Senza la Roma l’Italia fatica. La risolve Frattesi
Voliamo in Germania con tanti dubbi, dal modulo fino agli uomini
Con poche certezze e diversi dubbi l’Italia di Spalletti volerà in Germania oggi pomeriggio per cominciare l’avventura europea (prima sfida sabato con l’Albania a Dortmund). Ad affidarsi all’ultimo test, quello di ieri sera ad Empoli contro la Bosnia (posizione numero 74 nel ranking Fifa, l’Italia è al 9° posto) non c’è troppo da sorridere, visto che gli Azzurri hanno vinto solo 1-0 con gol di Frattesi e hanno rischiato di pareggiare al 90’ dopo uno sventato retropassaggio corto di Dimarco verso Donnarumma, che poi ha salvato sullo stanchissimo Ahmedhodzic. Ma anche l’Italia ha avuto diverse occasioni per rimpinguare il risultato. Per 65 minuti peraltro non ci sono stati romanisti in campo e il migliore è stato l’ex giallorosso Frattesi, poi sono entrati Pellegrini (apprezzabili alcune sue infilate) e Cristante (con la solita, buona interpretazione tattica). Bene anche Donnarumma, decisivo in tre occasioni. In crescendo Calafiori, dopo un inizio balbettante, bene anche Scamacca, tanto per finire il quadro degli ex romanisti.
Ora però le sperimentazioni sono finite e da sabato si fa sul serio. Stavolta il ct aveva puntato su una sorta di seconda squadra azzurra, mettendo in campo assieme ai probabili titolari Donnarumma in porta, Jorginho a metà campo e Chiesa a trequarti, altri otto giocatori destinati a partire in seconda fila per un 3421 che puntava sul terzetto Darmian, Buongiorno e Calafiori (con i due più giovani ancora impacciati), Fagioli a fianco di Jorginho in mediana, con Bellanova e Cambiaso in fascia, e Frattesi nel comodo abito dell’incursore alle spalle di Scamacca. Se qualcosa ha funzionato, dentro un meccanismo non sempre perfettamente oliato, anche per via delle caratteristiche piuttosto coriacee della Bosnia dell’erculeo Barbarez (nato a Mostar, ma professionalmente cresciuto in Germania), sono stati proprio gli inserimenti offensivi della riserva dell’Inter, così a suo agio nel sistema provato da rilanciare anche la sua candidatura per l’imminente kermesse europea. Proprio sui suoi piedi si sono sviluppate le più pericolose iniziative offensive del primo tempo, con due gol sfiorati e uno (l’unico) realizzato: al 10’ una verticale di Jorginho ha innescato proprio Frattesi che ha scaricato su Buongiorno che ha servito di nuovo Scamacca che a sua volta ha rifinito per Frattesi, liberato dal flipper davanti al portiere, ma poi caricato (di spalle), con carambola per Chiesa che a colpo sicuro ha tirato addosso al difensore centrale di fronte (niente è più insicuro di un tiro che si vuole a colpo sicuro); al 14’ stavolta la verticale è stata di Darmian, il tacco geniale di Scamacca a liberare Frattesi partito con i tempi giusti per un’altra ghiotta occasione solitaria, finita con un’altra perdita di passo decisiva. L’ex romanista rimpianto da De Rossi si rifarà con gli interessi al 38’ mandando all’incrocio con un destro di piatto al volo un suggerimento morbido da sinistra (e di sinistro) di Chiesa.
Non sono piaciute invece dietro le incertezze di Calafiori (all’8’ ha regalato il pallone a Hajradinovic con un passaggio orizzontale che ha lasciato Spalletti a braccia aperte per un po’), di Cambiaso e di Buongiorno (che al 21’ hanno prima lasciato spazio al crossa a Gazibegovic e poi deviato male il suggerimento fino a favorire un’altra occasione (sprecata) dallo stesso Hajradinovic. Tra i bosniaci non male Tahirovic, altro ex giallorosso in campo, a suo agio nel ruolo di regista, dopo una stagione comunque proficua all’Ajax (26 presenze di cui la metà da titolare, 2 gol). Nel secondo tempo è arrivata la pioggia e Spalletti si è coperto con una giacca, un po’ come la Bosnia, deciamente più bassa, L’Italia poteva segnare due volte con Scamacca (gran parata di Piric nel primo caso, tiro debole nel secondo), nel finale, dopo gli ingressi di Raspadori, Folorunsho e Retegui, l’occasione l’ha avuta però la Bosnia, sostenuta a gran voce da un gruppo di ultras a torso nudo sotto la pioggia, ma Gigio ha ipnotizzato l’avversario.
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