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Le pagelle di Brighton-Roma: Mancini alza il muro

Gianluca e Ndicka sono dighe che nemmeno il pessimo arbitraggio riesce a far valicare. Svilar sfodera un altro riflesso prodigioso. Azmoun inventa un capolavoro ma si scontra con Zwayer

Mancini durante un'azione di gioco di Brighton-Roma

Mancini durante un'azione di gioco di Brighton-Roma (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
15 Marzo 2024 - 07:00

On target. La Roma centra l’obiettivo qualificazione, mettendo in campo la giusta dose di agonismo anche con diverse seconde linee e limitando al minimo i danni. Nonostante lo zampino dell’arbitro Zwayer, decisivo per tenere tutto aperto. Si va ai quarti  di coppa per il quarto anno consecutivo. Vocazione europea.

IL MIGLIORE 7 MANCINI. Provvidenziali due sue chiusure in avvio, quando pure un colpo sembra mandarlo ko. Ma resiste e allora ci prova l’infelice fischietto tedesco a limitarlo con un giallo ai limiti del grottesco. A differenza di Firenze non dà mai la sensazione di rischiare il bis (anche se con Zwayer nulla è escluso) e anzi acquista autorevolezza col passare dei minuti. Le punte avversarie gli rimbalzano addosso e termina da dominatore assoluto della propria metà campo. 

IL TECNICO 6 DE ROSSI Ne cambia 7 dall’ultima e si affida ai rincalzi davanti. Le risposte arrivano e le fisiologiche sofferenze sono tutto sommato limitate, se non dovute all’arbitraggio.

7 SVILAR. Sicuro ai limiti dell’imperioso in uscita, deve arrendersi all’unico tiro nello specchio del primo tempo, che però va a spegnersi nel “sette”. Sulla zuccata a colpo sicuro di Adingra nella ripresa ha un riflesso strepitoso, che evita ulteriori ansie. Non è perfetta la respinta su Igor, ma gli ultimi tentativi inglesi finiscono fra le sue braccia senza patemi e nel recupero si oppone ad Ansu Fati con un colpo di reni anche a beneficio dei fotografi.

6 CELIK. Dalle sue parti si aggira Enciso, che limita senza gravi affanni. Ma quando si spinge oltre la metà campo non concede il bis dei numeri “alla Cafu” dell’andata.

7 NDICKA. Puntuale negli anticipi, pulito nei contrasti, placido nelle uscite palla al piede. Ormai la sua sicurezza non stupisce più, ma si diffonde dal campo agli spalti. 

6,5 SPINAZZOLA. Efficace nel contrarre Adingra, ma la cosa migliore la fa davanti, quando dopo un’ora accende il turbo, semina avversari e scheggia l’incrocio.

6,5 BOVE. Non è ancora il momento di accentrarsi: da mezzala dà tutto, eccedendo perfino nel sacrifico come sul gol (quando raddoppia e tarda a chiudere). Ma lotta e corre per tre. Polmoni d’oro.

6,5 CRISTANTE. Schierato da perno della mediana: meno geometrie rispetto a Paredes, ma maggiore copertura delle linee di passaggio.

5,5 PELLEGRINI. Tartassato dagli inglesi in mezzo al campo, dove però non è rapido come al solito nella trasmissione del pallone. Poi finisce anche lui sotto la scure dell’arbitro con l’ennesimo giallo.

6 BALDANZI. Cerca di continuo combinazioni con i compagni di reparto, ma con alterne fortune. Mostra buona personalità negli strappi, anche se a volte pecca di eccesso di sicurezza. Per essere un esordio da titolare su palcoscenico europeo è però promosso.

5 ZALEWSKI. Vice-Faraone con licenza di offendere e obbligo di coprire Spina, ma davanti graffia molto meno di Elsha e dietro rischia di combinare un paio di pasticci nei primi 20’. Lascia il campo senza tanti rimpianti.

6,5 AZMOUN. Non c’è Lukaku e il peso dell’attacco ricade sulle sue spalle. Che però sono larghe: è il primo a pungere con un bel diagonale che sfiora il palo, poi inventa un gol-capolavoro in rovesciata che solo l’inadeguato arbitro tedesco reputa fallosa. Ha piede e soprattutto gamba per far distendere la Roma quasi solo contro tutti.

6 LLORENTE. Entra nell’ultima parte di gara per dare manforte nella fase di maggiore difficoltà soprattutto sulle palle aeree. Compito assolto senza affanni eccessivi.

S.V. AOUAR. Concede la passerella a Baldanzi e prova a far uscire la squadra dalla propria trequarti nei minuti conclusivi della sfida, ma intorno trova compagni sfiniti.

S.V. JOAO COSTA. Fa in tempo a mettere piede sul prato di Brighton e a collezionare la seconda presenza europea da quasi diciannovenne.

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