Nazionale

«Saremo meno belli»

Spalletti: «La partita contro la Croazia è di quelle che cambiano i destini di chi le gioca. La sconfitta con la Spagna ci ha provocato dolore, ci metteremo più sostanza». Serve almeno il pari, c’è Cristante

Luciano Spalletti

Luciano Spalletti (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
24 Giugno 2024 - 07:00

E adesso che cosa è rimasto dell’alchimista che avevamo raccontato sull’entusiasmo della vittoria con l’Albania? Fu vera gloria? O l’Italia è quella involuta e tremolante che si è arresa alla Spagna pochi giorni dopo? Alla Croazia l’ardua sentenza: stasera, a Lipsia, di fronte a 38000 spettatori a stragrande maggioranza croati (25.000 contro 10.000 sono i numeri svelati alla vigilia), l’Italia affronterà i talentuosi, ma un po’ attempati, croati di Dalic: in lizza il secondo posto del girone (con la Spagna ormai sicura del primo anche se dovesse perdere, evento improbabile, con l’Albania), chi vince se lo prende e se si pareggia tocca a noi, in virtù della vittoria in gara 1 con l’Albania. L’eventuale ottavo di finale ci vedrebbe poi opposti sabato a Berlino contro la Svizzera, fermata ieri sul pari dalla Germania al 92’. L’alchimista, al secolo Luciano Spalletti, ieri si è presentato in sala stampa per la consueta conferenza della vigilia in vesti un po’ dimesse, più prosaico che poetico anche nelle dichiarazioni: «Certo che cambieremo qualcosa stavolta, anzi, è colpa mia non averlo fatto nella seconda partita, quando mettere le mani sulla squadra che aveva fatto così bene contro l’Albania mi era parso rischioso. E cambieremo anche qualche attitudine di squadra, perché avremo bisogno di qualche certezza in più sul piano della continuità e della resilienza. In sostanza meno bellezza ma più sostanza. Anche se poi la partita la vogliamo fare ugualmente almeno a metà campo, non certo nella nostra area».


La sconfitta con la Spagna dunque servirà da lezione? «Mi auguro - ha detto Spalletti - che quella partita ci abbia insegnato molte cose. Pur avendo sentito dolore per come è andato a finire. L’abbiamo analizzata, ne abbiamo parlato, abbiamo fatto sicuramente un passo indietro rispetto all’Albania, ma il livello è stato altissimo. Come lo sarà contro la Croazia. Del resto queste sono partite che cambiano i destini di chi le gioca. Resto convinto che abbiamo un gruppo forte, dovremo dimostrarlo». Nessuna anticipazione, come al solito, su sistema di gioco e formazione. Dagli spifferi, resteranno fuori l’acciaccato Dimarco, Pellegrini, Scamacca e forse Frattesi, dentro Cambiaso, Cristante, Retegui e Darmian. Di base potrebbe essere un 433 che più probabilmente diventerà 352 con Di Lorenzo, Bastoni e Calafiori dietro, Cambiaso e Darmian in fascia, Jorginho in regia con Cristante e Barella, e Chiesa ad affiancare Retegui. In conferenza c’era anche Bastoni, uno con le idee piuttosto chiare: «Paura? Non mi piace questa parola, la userei quando manca la salute. Abbiamo visto la Croazia con la Spagna e quindi abbiamo grande rispetto. Ma la batosta ci ha unito ancora di più».

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