Le pagelle di Juventus-Roma: Ndicka alza il muro
Evan attento e puntuale: chiude ogni varco agli avversari con il supporto di Mancini. Ottimo esordio da titolare per Pisilli. Preziosa la stoffa di Koné. Dovbyk lontano dalla versione Liga
Concentrata. Umile. Seria. La Roma limita i rischi al minimo nella tana dello spauracchio Juventus, rischia perfino di vincerla nel finale uscendo con un punto meritato e forse con una nuova consapevolezza. Passo avanti.
IL MIGLIORE 6,5 NDICKA. Chiude qualsiasi varco dall’inizio alla fine, dando sempre sensazione di estrema sicurezza. Se dalle parti di Svilar arriva poco o niente, è merito del muro che erige insieme con Mancio.
IL TECNICO 6,5 DE ROSSI. Carattere da vendere in almeno un paio di scelte di formazione. Altra mentalità rispetto al turno precedente: nessun timore reverenziale, perfetta la fase difensiva.
6 SVILAR. Per 41 minuti non sporca i guanti, poi una conclusione un po’ strozzata ma potenzialmente ingannevole di Vlahovic ne testa i riflessi. Per il resto della sfida fa il regista arretratissimo, dando il via alla cosiddetta uscita dal basso.
5,5 CELIK. Fra i due esterni difensivi è lui quello preposto a sovrapporsi lì davanti. Ma i piedi non sono da fine dicitore e anche nella propria metà campo quando è in possesso lo perde quasi sistematicamente.
6 MANCINI. Attento e “pulito” in marcatura, sbarra la strada a ogni velleità bianconera, integrandosi alla perfezione con Ndicka. Nel finale Guida gli sventola un cartellino surreale dopo mera richiesta di chiarimenti. Mah.
6 ANGELIÑO. Limita le incursioni nella metà campo avversaria, badando più a tenere la posizione dietro. Ma quando si sgancia può graffiare: a un attimo dal gong la sua rasoiata fa tremare lo Stadium.
6,5 PISILLI. Debutta da titolare e dopo appena 27’ già supera il suo score complessivo da professionista. Alla fine ne gioca 70, con ottima personalità: pressa, aggredisce, si butta negli spazi e il pallone fra i suoi piedi non scotta mai. Se il buongiorno si vede dal mattino...
6,5 CRISTANTE. Preferito un po’ a sorpresa a Paredes come perno di centrocampo, si abbassa molto a proteggere la difesa e già in avvio sbroglia una situazione scabrosa. Poi si dedica a intercettare le linee di passaggio degli avversari. Ben vengano discussioni che stimolano conseguenze simili.
6 PELLEGRINI. La prima fase di gara è bloccatissima e allora prova a scuoterla con un destro dal limite. Cerca di incunearsi fra le linee, ma ci riesce solo all’alba del match, spegnendosi alla distanza.
5,5 SOULÉ. Vince il ballottaggio fra ex di turno con Dybala. Sfacciato negli spunti, mantiene guardinga la corsia sinistra juventina. Intenti effervescenti, frutti sgasati.
6 SAELEMAEKERS. Si presenta all’esordio con discreta lena, anche se non sempre ha rimorchio dai compagni. La sua dedizione in ripiegamento permette alla squadra continui cambi di sistema in corsa, ma gli costa un giallo.
5 DOVBYK. Il duello fra giganti con Gatti gli soffoca eventuali spazi. I raddoppi di Bremer gli lasciano le briciole. Sarà anche il timore che incute, ma non prova mai a girarsi verso la porta. Per ora prendiamo Artem e lo mettiamo da parte, attendendo la versione migliore.
6 DYBALA. Inizia in panchina proprio nella partita che forse più lo coinvolge emotivamente. Entra nella fase in cui la squadra sembra ripiegare e trova poche opportunità per incidere.
6 ZALEWSKI. Dal lato di Conceicao, prova a contrarlo come può senza rinunciare a ripartire. Non sempre è preciso, ma la buona volontà c’è.
6,5 KONÉ. Poco più di 20’ bastano a mettere in mostra ritmo, intensità, idee chiare e anche ottime doti tecniche. DDR ha fatto carte false per averlo e già si intuisce perché.
6 BALDANZI. In campo nel finale della sfida, ancora da mezzala, posizione nella quale sembra acquistare sempre più confidenza.
6 SHOMURODOV. Questa volta non riesce a trovare l’occasione giusta, eppure si muove tanto. Se non altro la testa è quella giusta.
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