Mondiali, quattro giallorossi senza "Joya"
Niente nazionale per Abraham, Smalling, Ibañez e Wijnaldum. Una delusione forte, ma la Roma si augura che possa trasformarsi in una grande voglia di rivincita
Quattro in Qatar. Quattro, tra quelli che potevano andare, che rimangono qui, sperando che la delusione si trasformi in un nemico che gli consenta di far vedere ai rispettivi commissari tecnici di aver fatto un errore grossolano.
I quattro che vanno si sono completati ieri con l’ufficializzazione della lista dell’Argentina diramata dal ct Scaloni: Dybala c’è e va a unirsi a Rui Patricio (Portogallo), Zalewski (Polonia), Viña (Uruguay). Saranno questi i quattro romanisti che vivranno lo strano mondiale qatariota, sistemato in mezzo alla normale stagione, due mesi di stop che chissà cosa succederà quando si riprenderà a giocare con i club (per la Roma la data è il quattro gennaio all’Olimpico contro il Bologna).
Per il club giallorosso la presenza dei quattro vorrà dire incassare una cifra intorno al milione di euro, il numero esatto lo sapremo al termine del Mondiale. Perché il milione di euro è determinato da quello che la Fifa garantirà ai club per ogni giocatore impegnato al Mondiale, ovvero diecimila euro al giorno. Considerando che l’Argentina sembra destinata a fare parecchia strada, che pure il Portogallo può arrivare in fondo e che Uruguay e Polonia almeno il girone dovrebbero superarlo, immaginare un incasso per la Roma intorno al milione di euro non è un esercizio di ottimismo.
Cifra che poteva raddoppiarsi se fossero andati in Qatar gli altri quattro possibili, cioè Abraham e Smalling con l’Inghilterra, Ibanez con il Brasile e Wijnaldum con l’Olanda, anche se per l’orange la speranza di esserci è svanita nell’agosto scorso quando, durante un allenamento si è rotto la tibia costringendolo a uno stop che, si spera, possa concludersi alla ripresa del campionato. Se l’olandese ha avuto il tempo per metabolizzare la delusione che lo priva di un Mondiale che poteva essere il primo e l’ultimo (nei due precedenti l’Olanda non si era qualificata e al prossimo appuntamento avrà trentasei anni, a proposito ieri ne ha compiuti trentadue, tanti auguri), per gli altri tre non aver visto il proprio nome nella lista dei convocati del rispettivo commissario tecnico è stata un’amarezza notevole.
In particolare per Tammy Abraham. Il centravanti che la Roma nell’estate del duemilaventuno ha acquistato dal Chelsea per quaranta milioni più cinque di bonus (e una clausola di riacquisto fissata a ottanta milioni a favore del club londinese), negli ultimi due anni aveva sempre fatto parte della lista dei convocati di Southgate, anche se sempre nel ruolo di alternativa a Keane indiscussso centravanti della nazionale inglese che in Qatar si presenterà con l’obiettivo di interrompere un digiuno che dura dal 1966 quando vinsero l’unico Mondiale della loro storia, peraltro dopo una finale piuttosto chiacchierata contro la Germania. Il ct inglese che non ci sembra un fenomeno, ha spiegato la scelta con il fatto che Abraham sta attraversando un periodo in cui non segna e quindi ha chiarito che ha preferito non convocare giocatori non al meglio della condizione.
E così gli ha preferito Wilson del Newcastle. Meno deluso (sempre dall’Inghilterra) probabilmente è stato Chris Smalling visto che negli ultimi anni il ct inglese non lo aveva mai chiamato, pur a fronte, soprattutto nelle ultime due stagioni, di un rendimento del romanista decisamente positivo sia per quel che riguarda la continuità delle presenze, sia per prestazioni che sono sempre state più che positive, a parte poche eccezioni. In precedenza gli stop fisici di Smalling potevano legittimare le mancate convocazioni, ma adesso sembra proprio una scelta poco comprensibile, soprattutto se in Qatar Southgate si porterà Maguire del Manchester United, giocatore pagato ottanta milioni ma che è finito in panchina ed è fischiato ogni volta che si presenta in campo.
Un mistero, insomma. Smalling probabilmente aveva già capito che per lui non ci sarebbe stato il viaggio in Qatar, anche se recentemente aveva provato a mandare un segnale dichiarandosi a disposizione, ma evidentemente Southgate (che non ha convocato neppure Tomori) è un consevatore che non si fida di cambiare in corsa. Smalling proverà a consolarsi con la consapevolezza che sta per arrivare al numero di presenze che gli garantiranno il rinnovo automatico del suo contratto con la Roma per un’altra stagione, quindi scadenza giugno del duemilaventiquattro.
Infine, Ibanez. Il centrale difensivo che era stato convocato dal ct Tite per le ultime due amichevoli prima del Mondiale, esordendo pure con la maglia della Selecao, ha saputo prima del derby che il suo nome non ci sarebbe stato nei ventisei del Brasile (Tite gli ha preferito Bremer peraltro appena recuperato da un infortunio muscolare). La sua delusione può essere relativa. Ora la Roma si augura che per questi quattro il Mondiale saltato, si trasformi nella voglia di smentire i ct. Sarebbe perfetto per Mou.
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