Nazionale

Ci guida Pellegrini

Parla Spalletti: «Noi siamo i giganti in cui 60 milioni di italiani possono identificarsi. L’Albania è forte. Il modulo non conta». Calafiori, esordio a sorpresa

Lorenzo Pellegrini in azione con la maglia azzurra

Lorenzo Pellegrini in azione con la maglia azzurra (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
15 Giugno 2024 - 08:51

Se la potesse giocare lui farebbe la partita della vita o magari sarebbe espulso dopo cinque minuti. Luciano Spalletti non sta più nella pelle all’idea che la sua squadra, la nazionale azzurra, possa finalmente debuttare al Campionato Europeo per nazioni 2024, primo avversario l’Albania di Kumbulla, dentro la maestosa cornice del Westfalenstadion di Dortmund, quello dell’epica del muro giallo che stasera si vorrebbe tutto azzurro. L’epica è anche il timbro del commissario tecnico della nazionale, emozionato all’esordio come un bambino, lui che di traguardi nel calcio ne ha vinti parecchi compiendo, all’ultimo ingaggio, a Napoli, la straordinaria impresa di portare al trionfo in campionato altri ragazzi azzurri. Stavolta però si porta con sé l’Italia intera e magari proverà a convincere anche gli euroscettici, quelli che si appassionano alle imprese della nazionale solo quando quelli che vanno in campo se lo meritano davvero, magari per la bellezza del gioco o per il traguardo insperato che a un certo punto si materializza. A questo europeo l’Italia arriva da campione in carica ma senza i favori del pronostico: inglesi e francesi vengono dati prima di tutti, poi tedeschi, già strabordanti ieri all’esordio con la Scozia, portoghesi e spagnoli.

Dal trionfo di Wembley ad oggi è passata in mezzo l’ennesima delusione mondiale a rimedio della quale il presidente della Federcalcio Gravina (dopo la fuga di Mancini) ha chiamato proprio l’allenatore che aveva compiuto il miracolo dell’ultimo scudetto. E il Ct lo ha preso tanto sul serio da sentirsi investito del ruolo di patriota: «Saremo il sogno di ogni italiano che tornava a casa la sera sudato e con le ginocchia sbucciate. Siamo eroi, siamo giganti per i nostri connazionali. Metteremo tutto. Ognuno con la sua cassetta degli attrezzi per svitare e avvitare quello che serve. Ai 60 milioni di italiani non chiediamo di tifare, ma di giocare con noi». Le parole di un nuovo inno scritte da Goffredo Spalletti, musica di Luciano Mameli. E ancora: «Emozione? Ce n’è sempre tanta, in questi casi è un’emozione che porta alla felicità, non è mai tossica, è fantastica”. A forza di toccare i tasti immaginifici ci si dimentica quasi che poi sarà una partita di calcio e non è ancora chiaro in che modo l’affronterà l’Italia: 3421 o 4231? «Potremmo anche giocare a 3, ma in maniera comunque offensiva. Ciò che conta e se riusciremo a comandare». Con il 4231 sembrerebbero esserci maggiori chances per vedere in campo Lorenzo Pellegrini che in caso di 3421 potrebbe essere tagliato a scapito di un difensore in più.

Le certezze sono Donnarumma in porta, Jorginho in mezzo al centrocampo, Frattesi, rivelazione dell’ultima amichevole, e davanti Scamacca: «Gianluca è bravo ma poi la prestazione che farà dipende da lui. Deve sempre ricordare che se attacco 10 volte la porta mi arrivano cinque palloni buoni, se l’attacco 20 volte me ne arrivano dieci». Il dubbio della vigilia è ancora Barella, ma le ultime dicono che dovrebbe essere al suo posto: «Lui ha un calcio libero e pulito, noi ci contiamo». Per vederlo un po’ perdere questo status di beata serenità bisogna tornare a chiedergli della PlayStation, stavolta lo fa un giornalista albanese: «Io non ho mai vietato di giocare con la PlayStation, abbiamo una bellissima sala giochi che ne ha due nuove di zecca, ci ho giocato anch’io. Ho solo detto che non è normale che dei professionisti chiamati a un impegno così importante arrivino a giocare fino alle tre o alle quattro di notte.

Donnarumma, chiamato in conferenza in rappresentanza della squadra come capitano, conferma: «Il mister ha creato un bel gruppo e non ha dato nessuna regola seria. Stiamo qui per cercare di ripetere la vittoria del 2021, chi c’era di noi sa quello che deve dire agli altri. Sappiamo bene che una vittoria contro l’Albania sarebbe un bel mattoncino per la qualificazione, siamo al 70 80% ce lo faremo bastare». Poche chance per Mancini ed El Shaarawy, ma il Faraone c’è abituato. Resterebbe da dire qualcosa sull’Albania: hanno entusiasmo, idee, sono migliorati tatticamente. Kumbulla partirà dalla panchina. A qualche romanista farà piacere rivederlo.

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