Nazionale

Sarà la stessa Italia

Confermata la squadra che ha battuto l’Albania. Unico dubbio in mezzo: pronto Cristante. Spalletti: «Anche la nostra è una scuola calcistica importante. Stavolta dovremo verticalizzare di più»

L'undici iniziale contro l'Albania

L'undici iniziale contro l'Albania (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
20 Giugno 2024 - 08:06

Due indizi non bastano ancora a fare una prova, ma nel caso dell’Italia possono garantire l’accesso anticipato agli ottavi di finale dell’Europeo. Dopo la vittoria sull’Albania nella gara d’esordio, contro la ben più quotata Spagna arriva la doppia grande occasione per gli azzurri: testare le proprie ambizioni di fronte a una squadra almeno di pari livello; e in caso di successo chiudere in anticipo il discorso qualificazione. «Vogliamo fare un’altra partita come contro l’Albania per vedere qual è il nostro livello. Cercheremo di esprimere un gioco propositivo, fatto di possesso palla. Se si dà il pallino in mano agli avversari, da questa partita se ne esce male. Vedremo se saremo abbastanza bravi». Per cogliere l’opportunità, il ct sembra intenzionato ad affidarsi alla formazione che ha vinto e convinto sabato scorso, anche se ai media non ha concesso alcuna anticipazione nella conferenza della vigilia: «La formazione non la dico il giorno prima, perché dalla Spagna non mi è arrivata nessuna notizia». Anche se qualche deduzione può riguardare la mediana. «Se non gli dai un po’ di fretta, la palla non la perdono mai. Dovremo a volte essere più bravi di loro a farla girare. Non si può giocare in ripartenza e basta, sennò si gioca sempre in area nostra. Rodri può fare il quinto difensore, Jorginho no perché sui cross che arrivano dai lati ci vogliono giocatori con scocca». A centrocampo può entrare Cristante, ma in questo caso il maggiore indiziato a fargli spazio è proprio l’altro romanista Pellegrini, con l’eventuale avanzamento di Barella in trequarti. La difesa avrà bisogno di supporto: «Morata non è pigro, corre moltissimo e con velocità incredibili, attacca lo spazio dietro la linea più volte. Yamal e Williams sono esterni d’attacco da uno contro uno. Bisognerà attuare preventive contromisure sulle ripartenze, perché a campo aperto sono micidiali. Ci vuole equilibrio».

Il ct è consapevole della qualità degli avversari, ma al tempo stesso rivendica con orgoglio l’identità del nostro calcio. «Loro sono diventati una scuola perché hanno fatto sempre lo stesso gioco. Per arrivare a quei livelli bisogna riproporre sempre la stessa idea: non una volta tutti avanti e una tutti indietro. Bisogna sempre provare a fare la partita, non avere pause e avere una voglia matta di mostrare che anche la nostra è una scuola importante. Loro hanno tutto dal punto di vista delle qualità individuali. Dovremo vedere le nostre reazioni quando ci verranno addosso con tutti gli uomini: la Croazia ha avuto delle pause e loro le hanno sfruttate. Noi dovremo sempre tenere alto il livello, metterci quella qualità che toglie loro la possibilità di portarti in giro per il campo. Per quanto visto finora siamo sulla buona strada».

Accanto a Spalletti in conferenza un visibilmente emozionato Folorunsho, in 12 mesi dalla B all’Europeo. «Un anno fa  - spiega - per me era impensabile giocare questo torneo con la Nazionale, oggi tocco il cielo con un dito. Per me è già un onore essere qui, giocherei anche in porta».

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