Italia all'ultimo respiro: agli ottavi col brivido
Vantaggio croato con Modric, pareggia Zaccagni a 7” dal termine
Coraggio e disperazione. L’Italia trova l’uno e l’altra nel lungo recupero del match di Lipsia con la Croazia e centra un pareggio ormai insperato, che la manda dritta agli ottavi con la Svizzera senza affidarsi ai risultati degli altri gironi, come pure era apparso inevitabile per lunghi tratti della ripresa, dopo l’1-0 avversario firmato da Modric.
Inizialmente Spalletti cambia rispetto alle prime due gare, scegliendo Retegui e Raspadori davanti. Dietro spazio a Darmian e conferma per Dimarco largo a sinistra, nonostante il fastidio al polpaccio. Nelle primissime battute di gara è la Croazia a tenere maggiormente il possesso, ma senza mai rendersi realmente pericolosa dalle parti di Donnarumma. Nella fase centrale sono anzi gli azzurri a sfiorare la rete, prima con Retegui e poi con Bastoni, sempre di testa. Prima dell’intervallo è Pellegrini a crearsi una discreta occasione, ma il diagonale è facile preda di Livakovic.
Dagli spogliatoi è proprio il romanista a non rientrare in campo, rilevato da Frattesi, mentre Dalic mette dentro una punta vera come Budimir per Pasalic. Nell’immediato i due cambi sortiscono effetti opposti: un tocco di mano dell’interista in area italiana induce il Var a richiamare Makkelie per concedere il rigore. Sul dischetto si presenta Modric, ma Donnarumma si distende e respinge. Poco più di un minuto dopo però Budimir sfrutta un’indecisione della retroguardia e il portiere azzurro compie un altro mezzo miracolo, ma l’asso del Real Madrid riprende la respinta e firma l’inatteso vantaggio croato.
Da lì in poi comincia un’altra partita. L’Italia spinge con la forza della disperazione più che delle idee, Spalletti si riaffida ai cambi di marcia di Chiesa tirando fuori un opaco Dimarco e quando scocca l’ora di gioco è di nuovo Bastoni a rendersi pericoloso, ancora di testa. La partita diventa dura, fioccano i cartellini gialli e lo stesso Modric rischia grosso per un intervento in mezzo al campo su Frattesi. Entra anche Scamacca, poi Fagioli e Zaccagni. L’ultima parte del secondo tempo è un assedio azzurro, con Jorginho che resta ultimo uomo per far ripartire l’azione da dietro e lo stesso Calafiori - migliore in campo - a supportare la manovra offensiva. L’occasione più ghiotta arriva a due minuti dal 90’, con un cross di Chiesa che taglia tutta l’area di porta e sul quale Scamacca arriva in leggerissimo ma fatale ritardo. Le velleità azzurre sembrano spegnersi proprio mentre l’arbitro olandese decreta gli 8’ di recupero, quando è invece la Croazia a pungere. Bastoni salva e tiene in piedi le speranze, ma le lancette corrono veloci verso il triplice fischio. Tocca allora a Calafiori rendere omaggio al parallelo capelliano con Ramos, prendere palla nella propria trequarti e dopo uno scambio in mezzo al campo risalire fino al limite dell’area opposta, dove il difensore cresciuto a Trigoria pesca sulla sinistra Zaccagni, che infila sotto l’incrocio opposto con un pregevole destro a giro. Tutto a 8 secondi dal termine. All’esplosione di gioia italiana fa da contraltare la disperazione dei croati, che vedono sfilare una qualificazione ormai a portata. Saranno gli azzurri sfidare la Svizzera negli ottavi.
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