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Le pagelle di Roma-Empoli: Shomu e poco altro

Il cambio più inatteso rischia di riaprire un match catastrofico, ma da solo non basta. Dovbyk inizia bene, poi evapora. Soulé evanescente e arruffone, Dybala ci prova ma senza fortuna

Eldor Shomurodov

Eldor Shomurodov (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
26 Agosto 2024 - 07:00

Disastrosa. La Roma bagna l’esordio casalingo come peggio non potrebbe, soccombendo di fronte al modesto Empoli senza attenuanti. E richiama alla memoria inquietanti similitudini con l’inizio della scorsa stagione.

IL MIGLIORE 6,5 SHOMURODOV. Segna di testa e nello stesso modo va subito vicino al bis. Poi rimonta un avversario nella metà campo romanista, esaltando uno stadio avvilito. Ma non basta nemmeno lui.

L'ALLENATORE 5 DE ROSSI. La formazione schierata all’inizio appare leggera e priva di ritmo. Le cose però non migliorano anche quando cerca accorgimenti tattici differenti. Spaesato.

6 SVILAR. Nella prima parte di match si oppone a Fazzini e deve ringraziare la mira sbilenca degli empolesi in almeno due occasioni. Il primo gol sa di beffa, il rigore è imprendibile. Nel finale cerca di tenere in piedi i suoi e va addirittura a saltare in area avversaria, colpendo in elevazione. Ma non è aria di miracoli. 

5 CELIK. Si propone con parsimonia e mostra lacune vistose anche nella fase difensiva, che dovrebbe essere il suo punto di forza. 

5,5 MANCINI. Soffre e non poco per un’ora. Quando il sistema cambia, si sgancia con frequenza per supportare i compagni davanti colpendo anche un palo di testa. Salva pure il possibile 0-3 con un bel tackle, ma non tramanderà la prestazione ai posteri.

5,5 NDICKA. Qualche sbavatura di fronte ai contropiedi iniziali dei toscani, poi prende le misure e va in crescita nella linea a tre.

5 ANGELIÑO. Comincia arrembando ma con scarso costrutto: difetta la precisione nei cross. Un po’ meglio da braccetto. Solo un po’.

5 CRISTANTE. Nei primi 5’ prova a innescare due volte Dovbyk, con lancio lungo di prima e imbucata. Poi diventa preda del suo stesso andamento lento e si fa surclassare dai dirimpettai, fino al cambio.

4 PAREDES. Debutta in campionato abbassandosi il più possibile per restituire equilibrio a una squadra a forte trazione anteriore. Si vede però poco, fino al doppio errore da matita blu: palla sanguinosissima persa sulla trequarti difensiva e successivo fallo da rigore percercare di rimediare. La sfida va in soffitta così, lui finisce in panchina

5,5 PELLEGRINI. Fa da elastico fra mediana e attacco e in zona tiro è fra i più attivi: sua la prima conclusione verso la porta toscana. Bissa di testa prima dello 0-1, ma trova Vasquez sulla sua strada. A inizio ripresa spacca la traversa di sinistro, ma col passare dei minuti perde lucidità e precisione.

6 DYBALA. Accolto da striscioni e boati, sembra avere in serbo il colpo in grado di suggellare il lieto fine ma di rilevante regala solo il cross al bacio per Pelle. Meglio nella ripresa, quando ci prova da fuori tre volte, ma la fortuna non lo assiste: suo l’ultimo dei 3 legni.

4,5 SOULÉ. Dirottato inizialmente a sinistra dalla presenza della Joya, torna sul lato abituale a metà primo tempo. Non trova però mai lo spunto giusto e s’intestardisce anzi nelle soluzioni personali. Tutte senza sbocco. In più (si fa per dire) perde Gyasi sullo 0-1.

4,5 DOVBYK. Sua la prima grande occasione, costruita di prepotenza al 4’. Nei restanti 86 minuti più recupero evapora, segnalandosi soltanto per un maldestro tentativo di tacco a un niente dalla porta. Non può essere la versione autentica dell’ultimo pichichi di Liga: urge quella reale.

4,5 ZALEWSKI. Dentro a inizio ripresa, riesce a fallire innumerevoli tentativi di cross e a sbagliare ogni scelta con l’eccezione di un assist dal fondo sprecato dai compagni.

5 LE FÉE. Entra a gara compromessa, ha la grande occasione di riaprirla ma spreca dal cuore dell’area.

6 BALDANZI. Si muove moltissimo da mezzala e a ridosso delle punte, fino a confezionare l’assist per il gol che riapre (in teoria) i giochi.

6,5 SHOMURODOV. Segna di testa e nello stesso modo va subito vicino al bis. Poi rimonta un avversario nella metà campo romanista, esaltando uno stadio avvilito. Ma non basta nemmeno lui.

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