Mancini vede azzurro
La squalifica di Calafiori può regalare una maglia da titolare al giallorosso: «Sono qui per farmi trovare pronto, con la Svizzera una gara di livello: serviranno testa e cuore»
Da un ex giallorosso, rimpianto come mai prima d’ora, ad un altro giallorosso, attuale punto di riferimento e idolo del tifo romanista. Da Calafiori a Mancini, il passo può essere breve, soprattutto nella notte di Berlino contro la Svizzera. Perché il giallo preso dal difensore del Bologna gli farà saltare l’ottavo di finale in programma sabato sera contro la nazionale elvetica. E tra le diverse ipotesi al vaglio del ct Spalletti c’è anche quella di dare una maglia da titolare a Gianluca Mancini, ieri provato nei 3 nella seduta pomeridiana delle 17 andata in scena a Iserlohn.
Il numero 23 giallorosso ha parlato al portale dell’Uefa: «Io non sono più giovane, ma Bastoni e Calafiori stanno giocando e lo stanno facendo molto bene. Poi ci sono io, Buongiorno e Federico [Gatti] che siamo lì per farci trovare pronti quando il mister ci darà una possibilità o quando dovremo entrare in partita o in qualsiasi modo. Siamo un gruppo coeso e compatto».
L’occasione, come scritto poco prima, potrebbe arrivare proprio sabato contro la Svizzera: «Abbiamo visto la Svizzera contro la Germania, è una squadra molto fisica, molto veloce, corrono tanto. Sarà una partita di livello e cercheremo di recuperare e arrivarci al meglio. Hanno sia giovani che gente più esperta, è un bel mix. È una squadra tosta da sfidare. Una squadra con dei nomi importanti e altri più giovani che hanno sicuramente le qualità per far bene. Ma anche la nostra squadra ha un bel mix di esperienza e gioventù. Poi ci sono tanti giocatori che giocano o hanno giocato nel campionato italiano. Sarà un match giocato a viso aperto dove alcuni si conoscono, altri meno, ma l’importante è pensare a noi stessi e a fare le cose bene per noi stessi e per vincere la partita». Gli viene chiesto poi del modulo, la risposta racconta al meglio il suo modo di stare in campo: «In occasione dell’ultima siamo partiti con il 3-5-2. Le prime due con la difesa a quattro ma poi in campo facevamo la costruzione a tre. Il calcio di oggi va così, non c’è un modulo preciso ma sono gli adattamenti che i calciatori fanno in campo per cercare di portare la partita verso i proprio binari. Testa e cuore non devono mai mancare, in tutte le partite, anche quelle con gli amici a calcetto. Il calcio è tecnica e individualità, ma queste due componenti, testa e cuore, così come l’intelligenza, il rimanere col sangue freddo, il capire i commenti della gara, sono importanti in queste competizioni». Gli Azzurri torneranno in campo oggi pomeriggio, in avvicinamento alla notte contro la Svizzera e Mancini scalda i motori: può essere la sua grande occasione in azzurro.
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