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Pellegrini è il quinto romanista espulso in azzurro: ci sono anche Totti e DDR

Il capitano giallorosso ha rimediato il rosso ieri sera all’Olimpico nella gara contro il Belgio di Nations League: è il terzo diretto in carriera

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
11 Ottobre 2024 - 10:40

Non è stata una serata fortunata per Lorenzo Pellegrini quella di ieri all’Olimpico con la maglia azzurra, nel giorno dell’esordio con l’Italia del “fratellino” romanista Niccolò Pisilli (e 26 anni prima di Francesco Totti). L’espulsione rimediata al 38’ per un fallo imprudente commesso su Theate e comminata dopo Var review ha cambiato le sorti di Italia-Belgio di Nations League e ha “macchiato” una prestazione nella quale fino a quel momento il capitano giallorosso stava brillando insieme ai compagni. Dopo il rosso, con l’Italia sul 2-0, è arrivato subito il gol di De Cuyper e nel secondo tempo il pari di Trossard.

Un eccesso di generosità che qualche volta anche con la maglia della Roma gli è costato qualche cartellino di troppo, anche se per rintracciare le sue due espulsioni dirette in carriera bisogna andare parecchio indietro nel tempo. Il primo rosso in Serie A l’ha rimediato col Sassuolo, il 22 dicembre 2016, nella sconfitta in trasferta con il Cagliari per 4-3. Il secondo è arrivato invece con la Roma, il 4 febbraio 2018 al 51’ della gara in trasferta con l’Hellas Verona, vinta 1-0. Curiosità: il minimo comun denominatore è la presenza in panchina di Eusebio Di Francesco, suo grande estimatore, che infatti ritrovò nella Capitale.

I romanisti espulsi

In azzurro però è in buona compagnia. Pellegrini è il quinto romanista espulso con la maglia della Nazionale, dopo Ghiggia, Totti, De Rossi e Osvaldo. In principio fu l’oriundo di Montevideo, Alcides, che vinse la Coppa delle Fiere con la Roma, proprio l’11 ottobre, nel 1961. Ghiggia venne espulso nella gara valida per le qualificazioni ai mondiali del 15 gennaio 1958, al 68’ di Irlanda del Nord-Italia a Belfast, gara che terminerà 2-1 (a segno un altro romanista, un altro naturalizzato italiano, il brasiliano Da Costa) e costerà l’eliminazione dalla competizione che si sarebbe svolta in Svezia qualche mese dopo. Poi toccherà a Francesco Totti, nella surreale Corea del Sud-Italia del 18 giugno 2002 arbitrata dall’ecuadoriano Byron Moreno, che sventolò al Dieci romanista un cartellino rosso da metaverso: da rigore a simulazione. Il terzo fu Daniele De Rossi: il biondo centrocampista romanista rimediò il cartellino rosso in una data cara ai romanisti, il 17 giugno, esattamente 5 anni dopo il tricolore vinto, nella seconda giornata del girone dei Mondiali 2006, contro gli Stati Uniti: gomitata a McBride e quattro turni di squalifica. De Rossi, con la fiducia dell’allora ct Lippi, tornerà disponibile per la finale di Berlino con la Francia e tirerà uno dei rigori che riportò la coppa del Mondo nel nostro Paese. Infine Dani Osvaldo, argentino “naturalizzato” dell’era moderna: in Italia-Danimarca 3-1, quarta giornata del Gruppo B delle qualificazioni ai Mondiali 2012-2013, giocata a Milano il 16 ottobre, fu espulso al 46’, dopo soli 16 secondi dall’inizio della ripresa per una manata a Stokholm nel tentativo di liberarsi dalla marcatura.

Rialzarsi subito

Inutile sottolineare l’abitudine alla gogna mediatica da parte di moltissimi tifosi e di certa stampa, sia per Totti (più per l’episodio dello sputo a Poulsen negli Europei 2004 - “scovato” con la prova tv e che costò al Capitano tre giornate di stop - che per l’incredibile espulsione del 2002) che per De Rossi. Gogna facilmente dimenticata quando giunse il momento di osannarli nel momento della rivalsa. Perché il tempo è galantuomo e concede la possibilità di rialzarsi a chi sbaglia. Sbagliando si impara, a qualunque età, e sarà così anche per Lorenzo Pellegrini.

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