Le pagelle di Roma-Bayer Leverkusen: Pelle da leone
Il Capitano gioca una gara di enorme generosità: pressa, riparte, è ovunque. Matic studia, poi sale in cattedra. Cristante vede e provvede. Sulle fasce torna il sereno
Cuore, grinta, temperamento. La Roma mette tutto quello che ha (forse anche di più considerate le condizioni di partenza) e porta a casa la prima delle due semifinali. E il minimo risultato diventa il massimo, con tanto di finale in apnea. Avanti così, la strada per Budapest s’intravede ma passa per Leverkusen.
IL MIGLIORE 8 BOVE Il protagonista che non ti aspetti ha il volto fiero del romanismo, che incarna in pieno: sostanza, anima, nessun cenno di resa. E in quella percussione che regala mezzo sogno c’è tutto, tecnica compresa, fino al meritato premio personale. Immenso Edoardo.
IL MISTER 7 MOURINHO Nella profusione di forze a volontà nonostante coperta corta e serbatoi al minimo c’è il suo tocco magico. Ma senza bacchetta: opera omnia di José.
6 RUI PATRICIO Meno di un giro di lancette e deve già distendersi. Ma alle premesse minacciose segue poco altro fino all’intervallo. Rischia di complicarsi la vita a inizio e fine ripresa con due uscite: la prima non perfetta, la seconda figlia di un misunderstanding con Ibañez che mette a dura prova le coronarie. Per fortuna alle spalle Cristante protegge.
7 MANCINI Dalle sue parti si aggira Wirtz, cliente per niente comodo, che però dopo una fiammata iniziale punge poco. Mancio non va per il sottile con chiunque e in gare simili è il registro più opportuno. E quando Tah cerca di alzare i toni, gli provoca il grugno d’ordinanza che però l’arbitro inglese fatica a capire e costa un giallo pesante.
7,5 CRISTANTE Ancora in mezzo alla difesa per cause di forza maggiore, deve vedersela con punte che viaggiano ad altri ritmi, ma esperienza e senso della posizione sono dalla sua. Soffre pochissimo, comanda il reparto da leader consumato e per un tempo almeno si prende anche la briga di capovolgere il fronte coi proverbiali lanci. Ma è alla fine che s’immola evitando la beffa: Cristante vede e provvede.
7 IBAÑEZ Ha molto da farsi perdonare e subito prova a girare la ruota dalla sua col pezzo forte della casa, ma il colpo di testa esalta Hradecky. Allora si dedica alla zona di competenza e torna imperioso negli anticipi. Il brivido arriva nel finale, quando si scontra con Rui, ma è almeno concorso di colpa, peraltro senza danno. Peccato l’ammonizione.
6,5 CELIK Gli tocca chiudere le falle endemiche della fascia destra e ci riesce senza tentennare, a sprazzi quasi nella sua migliore versione, quella anti-Milan. Fato turchino.
7 MATIC All’inizio studia il match, dando quasi la sensazione di estraniarsi. Ma è soltanto la fase di preparazione, prima di salire in cattedra a impartire la consueta lezione di tuttocampismo ai massimi livelli.
7,5 PELLEGRINI Il peso di quella fascia sul braccio è sempre più assimilato dal Capitano, che sfodera una prestazione ai limiti del commovente per abnegazione, dinamismo e capacità di essere ovunque. Pelle da leone.
6,5 SPINAZZOLA Sulla sua corsia corrono i pericoli maggiori e c’è bisogno di rispolverare la versione migliore: è efficace nelle rincorse difensive, limita le folate offensive. Ma va bene così.
6 BELOTTI Si sbatte dando fondo a ogni riserva, ma è più scudiero che protagonista, più alfiere da mischia che bocca di fuoco. Fedele alla causa.
6,5 ABRAHAM L’avvio non è dei più incoraggianti: i movimenti sembrano ancora confusi. Ma dopo l’intervallo trova un paio di spunti che lo rianimano e nel gol entra eccome.
6 WIJNALDUM Per pochi minuti, ma intensi.
6 DYBALA Infiamma di nuovo lo stadio.
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