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Le pagelle di Cagliari-Roma: Mati, buona la prima

Soulé convince: è il più vivace nel primo tempo e il primo a trovare lo specchio nel secondo. Svilar salva con l’aiuto della traversa. Dovbyk e Le Fée ancora spaesati. Dybala prova a lasciare il segno

Matias Soulé

Matias Soulé (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
19 Agosto 2024 - 07:00

A due facce. La trasferta in Sardegna porta subito a galla qualche limite di troppo, senza dubbio anche figlio del periodo. Non basta una ripresa in ripresa per portarsi a casa i tre punti. C’è ancora molto da lavorare, sul campo come sul mercato.

Il migliore 6,5 Soulé. La sfrontatezza non gli manca e in avvio ne abusa anche un po’. Col passare dei minuti mette le indiscutibili qualità al servizio della concretezza, fino a sferrare il primo tiro nello specchio dopo l’intervallo. L’ingresso di Dybala lo dirotta a sinistra, dove convince meno. Più che buona la prima.

L'allenatore 6 De Rossi. La sua prima “prima” in panchina è avvolta da una singolare atmosfera, centrata sul mercato che più sul campo. E almeno per metà gara anche la squadra sembra risentirne.

6,5 SVILAR. Ricomincia da dove aveva finito, confermandosi una certezza. Il Maestrale di stampo sardo non facilita la lettura delle traiettorie e a fine primo tempo deve mettere da parte lo stile per opporsi a un tentativo da lontano. Decisivo nell’ultima parte di match, quando con l’aiuto della traversa si oppone a Marin.

5,5 CELIK. In apprensione sulla corsia di competenza già in avvio, limita al minimo le sortite offensive. E quando si lascia andare, palesa le lacune già note. Alternativa cercasi

6 MANCINI. Nelle prime battute di gara Luvumbo gli crea qualche grattacapo. Poi prende le misure e nel finale si spinge a dare manforte ai compagni d’attacco sfiorando il palo con una botta da lontano.

6 NDICKA. La sua serata scorre senza patemi, se non nel finale con la squadra a trazione più che offensiva. Ma sbroglia con ordine.

6 ANGELIÑO. Chiamato più spesso all’offesa che al contenimento, non si fa pregare per spingersi fino alla trequarti rossoblù. Senza però lasciare il segno.

5,5 LE FÉE. Vaga alla ricerca della posizione giusta, più confuso che centrato. Per un’ora si butta negli spazi con una certa costanza, ma non trova lo spunto degno di nota.

6 CRISTANTE. L’interpretazione di perno della mediana è differente da quella di Paredes, ma nella confusione generale della prima metà di partita funge da bussola.

5,5 PELLEGRINI. Si sacrifica molto in fase di ripiegamento, ma nella zona di competenza è meno incisivo del solito. Ha l’occasione più ghiotta dei primi 75’, ma arriva “lungo” e quando trova il tap-in vincente è la bandierina dell’assistente a strozzare l’urlo.

6 ZALEWSKI. L’approccio alla gara è vivace, anche se non sempre le scelte sono quelle giuste. Trova però qualche cross interessante poco sfruttato dai compagni e una conclusione che sfiora l’incrocio.

5,5 DOVBYK. Ha tutte le attenuanti del caso, eppure per almeno tre quarti di partita appare spaesato. Nella migliore delle ipotesi. Si accende soltanto nel finale: traversa di testa, eccesso di egoismo nell’epilogo di una ghiotta ripartenza. 

6 BALDANZI. Il suo ingresso aumenta il tasso offensivo della squadra, arretrando Pelle di qualche metro. I difensori cagliaritani non lo prendono mai quando parte palla al piede, puntando più spesso il secondo che la prima. Ma alla fine nemmeno lui riesce a incidere.

6 DYBALA. Tutti i riflettori sono puntati sulla panchina dove siede all’inizio, poi sul campo dove rischia di disputare gli ultimi 20 minuti in giallorosso. In quel finale che si spera sia solo di gara c’è il compendio della Joya: le giocate, la pennellata sulla testa di Dovbyk, gli sguardi persi nel vuoto, il saluto ai tifosi. Fate che non sia l’ultimo...

S.V. ABRAHAM. Entra a ridosso del recupero e al limite dell’area sarda riesce a perdere in modo irritante due possessi facili, innescando altrettante ripartenze avversarie.

S.V. EL SHAARAWY. In campo per una manciata di minuti insieme ad Abraham, ha un approccio antitetico a quello dell’inglese: ci prova prima che scocchi il gong.

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