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Neuro24, Italia a casa: umiliati dalla Svizzera

A segno Freuler e Vargas, azzurri in confusione e mai in partita

Tutta la delusione degli azzurri nel post Svizzera-Italia

Tutta la delusione degli azzurri nel post Svizzera-Italia (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
30 Giugno 2024 - 07:56

La Svizzera ci domina peggio della Spagna e l’avventura dell’Italia in Germania finisce agli ottavi dopo una prestazione indecorosa. 2-0 il risultato finale, con gol di Freuler al 37’ e raddoppio di Vargas all’inizio del secondo tempo. Niente ha funzionato dell’Italia, a partire dal ct, che forse confuso dalla prima partita (e chi lo stimava con lui), ha ulteriormente appesantito il compito dei suoi giocatori cambiando loro continuamente lo spartito tattico da seguire. E a una squadra già stanca è stato fornito persino l’alibi per camminare invece di correre sul campo. Le scelte sono state inspiegabili, sin dall’inizio, e la risposta dei giocatori inconcepibile, con tre romanisti in campo dal 1’ (El Shaarawy, Mancini e Cristante) persi in un ritmo persino più ridotto di quello della Roma di fine stagione, con Fagioli due categorie sotto gli altri, Barella un fantasma, Di Lorenzo e Darmian inguardabili, Scamacca piantato. 

Spalletti aveva optato per l’ennesimo sistema di gioco diverso, stavolta un 433 virtuale che si è trasformato subito in un 451 che ha naturalmente attirato la Svizzera a palleggiare nella nostra metà campo, con Chiesa ed El Shaarawy sugli esterni ad abbassarsi per tamponare sui quarti del centrocampo elvetico, con i tre mediani schierati a zona da destra a sinistra Cristante, Fagioli e Barella, sempre in ritardo nelle contrapposizioni, e una linea di quattro difensori (Di Lorenzo, Mancini, Bastoni e Darmian), tutti al di sotto dei loro standard abituali. Per non parlare di Scamacca, che avrà toccato la palla tipo neanche dieci volte, sbagliando invariabilmente il passaggio e pure il gol che avrebbe potuto ravvivare almeno il finale. Di contro la solida e immutabile Svizzera di questo europeo, con l’unico sistema di gioco riproposto dal primo giorno, un mobilissimo 3421 senza punti di riferimento, con i tre bolognesi (Ndoye alto a destra, Aebischer largo a sinistra e Freuler a dividersi la regia con il magnifico Xhaka) a loro agio nel disegno di Yakin, con il citizen Akanji a coordinare la difesa e i tre attaccanti pronti a ricevere sempre alle spalle dei centrocampisti e davanti ai difensori. Una volta Mancini ha provato a uscire rompendo la linea, al 19’, Darmian ha tenuto in gioco Embolo che nella rotazione si è trovato solo davanti a Gigio, il fenomeno che non fa passare (quasi) niente. L’unico varco l’ha trovato Freuler in un’altra combinazione veloce degli elvetici, con taglio di Vargas da sinistra per l’inserimento del bolognese nel mezzo (ovviamente ignorato dai nostri lentissimi centrocampisti), ma dopo il controllo di destro il tiro di sinistro ha ingannato Donnarumma per via della deviazione di Mancini in scivolata disperata.

E l’Italia? Un’unica iniziativa, di Chiesa, respinta neanche da Sommer, ma da Akanji. E al 46’ ancora Donnarumma ci ha salvato deviando sul palo una gran punizione di Rieder. Niente ha potuto invece sul destro a giro di Vargas che a inizio ripresa (30”) ha chiuso i giochi. Nonostante l’ingresso di Zaccagni niente è cambiato: due volte si poteva riaprire la partita, ma due volte il palo ci ha negato la gioia, prima su un tentativo di autogol di Schär, poi con una combinazione Zaccagni-Scamacca, l’unica della partita, conclusa malamente dall’atalantino. Niente hanno portato gli altri cambi, con Retegui, Cambiaso, Pellegrini e Frattesi in campo, con la Svizzera progressivamente più bassa in campo per scelta strategica. Il gatto col topo.

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