«Saremo meno belli»
Spalletti: «La partita contro la Croazia è di quelle che cambiano i destini di chi le gioca. La sconfitta con la Spagna ci ha provocato dolore, ci metteremo più sostanza». Serve almeno il pari, c’è Cristante
E adesso che cosa è rimasto dell’alchimista che avevamo raccontato sull’entusiasmo della vittoria con l’Albania? Fu vera gloria? O l’Italia è quella involuta e tremolante che si è arresa alla Spagna pochi giorni dopo? Alla Croazia l’ardua sentenza: stasera, a Lipsia, di fronte a 38000 spettatori a stragrande maggioranza croati (25.000 contro 10.000 sono i numeri svelati alla vigilia), l’Italia affronterà i talentuosi, ma un po’ attempati, croati di Dalic: in lizza il secondo posto del girone (con la Spagna ormai sicura del primo anche se dovesse perdere, evento improbabile, con l’Albania), chi vince se lo prende e se si pareggia tocca a noi, in virtù della vittoria in gara 1 con l’Albania. L’eventuale ottavo di finale ci vedrebbe poi opposti sabato a Berlino contro la Svizzera, fermata ieri sul pari dalla Germania al 92’. L’alchimista, al secolo Luciano Spalletti, ieri si è presentato in sala stampa per la consueta conferenza della vigilia in vesti un po’ dimesse, più prosaico che poetico anche nelle dichiarazioni: «Certo che cambieremo qualcosa stavolta, anzi, è colpa mia non averlo fatto nella seconda partita, quando mettere le mani sulla squadra che aveva fatto così bene contro l’Albania mi era parso rischioso. E cambieremo anche qualche attitudine di squadra, perché avremo bisogno di qualche certezza in più sul piano della continuità e della resilienza. In sostanza meno bellezza ma più sostanza. Anche se poi la partita la vogliamo fare ugualmente almeno a metà campo, non certo nella nostra area».
La sconfitta con la Spagna dunque servirà da lezione? «Mi auguro - ha detto Spalletti - che quella partita ci abbia insegnato molte cose. Pur avendo sentito dolore per come è andato a finire. L’abbiamo analizzata, ne abbiamo parlato, abbiamo fatto sicuramente un passo indietro rispetto all’Albania, ma il livello è stato altissimo. Come lo sarà contro la Croazia. Del resto queste sono partite che cambiano i destini di chi le gioca. Resto convinto che abbiamo un gruppo forte, dovremo dimostrarlo». Nessuna anticipazione, come al solito, su sistema di gioco e formazione. Dagli spifferi, resteranno fuori l’acciaccato Dimarco, Pellegrini, Scamacca e forse Frattesi, dentro Cambiaso, Cristante, Retegui e Darmian. Di base potrebbe essere un 433 che più probabilmente diventerà 352 con Di Lorenzo, Bastoni e Calafiori dietro, Cambiaso e Darmian in fascia, Jorginho in regia con Cristante e Barella, e Chiesa ad affiancare Retegui. In conferenza c’era anche Bastoni, uno con le idee piuttosto chiare: «Paura? Non mi piace questa parola, la userei quando manca la salute. Abbiamo visto la Croazia con la Spagna e quindi abbiamo grande rispetto. Ma la batosta ci ha unito ancora di più».
© RIPRODUZIONE RISERVATA