Italia, El Shaarawy: "Siamo i campioni in carica, possiamo arrivare fino in fondo"
L'attaccante giallorosso è intervenuto per rispondere alle domande della stampa direttamente dal ritiro azzurro, a pochi giorni dagli ottavi di finale contro la Svizzera
Stephan El Shaarawy ha parlato in conferenza stampa dal ritiro della Nazionale italiana. Di seguito le parole dell'attaccante giallorosso.
Cosa vi ha lasciato la partita di Lipsia?
“La serata di Lipsia ci ha dato grande emozione, poi la consapevolezza che questa squadra non muore mai. Fare gol nel recupero è anche una qualità, significa crederci fino all’ultimo. È una grande gioia, magari non è stata una partita eccezionale nella qualità come con l’Albania ma c’è stato grande impegno. È una qualificazione meritata”.
Sono arrivate tante critiche, come le avete vissute e gestite? Credete di essere sottostimati?
“Penso che ci sia grande aspettativa, pressione, perché siamo una squadra forte e che secondo me può arrivare fino in fondo. Siamo campioni in carica, abbiamo grandi responsabilità, ma siamo fatti di grandi uomini che sanno fare gruppo e sanno soffrire e gioire insieme. Abbiamo grande qualità e possiamo fare bene, dimostrandolo nella prima partita, nelle altre due potevamo fare meglio per qualità e coraggio. Ma questa squadra può dire la sua, dobbiamo avere l’ambizione di essere protagonisti”.
Soffrite il carattere umorale del ct e i sistemi di gioco?
“In alcune circostanze abbiamo avuto poca ambizione di giocare quando dovevamo farlo, invece di buttare via il pallone. Penso che siamo una squadra di grande qualità, magari siamo mancati nella testa e nel coraggio di andare a fare male. Il mister ci chiede un calcio offensivo e propositivo, nelle ultime gare questa mentalità è venuta a mancare e dobbiamo riprendere”.
Questa squadra è una squadra più verticale, tu sei pronto per giocare a tutta fascia? Che evoluzione dobbiamo aspettarci?
“Il mister ci chiede molto di cercare il palleggio più che la verticalizzazione, fraseggiare con gli interni per poi andare sugli esterni. Con la Croazia gli esterni erano liberi, magari potevamo cercarli subito con un passaggio in meno. Ma abbiamo sempre cercato di fare quello che ci ha chiesto Spalletti. Io sono sempre pronto per fare un po’ tutto, negli allenamenti il mister mi ha provato esterno alto a sinistra e a destra, quarto di centrocampo e quinto. Mi sono dovuto adattare alle esigenze del tecnico come ho fatto alla Roma. Anche giocando poco si può essere decisivi come è stato Mattia Zaccagni. Per cui dobbiamo farci trovare pronti, con la coscienza sono a posto perché sto lavorando bene per essere pronto e a disposizione”.
Spalletti ha detto che a volte sbagliate per troppa voglia e attaccamento, sei d'accordo?
“Da una parte è positivo, però ci sta che quando un giocatore indossa questa maglia a volte si cade nella foga di fare troppo e si è magari poco lucidi. Il lavoro degli attaccanti nell’ultima partita è stato super positivo, poi a livello qualitativo non è semplice. Se si parla di impegno e disponibilità c’è stato tutto in tutte e tre le partite. Si può migliorare, ma questa è una squadra di giocatori seri che si allenano al massimo ed è positivo per noi”.
L’Italia è preoccupata della Svizzera o loro devono essere preoccupati?
“Nessuno è contento di giocare contro l’Italia. Abbiamo una grande storia calcistica, siamo campioni in carica e non è mai semplice giocare contro di noi. Abbiamo dimostriamo che non molliamo, cerchiamo di imporci sempre, abbiamo giocato a viso aperto anche con la Spagna ma loro sono stati più bravi. L’ambizione è giocare a viso aperto con tutti perché abbiamo le possibilità per farlo. Cercheremo di giocare nello stesso modo con la Svizzera con un calcio offensivo e propositivo, l’obiettivo è arrivare in fondo”.
Avete detto a Spalletti che preferite giocare a tre?
“A tre o quattro per me sinceramente cambia poco. Io nascendo esterno mi trovo meglio nel 4-3-3. Più che del modulo si deve parlare di come ci approcciamo alla gara, come la affrontiamo, come andiamo nei duelli, possiamo migliorare tanto in quello a prescindere dal modulo”.
Spalletti più teso del solito?
“Lo vedo carico nel modo giusto, è esigente perché pretende tanto come è giusto che sia. Ma lo vedo positivo in quello che è il nostro percorso, fiducioso nella sua squadra e in quello che possiamo dargli”.
Voi come blocco Roma siete secondi rispetto all’Inter per numero. Come lo state vivendo all’interno? Pensavate di giocare di più?
“La stiamo vivendo bene, siamo un bel gruppo che si diverte e stare insieme. Sono scelte che fa il mister, Mancini è abituato a giocare sempre con la Roma, ma come Cristante e Pellegrini si allenano al massimo e aspettano la chiamata dell’allenatore. Non hanno mai fatto un allenamento sotto tono come nessun altro. Secondo me è un gruppo serio e professionale”.
Contento del rinnovo di El Shaarawy?
“Sono molto contento. Con Daniele ci siamo trovati subito bene, si è dimostrato un allenatore competente e capace anche nel dialogo con i calciatori”.
Cosa temete della Svizzera e che partita vi aspettate?
“Mi aspetto un ritmo molto alto. Sono andati tanto forte, hanno giocatori di gamba e qualità, poi è un ottavo quindi sarà tosto. Ci sarà da affrontarla con il giusto spirito e la massima attenzione ai dettagli. I video li vediamo, la differenza la fanno i particolari, le scalate che fai, i metri che fai per conquistare palla. Servirà molta attenzione ma siamo pronti”.
C’è stato modo di buttare un occhio al lato del tabellone che ci riguarda?
“Sì interessante ma difficile. Si è visto che le squadre meno blasonate hanno dimostrato di essere molto organizzate, possono mettere in difficoltà le favorite. Non ci sono partite facili, a partire dalla Svizzera. Ma anche la stessa Albania. Ci sono ritmi elevati, non sarà semplice ma questo è e dobbiamo adeguarci. Siamo pronti per ogni partita”.
Potevi essere tra i top della Nazionale in questi 12 anni di azzurro, hai dei rimpianti?
“Ognuno di noi punta sempre al massimo, a essere un top. Sì, ho qualche rimpianto, potevo fare qualcosa in più. Ho sempre cercato di dare il massimo per quello che era nella mie possibilità. Essere qui oggi dopo questi anni che ho passato è un privilegio. Volevo esserci e ci sono riuscito anche se non sto giocando, ma essere qui è una grande gratificazione. Sono contento di questo”.
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