Le pagelle di Roma-Slavia Praga: la legge del Faraone
El Shaarawy firma due assist, timbra la traversa e regala sprazzi di classe. Cristante in mediana è il cuore pulsante della squadra, Mancini e Svilar danno sicurezza
Venti minuti per noi posson bastare. Anche meno sono quelli che la Roma impiega per regolare lo Slavia finora imbattuto, proseguire la serie positiva e prendersi la vetta del girone. Ipotecando qualcosa in più della qualificazione. E rimettendo qualcosa a posto dopo 27 anni, a partire dal faccione di Vavra annichilito.
IL MIGLIORE 7,5 EL SHAARAWY Due assist, corsa continua, sprazzi di classe cristallina e una traversa da spellarsi le mani: festeggia il compleanno con una prestazione sontuosa fin dal primo giro di lancette, quando conquista il pallone e serve Bove. Poi bissa dettando il taglio a Lukaku e quando si mette in proprio meriterebbe il premio. Glielo concede lo stadio con la standing ovation. Cresta altissima.
IL MISTER 7 MOURINHO Ancora una volta legge la partita da Re di Coppe: il pressing alto paga, le limature al sistema anche. E in un tempo si mette il primato in tasca.
6,5 SVILAR Portiere di coppa ormai designato, quando lo Slavia si affaccia dalle sue parti si mostra sicuro in almeno un paio di occasioni. Imbattuto e applaudito: Mile di questi giorni.
6,5 MANCINI Se lo Slavia non punge è anche perché l’uomo con fascia al braccio e grugno d’ordinanza rintuzza ogni tentativo, intimidendo le velleità ceche. Che la forza sia con te.
6 LLORENTE Titolare dopo oltre un mese e si riappropria del centro della difesa. La prova risulta poco impegnativa, ma superata con sufficienza piena.
6 NDICKA Comincia col piglio giusto: sicuro, puntuale, anche elegante. Poi cala dopo un’ora e prima si fa pericolosamente sfuggire un avversario, poi rimedia il giallo.
6 CELIK Riprende possesso della corsia destra, stavolta senza strafare e alla fine assolve al compito anche dirottato sulla fascia opposta.
7 CRISTANTE Torna nel cuore della mediana con tutto il cuore di cui dispone: enorme. Contrasta, chiude, riparte, costruisce, sprona i compagni e incarna lo spirito battagliero appropriato alla sfida. Un pallonetto di troppo gli nega il gol, un colpo di troppo non lo sottrae al campo.
7 BOVE Il romanismo gli tramanda lo spirito di rivalsa dal 1996, quando nemmeno era nato. E nemmeno comincia il match che già imprime il suo marchio con un gioiello di assoluta bellezza. La foga gli riserva il giallo, ma per un tempo continua a lottare su ogni pallone e a essere decisivo in Europa. Bove actually.
6,5 ZALEWSKI Sotto gli occhi di Boniek che lo ha sempre difeso, riacquista smalto. Finite le illazioni, fa parlare il campo: più Zale, meno pepe.
6 AOUAR Fa l’elastico fra centrocampo e attacco, alternando sciabola e fioretto. Come spirito ci siamo, come continuità c’è ancora da lavorare.
7 LUKAKU La sentenza made in Belgium continua. Media di una rete a gara e record che non smettono di essere aggiornati: 18 gol in 14 partite consecutive di EL. Tutta coppa sua.
6,5 PAREDES Subentra a Bove gestendo ritmi e manovra con personalità.
6 KARSDORP Polmoni aggiunti per le rincorse.
6,5 BELOTTI Entra a furori già sopiti, ma resta acceso fino a recupero pieno, quando ci prova uno contro tutti.
S.V. PAGANO Sesta presenza fra i big, oltre 100’ già accumulati. Sulle orme di Edo.
S.V. CHERUBINI Ennesimo esordiente dell’era Mourinho. In bocca al lupo.
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