella metà campo avversaria. Ma è un’illusione: non prova mai a forzare l’uno contro uno, si limita al compitino e non incide.
5,5 DOVBYK. Si piazza davanti, da totem cui affidare il possesso per risalire in blocco: sgomitando riesce a creare diversi spazi per i compagni, mai per sé e conclude la gara senza concludere in porta.
6,5 PELLEGRINI. Dentro negli ultimi 20 minuti, riesce a costruirsi almeno due nitide palle-gol, più del resto della squadra in tutto il match: la prima con un gioco destro-sinistro che meriterebbe la rete, la seconda con una pennellata mancina che scuote la traversa. La fortuna non lo aiuta, tantomeno a riabilitarsi presso i detrattori di professione.
S.V. CRISTANTE. Nel finale Juric prova a sfruttare le sue qualità aeree a ridosso dell’area svedese. Ma anche questo tentativo va a vuoto.
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