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Le pagelle di Roma-Genoa: Mile blinda la porta

Svilar è determinante nel recupero con un prodigio sotto l’incrocio che salva la vittoria. El Shaarawy entra e firma l’assist decisivo. Angeliño bene in entrambe le fasi. Baldanzi in ombra

Svilar e De Rossi al termine della gara contro il Genoa

Svilar e De Rossi al termine della gara contro il Genoa (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
20 Maggio 2024 - 07:00

A fatica, ma la Roma porta a casa match e obiettivo minimo in campionato: il Genoa viene piegato nel finale nonostante l’inferiorità numerica, il sesto posto è al sicuro da sorprese nell’ultimo turno. E da questa settimana si può (si deve) lavorare per il futuro.

IL MIGLIORE 7,5. SVILAR. In 90 minuti si ricorda per un ottimo doppio intervento ma vanificato dal fuorigioco e per uno scontro che lo manda a terra nel finale di primo tempo. Ma in pieno recupero sale in cattedra: prima vola sotto l’incrocio a scacciare l’incubo, poi blocca l’ultimo tiro genoano last second. Si conferma blindo extra-strong.

IL TECNICO 6,5 DE ROSSI Rinuncia in avvio a Elsha e Dybala, cogliendo i frutti della scelta nel finale. Prima dei cambi i suoi ci provano, non sempre con ordine, ma il successo è ineccepibile.

6,5 CELIK. Torna titolare dopo un mese e nella prima parte di gara è fra i più brillanti. Riesce perfino a impreziosire la fase offensiva con qualche colpo inatteso. Poi cala un po’ la lucidità, ma resta efficace nella copertura della sua corsia. 

6 LLORENTE. Inizia con un grande intervento su Ekuban, ma prima dell’intervallo rischia di andare in confusione sulle ripartenze genoane. Ma si riassesta in breve.

6,5 NDICKA. La prima impostazione passa sempre dal suo mancino. Chiude sempre con puntualità ogni spazio, fino a ribattere un tiro pericoloso a inizio secondo tempo. Poderoso negli anticipi. Sicurezza.

7 ANGELIÑO. Perfetto bilancino fra le due fasi: suo il primo tentativo da fuori su sviluppi di corner, sua la prima chiusura di rilievo dietro. Non si fa pregare per andare al cross, che riesce a calibrare con i giusti giri. Un altro mancino fa volare Martinez sotto il sette poco prima del vantaggio. Trottolino.

6,5 BOVE. Preme subito forte sul pedale del gas, dando fondo a ogni residuo di carburante fino all’ultimo istante. Lottatore nato.

5 PAREDES. Non è al meglio e si vede: la trasmissione della manovra ha pochi guizzi. Prova il tiro più volte, ma la mira non è quella dei giorni migliori. Poi la polemica con l’arbitro gli costa in pochi secondi un doppio giallo che rischia di essere sanguinoso, ma per fortuna resta senza conseguenze.

6 CRISTANTE. Dirottato sulla mezzala sinistra, per un po’ si dedica ai compiti d’interdizione. Quando si avvicina alla trequarti tenta diverse conclusioni da fuori e a inizio ripresa è il primo a cogliere lo specchio. Prezioso nel finale.

5,5 BALDANZI. Tanta corsa, poca efficacia nell’indirizzarla bene. Ottima la combinazione con Pelle che lo porta al tiro dal limite, ma gli altri spunti sbattono sui genoani.

5,5 PELLEGRINI. Qualche metro più avanti rispetto al solito, manca dal cuore della manovra e alla fine incide poco negli ultimi 30 metri.

7 LUKAKU. Comincia col piglio giusto cercando Pelle in piena area dopo un’ottima difesa del pallone. Poi viene inghiottito dalla mancanza di spazi e si rivede con una zuccata senza grandi pretese al minuto 54. Si riaccende dopo i cambi, involandosi verso l’area genoana  e impegnando di destro il portiere. Fino al colpo di testa che decide il match e lo porta a quota 21 nella prima stagione romanista, come Bati e Montella. Mica male.

7 EL SHAARAWY. Appena entrato si rende pericoloso con un destro che sfiora il palo. Poi pennella sulla testa di Big Rom l’assist che porta all’1-0. In dieci copre tutta la fascia con la solita abnegazione. Perfetta sintesi di classe e sacrificio.

6 DYBALA. Mezz’ora scarsa in cui incute timore più con la sua fama che con veri e propri graffi.

6 MANCINI. Entra dopo il vantaggio per irrobustire la linea arretrata e la mossa funziona soprattutto sui palloni alti, ma non solo.

S.V. ABRAHAM. Dentro nel recupero.

S.V. KRISTENSEN. Negli ultimi istanti per ribattere i possibili pericoli.

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